Lorenzoni (Soave): «Gestire le giacenze attraverso il Piano di produzione»

Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave
Il Soave è un territorio all’avanguardia nella gestione del rapporto con la ricerca e con la produzione. E il Consorzio diretto da Aldo Lorenzoni è stato il primo a pensare a uno strumento che punta a fare coincidere le dichiarazioni di produzione con l’impegno all’acquisto dei vinificatori. «Può essere la chiave di volta per gestire una crisi come quella che si rischia con l’emergenza Covid19»

Con la primavera che riparte dopo il colpo di coda dell’inverno il tema del lavoro in campagna e tra le vigne man mano che passano i giorni diventa di maggior attualità, anche per le frontiere chiuse e in vista della prossima vendemmia. Ci saranno problemi di manodopera?
E’ uno dei tanti temi sul tavolo di cui parliamo con Aldo Lorenzoni, il direttore del Consorzio del Soave, una denominazione di 6.900 ettari vitati alle porte di Verona - il 38% riconosciuto come Unità Geografica Aggiuntiva (cru) – e una produzione di 48 milioni di bottiglie distribuite su 68 Paesi per un export del 75%: tre bottiglie su quattro fuori dall’Italia ...

Il lancio del progetto "Simposio"

Situazione molto pesante, ma che non spegne l’ottimismo, i progetti di promozione e di ricerca. Eletto due anni fa come Patrimonio Agricolo dell'Umanità dalla FAO, il territorio del Soave sta gestendo una decina di iniziative di ricerca e sviluppo su diversi ambiti, come la viticoltura sostenibile, la tutela del paesaggio, l’innovazione nel settore enologico.

Ad esempio con l’Università di Verona (dipartimenti di Biotecnologie e Informatica) ha lanciato il progetto Simposio per “classificare” la longevità dei vini attraverso un sistema d’analisi elettrochimiche e colorimetriche, abbinate a tecniche d’intelligenza artificiale. Visto dal lato delle cantine significa migliorare la produzione in un’ottica di longevità dei vini e ridurre le dosi dei solfiti.

I “menatoli”, sistema di legni a croce per i tiranti delle vigne tipici della zona del Soave Classico

Pronti a supportare le aziende che soffrono di più per l’export

Partiamo dal Vinitaly: tutto rimandato al 2021. Voi giocavate in casa. Come giudica questa scelta?
La scelta di Veronafiere è stata saggia, lungimirante e responsabile. La condividiamo in pieno. Auspichiamo, però, che questa cabina di regia che è andata a crearsi intorno al Vinitaly continui a essere attiva e che possa chiedere al governo e alle istituzioni misure forti per far sì che il settore vino possa ripartire più forte di prima.

Come sta reagendo il territorio del Soave?
La situazione è piuttosto delicata. Dobbiamo però fare una distinzione importante tra i canali di vendita che in questo momento sono sotto stress. Da un lato l’Horeca che con la chiusura delle attività ristorative ha subito un grosso colpo, dall'altro enoteche, commercio online e GDO, che hanno avuto un incremento delle vendite. Chi si era già posizionato in quei canali ha potuto bilanciare le vendite. Dal punto di vista consortile siamo pronti a supportare e a trainare le nostre aziende che hanno una forte propensione all’export. Siamo impegnati a potenziare i nostri progetti in Giappone e in Canada, oltre che in Italia con Heva. Stiamo già pensando ad alcune misure importanti sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista della comunicazione, per tutelare il reddito delle nostre aziende.

Ripensare i voucher

Gestione della vigna. Tanti stranieri non potranno tornare presto in Italia. Come

Aldo Lorenzoni

far fronte al calo di manodopera?
Si dovrà incentivare il mercato del lavoro interno, cercando risorse in coloro che per un po’ di tempo non potranno tornare a lavorare. Potrebbero essere pensati dei voucher per lavoratori del settore agricolo con un aiuto da parte del governo per la copertura finanziaria.

Ci aspettiamo inoltre strumenti più flessibili che possano incentivare la cooperazione tra aziende agricole, in un principio di mutuo scambio, come in passato si operava nel nostro territorio. Nel nostro caso infatti il tessuto di piccole aziende è una rete di sicurezza importante in questo momento.

Una gran voglia di ripresa

Parliamo di mercato estero e nazionale. Come era quotato prima dell’emergenza e cosa si sta verificando adesso?
Prevediamo che l’Italia sarà la prima nazione a riaprirsi e che ci sarà grande voglia di ripresa. Pertanto punteremo molto sul mercato nazionale nei primi mesi dopo l’emergenza. Stiamo monitorando poi il mercato estero, per noi fondamentale. Un esempio è il Giappone che sta superando la crisi ed è pronto a ripartire.

Da sette anni stiamo portando avanti la campagna Soave By the Glass che coinvolge 500 ristoranti in tutto il territorio nipponico e che ogni anno vede un aumento sia delle cantine coinvolte che del numero di bottiglie vendute. Anche quest’anno porteremo avanti il nostro impegno in Giappone e possiamo già dire che abbiamo più aziende iscritte rispetto al passato, segno di fiducia nei confronti del nostro operato. Nei paesi come Giappone e Canada infatti lavoriamo con i brand ambassador, quindi possiamo continuare le attività anche se non fosse possibile spostarci dall'Italia.

Più flessibilità nei finanziamenti

Qual è il plus di lavoro che sta facendo il Consorzio?
Stiamo cercando di lavorare con le istituzioni per avere maggiore flessibilità per i programmi di finanziamento e dirottare risorse importanti sulle aziende per stimolare gli investimenti.

Questo per noi è un modo immediato per continuare ad assicurare il reddito. Il Consorzio continua come sempre la sua attività di monitoraggio dei mercati di riferimento, che quest’anno assume un significato importante in quanto ci permetterà di essere reattivi al momento giusto.

Il primo piano di produzione

Uno dei problemi più urgenti che devono affrontare le cantine riguarda le giacenze. Come lo stanno affrontando? E la logistica e la distribuzione?
E' ancora presto per fare una previsione su questi aspetti. Certo questa situazione d’emergenza è capitata in un momento in cui le aziende ogni anno chiudevano gli accordi commerciali ma sappiamo che non si sono fermate e hanno continuato, seppur da remoto, a coltivare i rapporti vecchi e nuovi coi propri importatori.

Alcune decisioni potremo comunque prenderle direttamente come Consorzio: ricordiamo infatti che siamo il primo consorzio di tutela italiano che ha fatto domanda al Ministero delle Politiche Agricole del Piano di Produzione. Siamo in attesa di una risposta a breve, prima della partenza della stagione. Ci permetterà di avere uno strumento più flessibile e veloce nell’azione. Il “Piano di produzione” è infatti uno strumento innovativo che prevede, tra gli altri interventi:

  1. una dichiarazione preventiva con le superfici vitate che i produttori intendono rivendicare a DOC nella vendemmia successiva,
  2. una dichiarazione di impegno da parte dei vinificatori che intendono vinificare uve atte alla DOC.

Sarà poi fondamentale il monitoraggio della stagione vendemmiale con il nostro team di tecnici. Questa è una variabile fondamentale in quanto una stagione favorevole o sfavorevole farebbero pendere l’ago della bilancia su una decisione piuttosto che su un’altra.

Siete soddisfatti delle prime misure del governo? Quali sono le ricadute concrete nella vostra denominazione? Invece cosa manca?
La tutela del reddito deve avvenire su strategie che devono essere pensate a breve, medio e lungo periodo. Il coronavirus ha messo in crisi non solo il sistema Italia ma l’intero sistema mondiale, con la chiusura delle frontiere e un ripensamento al modello della globalizzazione che ha trainato negli ultimi 20 anni. Attendiamo quindi una visione a medio e lungo periodo per fare partire gli investimenti.

Il Castello medievale di Soave (Vr)
Lorenzoni (Soave): «Gestire le giacenze attraverso il Piano di produzione» - Ultima modifica: 2020-03-29T01:08:45+01:00 da Lorenzo Tosi

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