La “meglio feccia”, i vignaioli che resistono

Segnali interessanti dai territori: nove cantine del marscianese-perugino insieme per contrastare le logiche del mercato e ripartire dai vitigni autoctoni

Il settore vitivinicolo italiano, decisamente straripante di cantine e di vini, spesso omologati e anonimi, anche se ben fatti, ovvero puliti e piacevoli, vanta realtà indipendenti e decisamente interessanti.

Nel nome del buon vino

Un esempio ci proviene dall’associazione “vignaioli resistenti” costituitosi in Umbria nel 2016 con la filosofia “vignaioli uniti nel nome del buon vino come frutto della ricchezza di un territorio”.

valori che uniscono e accomunano questi vignaioli, oltre la giovane età e l’appartenenza allo stesso territorio, sono: mutualismo, condivisione e confronto continuo oltre che attaccamento e rispetto per il territorio.

Colpisce che molti di questi vignaioli hanno conseguito la Laurea in Viticoltura ed Enologia, ergo parlano con cognizione di causa, rafforzati da esperienze viticole ed enologiche in regioni diverse da quella originaria, nonché all’estero.

Giovani, autoctoni e micro

Vitigno Dolciame in pre-vendemmia

Si tratta di micro cantine, con superfici vitate inferiori ai 10 ettari, tutte operanti in provincia di Perugia e Terni, utilizzando soprattutto vitigni autoctoni, tra i quali spiccano il Grechetto e Canaiolo nero, ma anche vitigni da lungo tempo coltivati quali: Sangiovese, Ciliegiolo e Trebbiano toscano ed in ultimo qualche autoctono recentemente riscoperto, ad esempio il Dolciame (sinonimo Malfiore).

Merita inoltre menzione il Nebbiolo, presente in questo territorio da più di 60 anni probabilmente introdotto da qualche piemontese che si traferì in questa area, ed il grande vino che ne viene fuori.

Fry-farm e naturalità

La loro mission primaria è quella di scostarsi dal settore vitivinicolo odierno, parlando un linguaggio diverso, ovvero comunicando semplicità, stile non omologato, rivalutazione delle tecniche agronomiche del passato spesso riconducibili al dry-farm e alla naturalità, ma con professionalità e nel nome del buon vino.

Defogliazione precoce in pre-fioritura su Sangiovese allevato a Guyot (Azienda La Casa dei Cini, Pietrafitta PG).

Otto vignaioli resistenti umbri, tutti operanti nei territori Umbri, insieme per tentare di contrastare le logiche del mercato e ripartire dai vitigni autoctoni e da alcuni alloctoni da lungo tempo coltivati in zona, lavorati però con passione e professionalità. Gli attori di questa impresa sono le seguenti cantine: Cantina Cenci, La Casa dei Cini, La Spina, Riccioni, Mani di Luna, Fontesecca, Donini, Leonardo Bussoletti, Cantina Margò.

La trasformazione notturna

Come nel romanzo del 1886 dello scrittore inglese Robert Louis Robertson, il Dr. Jekyll diurno che lavora e produce vini, ovvero l’insieme di queste cantine, di sera/notte si trasforma in Mr. Hyde divenendo “La Meglio Feccia” in una serie di eventi di degustazione guidata accompagnati da musiche popolari e storie contadine e agro-pastorali, tentando di rafforzare lo spirito del gruppo, che si basa su un ciclo produttivo chiuso, indipendente dalla gdo, il cui slogan è: coltivare, trasformare e vendere direttamene i propri vini.

Il gruppo ha operato anche durante il periodo di lock down attraverso degustazioni dei vini a distanza: prendi un calice, versaci del vino (preso precedentemente tramite corriere), collegati alla diretta sul web e goditi la degustazione guidata. Le sfumature del territorio illustrate e ragionate come responsabili di tratti distintivi e riconoscibili dei vini. L’origine geologica dei suoli, l’esposizione e l’età del vigneto, oltre al vitigno e portinnesto e ad alcune tecniche colturali sono gli elementi più appassionanti nella discussione aperta relativa ai loro effetti/influenze diretti ed indiretti sulle caratteristiche cromatiche, olfattive e gustative dei vini prodotti e proposti.

In sostanza, la filosofia è quella di promuovere i vitigni come markers territoriali al fine di custodire, da una parte, e far conoscere, dall’altra, la storia e le tradizioni del territorio perugino-marscianese.

La “meglio feccia”, i vignaioli che resistono - Ultima modifica: 2022-03-30T01:24:44+02:00 da Lorenzo Tosi

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