I dieci anni di Bisol1542 in Ferrari Lunelli

Un'intervista a Matteo Lunelli, presidente di Bisol1542 e Ceo del gruppo Lunelli, che racconta la storia di questa acquisizione, i risultati raggiunti e quelli in prospettiva

Quando, 10 anni orsono, la famiglia Lunelli - proprietaria del marchio Ferrari - acquistò prima una quota del 50% (e due anni dopo il 100%) dell’azienda Bisol1542, produttrice di Prosecco Superiore a Valdobbiadene.

Oggi la cantina trevigiana produce 4.5 milioni di bottiglie con un fatturato di ben 22 milioni di euro e va a rappresentare il 15% del fatturato del Gruppo Lunelli.

Al dott. Matteo Lunelli, presidente di Bisol1542 e Ceo del gruppo Lunelli, abbiamo posto alcune domande sull’esperienza di questi 10 anni e sul futuro della Cantina Bisol.

Matteo Lunelli (Photo-©Mattia-Mionetto)

Dott. Lunelli come nacque l’idea di entrare nel comparto del Prosecco?

Da tempo valutavo di entrare nel mondo del Prosecco e trovai in Bisol1542 l’azienda ideale: un marchio storico e prestigioso con grandi potenzialità di crescita. Nel 2014 entrammo in Bisol con un ambizioso piano di crescita finalizzato a permettere alla cantina di affrontare da protagonista la sfida del mercato globale, in un momento particolarmente favorevole per la crescita e l’affermazione del Prosecco nel mondo. Due anni dopo completammo l’acquisizione.

Ovviamente ci fu molta curiosità tra i produttori storici del Prosecco nel vedere l’arrivo di un’azienda così blasonata nel loro settore.

Ci fu senza dubbio curiosità: in generale molti si stupirono che una famiglia trentina andasse a investire nel Prosecco, ma per noi questa scelta era assolutamente coerente con la mission del Gruppo Lunelli, che vuole rappresentare l’eccellenza del bere italiano, e con l’obiettivo di confermarci leader nelle bollicine di qualità italiane raccontando la loro diversità. Se Ferrari Trento è il marchio leader del Trentodoc e nel Metodo Classico Italiano, espressione della viticoltura di montagna del Trentino, Bisol vuole essere il marchio di riferimento del Prosecco Superiore, espressione della viticoltura eroica di Valdobbiadene. I produttori di Prosecco ci accolsero con favore, intuendo la nostra volontà di valorizzare il brand Bisol1542, mantenendo l’azienda radicata sul territorio e creando sinergie con altre aziende del Gruppo, in particolare con un brand conosciuto come Ferrari Trento.

Qual è stato l’investimento in questi 10 anni e quali le innovazioni più importanti?

In questi 10 anni abbiamo compiuto numerosi investimenti, sia in cantina che in vigneto, a partire dal progetto di rebranding con il quale abbiamo definito la nuova immagine, con il nuovo logo e i nuovi colori di marca, e definito la strategia per la linea Bisol1542, che racconta tutte le sfumature del Prosecco Superiore, e la collezione Jeio, che rappresenta il volto contemporaneo, l’anima gioviale e allegra del Prosecco. Solo tra il 2019 e il 2023 abbiamo investito quasi 4 milioni di euro tra vigneti e cantina. In cantina, proprio quest'anno, abbiamo installato dei vasi vinari in ceramica, ottimi per la conservazione dei vini di riserva da impiegare nelle cuvée. Stiamo continuando a lavorare con grande cura alla riqualificazione dei vigneti: in particolare abbiamo in essere il progetto di Campea e di Molere, due aree selezionate in cui ci dedichiamo, in ottica di sostenibilità paesaggistica, al ripristino di varietà autoctone e alla messa a dimora di alberi di frutti antichi, oltre che alla selezione di antichi cloni di Glera, per ridare forza al più tipico patrimonio naturalistico valdobbiadenese. Inoltre, continuiamo a investire sul team e sulla attrazione e formazione dei nostri talenti.

Per il miglioramento della qualità avete puntato anche su enologi professionisti. Siete soddisfatti?

L’anno scorso è entrato a far parte della squadra un giovane enologo, Alberto Zilli, che si è affiancato nell’area produttiva a Leonida Fedrigo e Tiziano Callegaro. Il team tecnico enologico di Bisol1542, che integra competenze interne ed esterne, oggi è coordinato e guidato da Stefano Ferrante, un enologo di grande competenza che vanta una lunga esperienza nel mondo del Prosecco.

Recentemente uno dei vostri Prosecco Superiore, il Bisol 1542 Molera Extra Dry, è stato premiato dal Gambero Rosso con i 3 bicchieri. Una bella soddisfazione per tutto il team?

Il premio dei Tre bicchieri al Molera Prosecco Superiore Extra-Dry 2023 è motivo di grande orgoglio perché giunge a 10 anni dall’ingresso di Bisol1542 nel Gruppo Lunelli ed è il riconoscimento di un percorso intrapreso con l’obiettivo di ottenere sempre maggiore qualità e valorizzare l’identità delle colline del Prosecco Superiore. Un percorso in cui abbiamo fortemente creduto e investito, che è stato portato avanti con coraggio e grande impegno da tutto il Team Bisol1542. Il fatto che a essere premiato con il massimo riconoscimento nel mondo enologico sia un extra-dry, una tipologia meno consueta per Bisol1542, più conosciuto per il brut, è inatteso e frutto non solo di talento innato della zona, ma soprattutto di lavoro, progetto, impegno quotidiano, di studio e competenza, di innovazione di processo.

In che modo la vostra storia con il Trentodoc ha inciso sul vostro approccio con il Prosecco Superiore?

In generale, abbiamo sempre lavorato con le stesse logiche che si seguono per la creazione di un grande vino e che sono da sempre il nostro modus operandi a Ferrari Trento e in tutto il Gruppo Lunelli: attenzione al dettaglio e ricerca dell’eccellenza in ogni fase del processo produttivo. Da Ferrari Trento abbiamo portato, in particolare, un metodo di collaborazione con i conferenti, l’attenzione al vigneto e la cura dell’uva in vendemmia. Abbiamo cercato di compiere un processo graduale di integrazione di Bisol1542 nel gruppo, introducendo piano piano ottimizzazioni a livello di gestione, dal punto di vista amministrativo, tecnico-informatico, commerciale e di comunicazione e marketing, ponendo attenzione a conoscere il territorio, i suoi punti di forza e di debolezza e le sue dinamiche.

Quant’è cresciuta l’azienda nei 10 anni di vostra gestione?

In questi 10 anni abbiamo definito una strategia chiara che punta a far diventare Bisol1542 il marchio di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene focalizzando la strategia sulla Docg e tagliando invece varie linee di Prosecco Doc che in passato l’azienda commercializzava. La crescita è stata qualitativa ancor più che in termini di volume e abbiamo puntato a concentrare Bisol1542 sempre di più nell’alto di gamma e quindi nel Prosecco Superiore. Sul fronte commerciale, l’azienda ha sicuramente beneficiato dell’integrazione nel gruppo, potendo contare su una struttura commerciale, nazionale ed export, che ci ha permesso di consolidare la presenza sul mercato italiano e di sviluppare il mercato americano che oggi è il primo mercato di sbocco.

In che percentuale il vostro prodotto prende la strada dell’export?

Bisol1542 esporta circa due terzi del suo fatturato. Il nostro primo mercato sono proprio gli Stati Uniti, che hanno registrato una crescita straordinaria negli ultimi anni.

È stato più il Prosecco Superiore a trascinare sul mercato il Trentodoc o viceversa?

In generale, ciascun marchio beneficia delle sinergie che si generano all’interno del gruppo, ma le singole aziende si devono mantenere indipendenti e totalmente separate dal punto di vista produttivo, perché vogliamo preservare la loro tradizione, la loro cultura e il forte legame con il territorio di origine. Prosecco Superiore e Trentodoc sono vini diversi, che nascono da territori unici e raccontano la varietà che il nostro Paese sa offrire in questo settore. Ferrari è un Trentodoc, una bollicina di montagna che rappresenta l’eccellenza del Metodo Classico ed è creato con Chardonnay e Pinot Nero, Bisol1542, invece, è un Metodo Charmat creato con uva Glera e con la sua storia ultracentenaria, esprime ai massimi livelli la vocazione delle ripide colline di Valdobbiadene. Nella nostra strategia commerciale cerchiamo di porre l’accento sulla diversità di queste due tipologie e sulla loro unicità.

Quale futuro vede per il Prosecco Superiore?

Il Prosecco ha avuto una crescita inarrestabile nell’ultimo decennio e continuo a vedere un grande futuro per la Denominazione. È un vino contemporaneo, legato alla convivialità e in linea con i trend di consumo più moderni. Per il futuro penso che si debba anche sperimentare e in questa direzione va, ad esempio, il nostro Prosecco Superiore BISOL1542 Edizione I Gondolieri, un vino con solo 10,5% di alcol, il minimo grado alcolico ammesso dal disciplinare e creato portando in autoclave per la seconda fermentazione una cuvée di mosto e vino. Auspico infine che si punti sempre di più a un riposizionamento verso l’alto, valorizzando il Prosecco Superiore e le produzioni che sono espressione della zona storica di Valdobbiadene e Conegliano, di questo territorio fragile e meraviglioso che deve essere curato e custodito. Alzando la punta della piramide, infatti, tutto il sistema ne beneficerà.

I dieci anni di Bisol1542 in Ferrari Lunelli - Ultima modifica: 2024-10-17T15:52:12+02:00 da Redazione

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