Lucio Tasca d’Almerita, addio a un animo nobile e rivoluzionario

Lucio Tasca d’Almerita
Con lui se ne va il padre nobile del salto di qualità dell’enologia siciliana che sotto la sua guida ha trovato l’orgoglio e l’opportunità di presentarsi unita nel confronto con i mercati internazionali

Il mondo del vino siciliano piange uno dei protagonisti del “Rinascimento” della vitivinicoltura dell’Isola. Il conte Lucio Tasca d’Almerita, visionario, precursore e innovatore come i suoi colleghi Diego Planeta e Giacomo Rallo (scomparsi prima di lui), è morto ieri, 25 luglio, a Palermo, all’età di 82 anni. Tasca lascia un segno indelebile nel mondo imprenditoriale dell’isola e in particolare in quello del vino, essendo riuscito in un’impresa da molti considerata impossibile in Sicilia: unire le forze dei produttori di vino indipendentemente dalle dimensioni aziendali.

La nascita di Assovini

A lui - autentico gattopardo e discendente di una nobile famiglia originaria dell’Agrigentino - così come a Rallo e Planeta, si attribuisce la nascita di Assovini Sicilia, un progetto per l’epoca, era il 1998, lungimirante e innovativo. Da allora l’associazione non ha mai smesso di crescere. Oggi la base sociale è costituita da 91 aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie e grandi dimensioni, che complessivamente rappresentano oltre 300 milioni di fatturato e che condividono principalmente tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato.

Alla presidenza nel corso degli anni si sono avvicendate numerose personalità del mondo del vino, da Antonio Rallo (figlio di Giacomo), winemaker dell’azienda di Donnafugata e oggi presidente del Consorzio di tutela della Doc Sicilia, ad Alessio Planeta, nipote del barone Diego, a capo dell’omonima azienda nata nell’Agrigentino e poi sviluppatasi anche in altri territori vitivinicoli siciliani di pregio.

L’unione dà valore

Le aziende associate ad Assovini Sicilia - oggi presieduta da  Laurent de la Gatinais della Tenuta Rapitalà, altro esponente del sangue blu siciliano, figlio del conte Huges -  producono circa 900 etichette da cui si genera più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato. Quasi la totalità delle associate (circa il 95%) produce vini a denominazione di origine controllata e l’export rappresenta oltre il 50% delle vendite che interessano oltre cento paesi. Inoltre, insieme al Consorzio di tutela della Doc Sicilia, ha promosso la nascita della Fondazione SOStain che supporta e certifica le aziende che hanno scelto di sposare la sostenibilità a tutto tondo nell’ambito del processo produttivo.

Quella sinergia tra vitigni autoctoni e internazionali

La forza innovatrice del conte Lucio Tasca d’Almerita non si è però limitata a scardinare la naturale e atavica resistenza all’associazionismo e al lavoro corale degli imprenditori siciliani. Tasca ebbe anche un altro merito. Fu tra i primi vitivinicoltori dell’isola a sperimentare le varietà internazionali, tracciando un percorso che in seguito venne intrapreso da molti. Oltre all’innovazione dall’esito felice consistita nell’introduzione dei vitigni internazionali che in Sicilia spesso hanno dimostrato di espressioni particolari e di pregio, al conte Tasca si associa un altro successo. A lui si deve, infatti, l’inizio della buona fama dell’autoctono Nero d’Avola che, da vino da taglio utilizzato per dare corpo ai grandi rossi italiani, passò al rango di vitigno di pregio in un uvaggio famoso della Tasca d’Almerita che lo vede in bottiglia insieme al Perricone, altro vitigno autoctono dell’isola.

E, infine, a questo imprenditore illuminato si deve anche riconoscere una capacità visionaria, in cui la volontà di diversificare, grazie al grande amore che nutriva per la Sicilia, è sempre stata declinata in chiave regionale.

Mille Sicilie da scoprire

Negli anni, infatti, alla “casa madre” di Regaleali nell’antica Contea di Sclafani in provincia di Palermo sono state aggiunte altre tenute: Capofaro a Salina, nell’arcipelago delle Eolie, Tascante sull’Etna, la storica Withaker nell’antica isola di Mozia di fronte allo Stagnone di Marsala e Sallier de La Tour a Monreale (Pa). Tenute dislocate in parti della Sicilia diversissime tra loro e caratterizzate da suoli e climi differenti. Per una stagione di vendemmia che inizia ad agosto si completa tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.

Lucio Tasca d’Almerita, addio a un animo nobile e rivoluzionario - Ultima modifica: 2022-07-26T18:35:40+02:00 da Lorenzo Tosi

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