Il Bianchello del Metauro
è sempre più biologico.
La Doc marchigiana, che nel 2019 ha celebrato i suoi primi 50 anni di vita, si sta sempre più caratterizzando per un’immagine di sostenibilità particolarmente apprezzata sui mercati esteri.
Un terzo dei vigneti è certificato
«Le Marche sono già la Regione più bio d’Italia – spiega a VVQ Tommaso Di Sante,
titolare della cantina Di Sante (www.disantevini.it/) – un terzo dei vigneti regionali è infatti coltivato secondo i dettami dell’agricoltura senza chimica di sintesi».
«Qui tra le colline di Pesaro e Urbino la quota è ancora maggiore, visto che solo nell’ultimo anno abbiamo registrato una crescita del 10,5% nel numero di aziende della nostra Doc certificate bio».
Di Sante, che è anche presidente della Coldiretti provinciale, ha fatto da apripista per questa scelta. La sua azienda è infatti bio dal 1997. Una scelta etica che deriva dalla volontà di mettere al centro la sostenibilità ambientale, la viticoltura di qualità e il rispetto del consumatore. «Oggi sono considerati anche dall’Unione Europea principi cardine per affrontare le sfide del futuro».
Un’immagine caratterizzante
In questi ultimi dieci anni questa scelta ha consentito al Bianchello del Metauro Doc di uscire dall’anonimato. Si tratta infatti di una piccola denominazione di non più di 240 ettari in totale e circa 66 aziende.
Ma l’immagine del bio sta offrendo grossi margini di crescita e sviluppo su mercati esteri, dove il consumatore è attento e sensibile a prodotti puliti e di qualità.
Una capacità di guardare al futuro che è risultata fondamentale soprattutto in un'annata difficile come il 2020. La denominazione sta infatti per chiudere l’anno con un bel segno più: al 14 ottobre i volumi venduti si attestavano infatti circa sui 10mila ettolitri contro gli 8mila del 2019 segnando un incremento del 20% rispetto all'annata passata. «Significa che stiamo lavorando nella direzione giusta in un periodo particolarmente difficile, ma le cantine sono aperte e siamo pronti per la ripartenza, fiduciosi di lavorare di nuovo con clienti stranieri. Stiamo facendo investimenti strutturali sia nella logistica che in cantina attraverso l'e-commerce».
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