Un lampo di luce nel commercio estero

L’Istat pubblica i dati semestrali della bilancia commerciale del vino. I saldi sono ancora negativi ma i dati di giugno, limitatamente alle quantità, invertono la tendenza. Il valore è il nodo da sciogliere ma tiene lo sfuso. Il quadro epidemiologico che torna ad essere incerto non rasserena però per il futuro

Dopo il calo registrato durante i mesi di confinamento dovuti alla pandemia da Covid-19, i dati Istat confermano una progressiva tenuta del commercio estero.

Laddove non sono cresciute le vendite, infatti, le perdite su base semestrale, soprattutto in termini di quantità, sono state mediamente contenute rispetto alle attese, in particolar modo nei mercati Ue.

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Commercio estero salvato dalla Gdo

Il mercato reagisce alla depressione

Certamente nella valutazione delle performance del periodo gennaio-giugno hanno influito i numeri registrati durante il primo bimestre, che ha garantito un effetto volano generato dal positivo trend commerciale che ha caratterizzato il periodo pre-Covid.

In ogni caso, stando ai numeri complessivi, il mercato sembra reagire alla depressione degli scambi che ha caratterizzato la fase 1 della pandemia (v. tabb. 1 e 2):

  • complessivamente, nel periodo gennaio-giugno, il commercio estero ha sopportato un indebolimento sia in termini di quantità che di valore;
  • i decrementi sono rispettivamente pari a -2,6% e -4,1% su base annua;
  • con alcuni picchi territoriali e merceologici che fanno la differenza rispetto al dato medio.
Tab.1 – Commercio estero intraUe per principali tipologie in recipienti di capacità < 2 litri (gennaio-giugno 2020) 
Tipologia periodo  Europa
gennaio-giugno Quantità (hl) Valore (€)
Vini 2019 7.394.025,64 1.809.942.156
NC 2204 2020 7.255.707,62 1.752.707.835
-1,90% -3,20%
Vini Dop e Igp 2019 2.762.986,40 963.581.972
2020 2.823.234,61 971.141.507
2,20% 0,80%
Vini Dop e Igp spumanti (*) 2019 949.157,53 144.699.458
2020 927.334,56 143.455.250
-2,3 -0,90%
Vini comuni 2019 323.035,64 53.889.829
2020 281.467,30 54.344.357
-12,90% 0,80%
Vini varietali 2019 167.883,43 23.256.097
2020 108.955,68 15.930.179
-35,10% -31,50%
(*) categoria che considera, nell’ambito del segmento spumanti Dop e Igp, il contributo del vino Prosecco Dop e del vino Asti spumante Dop
Fonte: elaborazione su dati Istat

Tab. 2 – Commercio estero extraUe per principali tipologie in recipienti di capacità < 2 litri (gennaio-giugno 2020) 
Tipologia periodo  Mondo
gennaio-giugno Quantità (hl) Valore (€)
Vini 2019 10.297.328,88 3.014.547.641
NC 2204 2020 10.030.794,16 2.891.633.017
-2,60% -4,10%
Vini Dop e Igp 2019 4.496.378,51 1.761.190.050
2020 4.412.034,16 1.709.270.339
-1,90% -2,90%
Vini Dop e Igp spumanti (*) 2019 3.663.185,27 579.982.339
2020 3.321.251,80 539.936.578
-9,30% -6,90%
Vini comuni 2019 397.340,74 73.316.945
2020 351.143,74 72.612.411
-11,60% -1,00%
Vini varietali 2019 190.265,21 29.288.195
2020 128.663,27 21.480.836
-32,40% -26,70%
(*) categoria che considera, nell’ambito del segmento spumanti Dop e Igp, il contributo del vino Prosecco Dop e del vino Asti spumante Dop
Fonte: elaborazione su dati Istat

Meglio i vini territoriali

Nel semestre gennaio-giugno 2020 sono stati venduti all’estero 4,41 milioni di ettolitri di vini Dop e Igp fermi in recipienti <2 litri, per un valore pari a 1,7 miliardi di euro, rispettivamente -1,9% e -2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Meglio, almeno limitatamente ai decrementi, rispetto ai vini comuni non territoriali che invece hanno fatto registrare, nello stesso periodo, vendite per circa 350 mila ettolitri, cioè -11,6% su base annua, per un fatturato pari a 72,6 milioni di euro pari a -1% rispetto al primo semestre dell’anno precedente.

Rispetto ai numeri totali, si confermano decisivi i tradizionali big spender di riferimento, in particolare la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, che da soli hanno acquistato 2,6 milioni di ettolitri, pari a circa il 60% dei vini Dop e Igp venduti oltreconfine per un valore pari a quasi un miliardo di euro, cioè il 55% degli introiti complessivi provenienti dal segmento territoriale.

Segnano il passo invece i vini varietali, già caratterizzati da un segmento poco significativo a livello internazionale e, limitatamente agli introiti, il segmento sparkling, tendenzialmente meno resiliente rispetto ai vini fermi Dop e Igp: infatti, con le eccezioni dei vini Prosecco e Asti spumante Dop, i vini spumanti Dop e Igp hanno fatto registrare una sostanziale flessione dell’export durante i mesi di lockdown, soprattutto in termini di valori, mediamente pari a -7%, specie se considerati al netto del vino Prosecco e, in minor misura, del vino Asti spumante Dop, che da soli rappresentano il 90% delle vendite e del fatturato.

Il dato mensile

Le rilevazioni Istat dimostrano come il calo del commercio estero, durante il periodo di confinamento, sia stato piuttosto graduale.

La progressiva riapertura del canale on-trade ha spronato la vendita, seppure in maniera scalare, delle scorte di vino rimaste ferme presso clienti e distributori durante il periodo di confinamento, ritardando di fatto la ripresa delle commesse.

L’impasse del mercato, rispetto alla distribuzione temporale delle vendite, si è fatto sentire nel mese di maggio, che ha accumulato, in maniera differita rispetto al periodo di lockdown, le maggiori perdite, spesso a doppia cifra sia per i vini Dop e Igp fermi ma anche i vini comuni non territoriali, sia in termini di volume che di fatturato.

I dati Istat testimoniano invece per il mese di giugno una tendenziale ripresa degli scambi ma non dei listini: una luce in fondo al tunnel dell’emergenza Covid-19 che, seppure per il momento riguarda soltanto le quantità, fa ben sperare, in particolar modo per i vini Dop e Igp: sono 633 mila ettolitri i vini territoriali venduti nel mese di giugno, quasi il 40% dei vini che, su base mensile, sono stati commercializzati all’estero.

Complessivamente, a fronte di una lieve crescita del comparto vitivinicolo (NC 22 04), pari a +0,5%, il segmento territoriale è cresciuto in maniera più decisa, con un delta pari a +3,8%.

La perdita di valore, complessivamente pari a -4,3% su base mensile – trend comunque in linea con l’andamento semestrale medio – rappresenta invece la criticità più concreta e certamente prioritaria rispetto all’andamento dei volumi.


Focus sul Veneto

I vini Dop fermi ottenuti in Veneto confermano un andamento delle vendite sostanzialmente anticiclico rispetto al segmento territoriale. L'incremento delle vendite sui mercati esteri nel primo semestre 2020 è infatti complessivamente pari a +3,8%; - +6,7% se si tiene in considerazione il solo mercato UE.

Un andamento che deve considerare il salto delle vendite registrato nel Regno Unito, addirittura pari a +30,2%, paese cliente che tuttavia ha rallentato, nello stesso periodo, gli acquisti di Prosecco rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I dati complessivi confermano comunque un mercato solido per il vino Prosecco che nel periodo gennaio-giugno ha venduto quasi 1,2 milioni di ettolitri di vino (+2,8%) ma in leggero calo sotto il profilo del valore di mercato, pari a 440 milioni di euro (-3,9%).


Meno sfuso, ma tiene il valore

Nel segmento Dop e Igp anche i vini sfusi mantengono il posizionamento di mercato e crescono, sia in quantità che in valore, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: nel primo semestre 2020 sono stati venduti all’estero quasi 550 mila ettolitri per un corrispettivo pari di circa 65 milioni di euro, rispettivamente +4,3% e +1,1% su base annua.

Meno performante, come già visto per il comparto dei vini imbottigliati, il mercato dei vini comuni, che hanno fatto registrare una perdita di volume pari a 140 mila ettolitri (-10,2%) a fronte tuttavia di un lieve incremento di fatturato, complessivamente pari a 61 milioni di euro (+1,6%).

Rimangono le incertezze

I numeri non raccontano in maniera completa lo stato, e soprattutto le prospettive, del mercato, considerando che altri indicatori, non sempre immediatamente percepibili, influiscono sulle dinamiche commerciali post-lockdown.

Le misure di contrasto all’emergenza sanitaria hanno infatti certamente influito sullo stato di incertezza e di fiducia degli operatori commerciali, così come occorre considerare il tema della promozione sui mercati dei paesi terzi (tra cui anche il Regno Unito), misura prevista dal PNS – e certamente determinante per mantenere vivace il mercato estero – di cui gli addetti ai lavori avevano tuttavia richiesto un incremento del plafond previsto dalla dotazione finanziaria, pari a circa 100 milioni di euro, utile poter consolidare il posizionamento sui mercati, compresi quelli emergenti, alcuni dei quali oggi continuano comunque ad essere fortemente limitati dall’emergenza sanitaria.

Rimane poi, anche tenendo conto dell’attuale quadro epidemiologico ancora incerto, il tema della riorganizzazione degli equilibri della distribuzione: considerando che la Grande Distribuzione Organizzata ha garantito le vendite e almeno parzialmente bilanciato, seppure in segmenti commerciali e gamme differenziate rispetto al canale Ho.Re.Ca., la grave contrazione della domanda che ha caratterizzato il canale on-trade, certamente un approccio integrato, laddove possibile, può potenzialmente distribuire il rischio e consentire, in caso di emergenza, una collocazione alternativa dell’offerta.

Un lampo di luce nel commercio estero - Ultima modifica: 2020-10-08T21:01:34+02:00 da Lorenzo Tosi

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