Luci e ombre per il settore dei distillati, grappa in primis

AssoDistil, l'Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti, lancia l'allarme: con l'introduzione dell'etichetta sanitaria a rischio 1.000 posti di lavoro nelle sole distillerie

A fronte di dati molto positivi nel 2022, soprattutto sul fronte dell'export, si profila l'azzeramento dei programmi di promozione, mentre il decreto per la costituzione dei Consorzi di tutela delle bevande spiritose è fermo da anni al Ministero

Luci e ombre per il settore dei distillati. Le luci arrivano dall'andamento positivo registrato nel 2022. Le ombre sono quelle che si profilano sul 2023 a seguito dell'introduzione delle misure preannunciate dalla Unione Europea.

A rischio 1000 posti di lavoro nelle distillerie

L'allarme per il settore arriva da AssoDistil, l'Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti.
Lo ha lanciato in occasione della 77esima Assemblea Annuale, arrivando a ipotizzare 1.000 posti di lavoro a rischio nelle sole distillerie.

Bene la produzione e l'export nel 2022

Il 2022, come detto, si era chiuso col segno più: aumentata la produzione di alcol ed acquaviti, così come l’export.
Particolarmente interessante la ripresa della produzione (+12%) e l’aumento dell’export della Grappa (+8%) rispetto al 2021, con il controvalore arrivato a toccare i 60 milioni di euro (+ 167%).

Il 59% delle esportazioni vanno in Germania

Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa c'è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore, seguita da Svizzera (14%), Austria (5%).
Da segnalare il positivo risultato nel mercato USA (+31% di export in volume), dove da 5 anni sono attivi progetti di promozione della grappa IG.

I timori per l'introduzione dell'etichetta sanitaria

Per il futuro i produttori di distillati sono però preoccupati da una parte per i rincari dei costi, a partire dall'energia e delle materie prime, e dall'altro per "la demonizzazione degli alcolici, legata in particolare all’introduzione della cosiddetta etichetta sanitaria, e la contemporanea assenza di strumenti legislativi che garantiscano la necessaria tutela e promozione delle bevande spiritose ad Indicazione Geografica".

Fare fronte comune vino e bevande spiritose

AssoDistil fa sapere di aver "attivato un’intensa attività istituzionale per manifestare la propria contrarietà ad ogni misura ingiustificatamente denigratoria per il settore. A proposito di restrizioni sul consumo di alcool - si legge in una nota - si deve sottolineare come non si debba e non si possa separare il consumo di vino da quello delle bevande spiritose, ma occorre portare avanti un’unica battaglia in quanto l’etichetta non risolverebbe il serio problema dell’abuso di alcolici, ma rischierebbe di oscurare il contributo positivo che la produzione di distillati offre in termini di occupazione e di sostenibilità".

L'azzeramento dei progetti di promozione

Secondo i dati di Format Research il 53% delle imprese della distillazione troverebbe interessante promuovere un piano di eventi promozionali da tenersi nei Paesi dell’UE per incrementare la conoscenza del prodotto e le vendite, cosa che non sarebbe assolutamente più realizzabile con l’entrata in vigore dell’etichetta sanitaria.
Azzerare i progetti di promozione per la Grappa e per gli altri spirits rischierebbe di vanificare la ripresa dell’export di tutte le acquaviti e liquori.

Aspettando i Consorzi di tutela

A questa situazione si aggiunge il fatto che risulta ancora sospeso il Decreto sui Consorzi di tutela delle bevande spiritose, strumento ritenuto dalle imprese del settore cruciale per la tutela e promozione delle produzioni tradizionali nazionali.

Il Decreto del Consorzio della Grappa fermo da 5 anni

"Auspichiamo che finalmente venga firmato il Decreto che riconosce il Consorzio della Grappa fermo da cinque anni", spiega Antonio Emaldi, Presidente di AssoDistil.
"Le bevande spiritose devono poter usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli alimenti ad IG, altrimenti si rischia di compromettere il fatturato del comparto che per i soli distillati vale circa 500 milioni".

Focus Nomisma: stallo sul mercato nazionale

Secondo un focus Nomisma, ai risultati molto positivi per la produzione di alcool e acquaviti e nell’export che testimoniano l’aumento dell’immagine del valore della Grappa percepito dai consumatori di tutto il mondo si contrappone un trend negativo della distribuzione moderna nazionale.
In questo canale si assiste a una diminuzione delle vendite del -3,4% in valore rispetto al 2021 (fonte: NielsenIQ). Nel primo trimestre del 2023, però, rallenta il calo a volume e i valori mostrano un +0,9% grazie all’inflazione.

Le preoccupazione delle imprese per i rincari

Stando ai dati di Format Research, presentati in occasione della 77esima assemblea annuale, 1 impresa su 2 ha registrato rincari superiori al 20%.
In questo scenario cresce il numero di imprese che si sono rivolte alle banche per ottenere credito: il 34% ha fatto richiesta per un finanziamento e tra queste, nel 67% dei casi l’operazione è andata a buon fine.

L'attenzione del settore sul fronte sostenibilità

Sul fronte della sostenibilità, invece, 8 imprese su 10 hanno interesse ad essere percepite come sostenibili e il 72% di esse ritiene che il fattore green costituisca un driver per il consumatore in fase di acquisto.
Il 21% delle imprese possiede almeno una certificazione green, e il 43% delle imprese non ancora in possesso di tali certificazioni intende dotarsene nei prossimi due anni, percentuale che sale al 46% considerando il prossimo quinquennio.

Luci e ombre per il settore dei distillati, grappa in primis - Ultima modifica: 2023-06-10T09:54:34+02:00 da Gilberto Santucci

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