Le bollicine trentine pronte a salire di quota

Trentodoc, dopo un anno di successi, la crisi Covid19 complica il compito di chi deve programmare la produzione. Gli effetti del climate change spingevano a portare lo chardonnay anche a maggiori altitudini, ma ora occorre valutare l’impatto dell’emergenza sanitaria sui consumi

Il Trentodoc, Bollicine di montagna, ha concluso un 2019  con tanti segni più, più produzione, più export, più riconoscimenti per l’alta qualità sia in Italia che all’estero.

Ma per rafforzare queste affermazioni ecco alcuni numeri: a Londra in occasione dello Champagne Sparkling Wine, il campionato mondiale delle bollicine, al Trentino sono state assegnate ben 27 medaglie d’oro e 17 premi speciali con la proclamazione delle Cantine Ferrari “Sparkling Wine Producer of the Year”.

Il grande successo allo Champagne Sparkling wine festival

Enrico Zanoni

«È grande la soddisfazione nei produttori e per i vertici dell’Istituto Trentodoc, in quanto è stato il Trentino il distretto produttivo di bollicine che ha ricevuto il maggior numero di medaglie d’oro -, afferma il presidente dell’Istituto Trento doc Enrico Zanoni».

Tom Stevenson, autorevole wine writer britannico, parlando del Trentodoc ha avuto modo di dichiarare che «i punti di forza della denominazione sono il territorio di montagna e il clima che assicurano alle bollicine trentine un carattere di eleganza e nobiltà».

Scorte esaurite a fine anno

La totalità delle aziende produttrici, ben 55, aderiscono all’Istituto Trentodoc presieduto dal direttore generale di CaVit Enrico Zanoni e che vede come vice presidente Carlo Moser, il giovane figlio del grande campione di ciclismo Francesco, produttore di un eccellente Trento doc. Le feste di fine anno, affermano all’unisono il presidente e il suo vice, sono andate benissimo, al punto che molte case produttrici si sono trovate nell’impossibilità di fornire il prodotto richiesto per esaurimento delle scorte.

Crescere o non crescere?

«Ora - precisa Zanoni-, per noi si apre la valutazione della programmazione della produzione, tenendo anche conto della situazione di grave emergenza a causa del coronavirus e sempre nel rispetto degli elevati standard qualitativi raggiunti».

Una programmazione che però ha dei tempi tecnici abbastanza lunghi.  In Trentino, grazie alla sua orografia, non ci sarebbero problemi ad innalzare la quota della produzione per far fronte all’innalzamento della temperatura dovuta alle modificazioni climatiche ed alle conseguenti esigenze del prodotto base spumante di avere un adeguato equilibrio fra acidità a grado zuccherino per assicurare gli aromi e i profumi che solo un prodotto di montagna può dare. Ora però occorre valutare attentamente l’impatto della crisi sanitaria sui consumi internazionali.

Vigneto di Chardonnay in Trentino
Le bollicine trentine pronte a salire di quota - Ultima modifica: 2020-03-30T09:33:51+02:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome