L'impatto dell'emergenza Covid19 sul settore del vino peserà per il 30-35% sul fatturato complessivo del 2020. Lo si legge in una ricerca di Unicredit, presentata oggi a Torino nell'ambito dell'iniziativa “The Italian Way, le eccellenze italiane tra pandemia e ripartenza".
Un comparto che soffre
Il settore è «tra quelli che sta soffrendo di più» all'interno del comparto e vale in termini di
fatturato 13 miliardi di euro pari ad oltre il 10% del settore cibi e bevande, è stato spiegato, tra le cause «la chiusura improvvisa dei punti di vendita al dettaglio e il blocco dei principali mercati di sbocco e di approvvigionamento», secondo il co-amministratore delegato di Commercial Banking Italy di Unicredit Andrea Casini.
Unicredit sostiene l’internazionalizzazione
«Anche la fase della ripartenza, con le nuove regole per la salvaguardia della salute dei clienti e dei dipendenti - ha proseguito - è una tematica fortemente sentita dalle aziende del settore che, nel contempo, hanno accelerato il cambiamento dei processi di distribuzione e vendita, con una rilevanza sempre maggiore del canale dell'e-commerce». «Come Banca - ha assicurato - proprio per rilanciare il settore nel dopo crisi, continueremo a sostenere concretamente l'internazionalizzazione delle aziende, con iniziative come Easy Export grazie alla quale abbiamo accompagnato già molte imprese verso nuovi mercati, aumentando il loro giro d'affari con l'estero».
Ripartenza lanciata
«È iniziata la fase di ripartenza - ha commentato il presidente di Federvini Sandro
Boscaini - ma noi del mondo del vino non ci siamo mai fermati». «Certamente - ha aggiunto - l'impatto della pandemia sul nostro settore è stato molto duro, soprattutto a causa del lock-down che ha determinato la chiusura di tutti i pubblici esercizi, i primi partner per la diffusione e il consumo di vini di qualità». Secondo Boscaini, «proprio grazie alla qualità, alla tradizione e contemporaneamente alla capacità di mantenere vivo il dialogo con il consumatore non è stato disperso quel patrimonio di credibilità ed empatia che abbiamo costruito nel tempo, sia in Italia sia all'estero». (ANSA).