Crisi Ucraina-Russia, rischio di contro-embargo sul vino

Cia calcola il conto salato del conflitto: la reazione russa alle sanzioni mette a rischio 150 milioni di export di vino oltre ai 50 milioni già persi in Ucraina. Uivi rilancia a 375 milioni di dollari, con lunge code di camion già bloccati alla frontiera lettone. Il contraccolpo più pesante per l’agricoltura è però quello sul fronte fertilizzanti, con l’urea già triplicata

Rischio di blocco dei fertilizzanti indispensabili alle coltivazioni e di un embargo sul vino che costerebbe 150 milioni al made in Italy, in aggiunta alle speculazioni finanziare già in essere sui cereali (grano e mais).

Il conflitto in Ucraina presenterà presto un costo salato per l’agricoltura italiana, in faticosa ripresa dopo la pandemia, anche per l’effetto del trend pericolosamente rialzista dei prodotti agricoli nelle quotazioni della Borsa di Chicago. È l’allarme di Cia-Agricoltori Italiani, preoccupata per gli effetti a catena di una pesante inflazione alimentare su tutta la filiera, già in affanno per i prezzi alle stelle delle forniture di gas. Pesante anche la stima di ripercussioni sullo scaffale per il consumatore (+20% solo per la pasta).

Lo stop al nostro vino

E una minaccia molto concreta di Putin per il nostro agroalimentare è quella che riguarda il vino, che potrebbe essere oggetto di embargo da parte della Russia, in risposta alle possibili future sanzioni Ue. Le ricadute economiche sarebbero rilevanti per l’Italia, partner commerciale privilegiato di Mosca, dove attualmente esportiamo circa 150milioni di vino italiano (+35% negli ultimi 10 anni), mentre altri 49 milioni di euro di vino sono destinati all’Ucraina. Cia ricorda che le esportazioni agroalimentari Made in Italy (ortofrutta, formaggi, carni e salumi) hanno già perso 1,4 miliardi negli ultimi 8 anni a causa dell’embargo deciso da Putin nel 2014, in risposta alle sanzioni Ue per la vicenda Ucraina.

Uiv rilancia a 375 milioni di dollari

«Contro-sanzioni, ma anche danni indiretti derivanti da crollo del rublo e prezzi energetici alle stelle minacciano l’export di vino italiano in Russia». Lo scenario che il comparto del made in Italy si prepara a pagare alla guerra secondo Unione italiana vini (Uiv) è già più salato di quanto pronosticato da Cia, con lunghe code di camion alla frontiera lettone-russa, oltre a merci non ritirate in dogana. A ciò si stanno aggiungendo problemi di carattere finanziario: per effetto delle sanzioni alle banche russe si prevede infatti la sospensione dei pagamenti da Mosca, in uno scenario di stato di guerra che farà perdere le tutele assicurative sui pagamenti delle merci.

Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini

Per il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti: «Ci troviamo costretti a dover rinunciare a una piazza strategica per l’Italia, che è il primo Paese fornitore di vino in Russia, proprio in una fase di forte risalita degli ordini. In attesa fare luce sulle ipotesi di fermo delle esportazioni, consigliamo alle imprese italiane di vino di effettuare consegne verso la Russia solo dopo aver conseguito adeguate garanzie sui pagamenti».
Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base dogane, solo lo scorso anno si sono registrati ordini dalla Russia per un valore di 375 milioni di dollari, in crescita dell’11% sull’anno precedente, a fronte di 1,155 miliardi di dollari di importazioni complessive di vino dall’estero. L’Italia, primo Paese fornitore con una quota di mercato di circa il 30% davanti a Francia e Spagna, ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti (25%) e un incremento del 2% per i fermi imbottigliati.

Tra le denominazioni più richieste da Mosca, il Prosecco, il Lambrusco e l’Asti spumante, oltre ai vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Anche l’Ucraina, dove l’Italia è leader di mercato, nei primi 9 mesi 2021 ha registrato un import di vino italiano a +20% per i vini fermi e frizzanti in bottiglia, e +78% per gli spumanti.

La stretta sulle fertilizzazioni primaverili

In un periodo decisivo per le fertilizzazioni primaverili Cia ricorda poi che, con il solo blocco del nitrato d’ammonio, la Russia potrebbe dichiarare una vera guerra economica a tutta la nostra agricoltura, essendo questo l’elemento base dei principali fertilizzanti utilizzati dalle aziende agricole.

Spandiconcime in azione

Questi mezzi tecnici, che non si possono produrre in Italia perché contengono sostanze minerali esclusivamente di importazione (azoto, fosforo e potassio), sono già aumentati del 150% nelle ultime settimane e solamente per il grano rappresentano il 25% del costo di produzione. L’urea, concime fondamentale per molte colture, è quasi triplicata: 1000 euro a tonnellata dai 350 dello scorso anno. Anche i fosfati, che garantiscono il nutrimento completo necessario allo sviluppo della piante, sono passati da 350 a 700 euro a tonnellata. Cia stima, dunque, ricadute per il consumatore sui prezzi di pasta (+20%), pane e farine, prodotti che risentono anche dei prezzi dell'energia su produzione, imballaggio e soprattutto del trasporto, in un Paese in cui l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma.

Impennata energetica

Dino Scanavino, presidente di Cia Agricoltori Italiani

Cia ricorda, infine, che per le imprese agricole sta diventando impossibile andare avanti con i prezzi dell’energia divenuti insostenibili. Basti pensare ai rialzi fino al 120% delle bollette energetiche a inizio 2022, rispetto allo stesso periodo di un anno fa

Il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, si appella al Governo: «Per gli agricoltori è ancora irrisolto il caro energia, perché le nostre aziende non sono state classificate energivore. Cia non ritiene giusto considerare i costi energetici solo in relazione ai volumi consumati, ma crede sia più equo valutarne l’incidenza percentuale sui fatturati aziendali, che per gli agricoltori ha un impatto medio molto alto, sia a livello di energia termica che elettrica».

Crisi Ucraina-Russia, rischio di contro-embargo sul vino - Ultima modifica: 2022-02-28T20:13:02+01:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome