Commercio estero salvato dalla Gdo

All'estero come in Italia, a salvare il mercato del vino nei mesi caldi dell'emergenza sanitaria è stata la grande distribuzione
Crollo degli spumanti, tenuta dei fermi. I dati Istat degli interscambi dei primi cinque mesi dell'anno sono meno gravi del previsto, ma rimangono le incertezze

I dati Istat confermano il calo del commercio estero durante i mesi del confinamento da Covid 19. Il mercato ha però metabolizzato le perdite alla fine della fase 1.

Tra gennaio e maggio 2020 l’export ha infatti registrato decrementi pari solo a -3,2% in quantità e -4% in valore su base annua.
Ad evitare la caduta libera, in Italia come all’estero, è stata la Gdo che ha parzialmente bilanciato, seppure in segmenti commerciali e gamme differenziate, la grave contrazione della domanda che ha caratterizzato il canale on-trade, fermo per l’intero lockdown.

I numeri dell’export
-2,60% Vini Dop e Igp: 1,4 miliardi
-34% Spumanti Dop e Igp: 45 milioni
-1,60% Vini comuni: 59 milioni
-25% Varietali: 18 milioni
-4% Totale 2,4 miliardi

Fonte: Istat commercio estero primi 5 mesi del 2020

Resistono i vini Dop e Igp

In particolare, nei primi 5 mesi del 2020, sono stati venduti all’estero 3,69 milioni di ettolitri di Dop e Igp fermi, per un valore pari a 1,44 miliardi di euro ( -2,8% e -2,6%).

Un calo meno preoccupante rispetto ai vini comuni non territoriali, segmento meno significativo sui mercati internazionali, che invece hanno piazzato nello stesso periodo poco meno di 300mila ettolitri (-9,5% ma solo -1,6 in valore).

I mercati di riferimento rimangono Germania, Regno Unito e Stati Uniti, player che hanno assorbito, anche nel trimestre marzo-maggio 2020, il 60% dei vini Dop e Igp venduti all’estero per un totale di 1,4 milioni di ettolitri e 470 milioni di euro.

Resiste anche il mercato canadese, subordinato all’applicazione dell’accordo Ceta, caratterizzato da una buona crescita nei primi 5 mesi 2020 sia per i Dop e Igp (3,4% in quantità e +8% di fatturato) che per i vini comuni fermi (+18,4% e +24%).
In generale i vini fermi Dop e Igp hanno dimostrato una maggiore resilienza rispetto agli spumanti territoriali che, al netto di Prosecco e Asti spumante Dop, hanno fatto registrare nel complesso una sostanziale flessione dell’export durante i mesi di lockdown.

Rispetto al dato medio anche la situazione dei Dop è comunque fortemente differenziata a livello territoriale: bene i bianchi trentini e friulani (+10,5% in volume e +7% in valore), sul filo i veneti (+3,2% e -1%) ed i rossi piemontesi (-3% e +2,1%), male invece per toscani (-8,1% e -2,9%) e siciliani (-20,6% e -19,4%).

Effetto stock

I dati Istat dimostrano come il calo del commercio estero sia stato piuttosto graduale: la progressiva riapertura del canale on-trade ha causato la vendita, altrettanto graduale, delle scorte di vino temporaneamente bloccate durante l’emergenza sanitaria presso clienti e distributori: un effetto-stock che probabilmente ha ritardato la ripresa delle commesse e che ha contribuito ad accumulare nel mese di maggio le maggiori perdite sia in termini di volume che di fatturato.

Ferma restando una rimodulazione del commercio estero già da aprile, il mercato ha quindi subìto una flessione differita rispetto al periodo di confinamento, fenomeno che ha caratterizzato tutti i vini con consistenti perdite a doppia cifra.

Rimangono le incertezze

Accanto alle perdite economiche nette dovute alle mancate vendite occorre considerare un problema di posizionamento sul mercato: l’emergenza Covid 19 ha infatti rimandato le attività di promozione ed i progetti finanziati dalla relativa misura prevista dal Piano nazionale di settore dell’Ocm.

E se da un lato gli addetti ai lavori chiedono un incremento del budget da destinare alla promozione, dall’altra parte è ancora presto per valutare l’efficacia delle misure di emergenza, distillazione di crisi e vendemmia verde, introdotte proprio per limitare le eccedenze in cantina e governare, insieme all’offerta, i prezzi all’origine.

Scarica le tabelle sull'andamento del commercio estero per principali tipologie (gennaio-maggio 2020)


Giù gli spumanti, meno Prosecco e Asti

Crolla il segmento spumanti Dop e Igp che, nonostante il contributo di Prosecco e Asti spumante, registra perdite pari a circa -35% sia in termini di volume che di introiti.

La corazzata Prosecco ha invece mantenuto, seppure con qualche difficoltà, la rotta commerciale: 981mila ettolitri (+3,1%) con un fatturato tuttavia in lieve calo che sfiora i 370 milioni di euro (-2,9%). Anche in questo caso preoccupa però il grosso calo in maggio (-27% in valore e -18,6% in quantità) per le mancate vendite negli Stati Uniti e Regno Unito.
Buoni anche i numeri dell’ Asti spumante Dop che ha fatto registrare un incremento sia in valore (+6,9% per quasi 37 milioni di euro) che rispetto ai volumi venduti all’estero, pari a oltre 100mila ettolitri (+18,2%)

Commercio estero salvato dalla Gdo - Ultima modifica: 2020-09-01T19:57:20+02:00 da Lorenzo Tosi

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