Come esportare Amarone se l’addetto vendite è respinto alle frontiere?

Luciano Begnoni di Cantina Santa Sofia
Il commercio di vino ai tempi del coronavirus. Tra blocchi logistici, richieste ingiustificate di certificati, fiere che saltano e discriminazioni del made in Italy la filiera prova a resistere. Il caso di Cantina Santa Sofia, marchio storico della Valpolicella

Tra i marchi più importanti dell’Amarone della Valpolicella e del Recioto c’è la cantina Santa Sofia, vini di qualità da 53 ettari vitati a a Pedemonte, nord ovest di Verona. La famiglia Begnoni, il papà Giancarlo e il figlio Luciano, guidano da anni quest’azienda la cui sede ricade in una storica Villa Palladiana, le cui origini risalgono al 1565, anno in cui il nobiluomo Marcantonio Serego, affidandosi al famoso architetto Andrea Palladio, fece erigere nella sua proprietà una superba villa gentilizia, oggi simbolo della cantina.

Con un export che conta circa l’83% dell’intera produzione Santa Sofia è un caso perfetto di azienda esposta alla crisi di mercato scatenata dalle recenti misure restrittive attuate dai governi per frenare l’avanzata del coronavirus.

Danimarca off limits

Blocchi ai confini danesi per controlli sul coronavirus

Ne abbiamo parlato con Luciano Begnoni, responsabile per l’azienda di famiglia proprio dei mercati esteri.

Quali problematiche state affrontando a causa della crisi coronavirus e in che misura?

«La situazione attualmente è piuttosto problematica, il panico generalizzato ha portato a reazioni di forte contrasto nei confronti dei produttori italiani, che vedono ordini, appuntamenti e incontri annullati o rimandati con tutti i Paesi esteri con cui si hanno relazioni commerciali. Ad esempio, il nostro responsabile vendite era partito l’altro giorno per un viaggio di lavoro in Danimarca: una volta arrivato è stato messo in "quarantena", hanno annullato tutti i suoi appuntamenti e l’hanno fatto rientrare in Italia il giorno seguente».

Avete riscontrato casi di richiesta di particolari certificazioni a garanzia della “immunità” dei vini e se sì in quali Paesi?

«Al momento per fortuna nessuno»

Quali sono i Paesi in cui siete più presenti con i vostri vini e con quali numeri?

«Siamo presenti in 65 Paesi in tutto il mondo, con una percentuale di produzione destinata all’esportazione dell’83%. I Paesi con cui abbiamo maggiori rapporti commerciali sono Nord Europa, Germania, Stati Uniti e Canada».

I mercati più a rischio

E quali sono i Paesi in maggior sofferenza per esportazione al momento? 

«In primis ovviamente, la Cina e tutto il Far East. A seguire Danimarca, Norvegia e Svizzera, che hanno recentemente preso la decisione di chiudere le frontiere per almeno 3 settimane».

Il presidente cinese Xi Jinping. La crisi coronavirus sta bloccando la crescita di mercati decisamente ricettivi per l'Amarone della Valpolicella

In questo scenario fortemente negativo c’è qualche raggio di sole?

«È un momento sicuramente difficile, soprattutto nell’ottica degli ultimi investimenti fatti dall’azienda. Avevamo iniziato quest’anno ad attuare una serie di strategie per incrementare il fatturato, in parallelo ai lavori di costruzione della nuova cantina, e abbiamo recentemente assunto un nuovo export manager.

Siamo in attesa, con fiducia, che si ritorni a una situazione normale o almeno a un miglioramento».

Unire le forze per strategie di rilancio condivise

Cosa dovrebbe fare la politica per rilanciare il made in Italy? Avete un’idea?

«Trovo che sia essenziale focalizzarsi in maniera positiva sul futuro, pianificando quindi strategie collettive di marketing e commerciali su come dovremo agire una volta passata la crisi, piuttosto che continuare ad accrescere la sensazione di già forte ansia e panico che si è diffusa».

Il mercato interno può essere una soluzione o è già saturo? 

«Potrebbe essere una soluzione, ma non possiamo ignorare il fatto che ci sia stato un drastico calo delle vendite, soprattutto in Italia: la rete agenti di Santa Sofia comprende 70 persone sparse in tutta la Penisola e ognuna di loro si trova in grande difficoltà. Infatti, vista l’incertezza del momento, i clienti sono restii a fare ordini».

Prowein salta un giro: la crisi coronavirus ha spinto la fiera tedesca ad annullare l'edizione 2020 e dare appuntamento agli espositori direttamente a marzo 2021.
Come esportare Amarone se l’addetto vendite è respinto alle frontiere? - Ultima modifica: 2020-03-06T14:50:11+01:00 da Lorenzo Tosi

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