Molte le perplessità e i dubbi espressi dal settore agricolo in riferimento alle nuove norme fiscali introdotte dal decreto Renzi che andranno a colpire 40 mila imprese agricole soprattutto del nord Italia (dove è incentrato il 75% dello sviluppo di impianti per la produzione di energia pulita) e interesseranno un fatturato che supera i 600 milioni l’anno. Il Comma 1 dell’articolo 22 sancisce, nello specifico, una modifica nella tassazione del reddito di tutte quelle aziende agricole che hanno investito in impianti a biogas, biometano e fotovoltaico. Di fatto, con il nuovo decreto, il reddito che deriva dalla produzione e cessione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili sarà tassato del 25%, un valore che è aumentato rispetto alla situazione legislativa presente prima dell’introduzione di questo nuovo decreto. Così come anticipato da Agrinsieme, anche UNCAI sottolinea come la pesante tassazione alle quale sono sottoposte le imprese certamente non aiuta gli investimenti in fonti rinnovabili. L’Unione Nazionale Contoterzisti e Agromeccanici e Industriali esprime, attraverso il Presidente Aproniano Tassinari, “grande preoccupazione per le ricadute sul mondo del contoterzismo, largamente impegnato nel settore”. E continua il presidente: “L’introduzione di questo decreto segna un grave colpo all’equilibrio economico-finanziario delle imprese agricole che si vedono in pesante difficoltà anche a livello bancario”. Secondo le stime apparse sul Sole24Ore l’impegno finanziario richiesto per la realizzazione degli impianti biogas e biometano varia dai 4 ai 5 milioni, si evince, quindi, quanto sia importante una revisione dell’impianto delle nuove norme per non penalizzare il settore primario.
Tassazione del reddito delle aziende agricole che hanno investito in impianti a biogas, biometano e fotovoltaico
UNCAI: troppo pesante la nuova tassazione sull’energia pulita
Preoccupazione per il nuovo decreto introdotto da Renzi che colpisce le imprese agricole