Tre proposte per fare fronte
alla pesante crisi che si profila
per il vino post emergenza covid 19.
Sono quelle formulate dalle associazioni di filiera (Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi) nell’incontro del tavolo del vino istituito dal Ministero delle Politiche agricole.
Il ritorno della distillazione
La prima proposta riguarda l’attivazione della distillazione di crisi. Una misura su base volontaria per togliere dal mercato una quota consistente di vino soprattutto da tavola e per contribuire alla produzione di alcol ad uso medicale. L’obiettivo è quello di garantire un minimo di flusso economico alle cantine, alle prese con una forte crisi di liquidità che rischia di condizionare i prossimi approvvigionamenti.
Contenimento delle rese produttive
La seconda richiesta prevede il contenimento delle rese produttive attraverso il finanziamento della vendemmia verde, magari collegata a meccanismi più flessibili (con controlli meno impegnativi per le istituzioni) come la riduzione dei massimali produttivi delle doc.
La filiera auspica che la misura possa essere sostenuta dalle regioni, con l'obiettivo di ridurre la produzione per la successiva campagna vendemmiale e data la mancanza di forza lavoro nella fase dell'anno nella quale la vendemmia verde è normalmente attivata (mese di giugno), il mondo del vino chiede inoltre lo spostamento del calendario, dando la possibilità di esercitarla anche nel mese di luglio.
Una richiesta che mira a dare ossigeno ai viticoltori, per metterli al riparo da ribassi e speculazioni, in vista della vendemmia.
Riserva vendemmiale e stoccaggio dei vini da invecchiamento
La terza misura riguarda l’incentivazione della riserva vendemmiale e dello stoccaggio. Una misura che si rivolge soprattutto ai piccoli e medi produttori di vini a denominazione adatti all’invecchiamento. Produzioni che presumibilmente si troveranno a fare fronte, anche nei prossimi mesi, alle forti difficoltà del canale Horeca.
Hotel e ristoranti saranno infatti tra gli ultimi ad attuare la fase 2. Con regole di distanziamento che renderanno per molti esercizi difficile proseguire l’attività e a risentirne saranno soprattutto le piccole e medie cantine che hanno come sbocco commerciale preferenziale proprio il segmento on-trade.
Ok dal Mipaaf, ma le risorse sono limitate
Proposte che il Mipaaf è disposto a realizzare, ma occorre fare i conti con le limitazioni del
bilancio a disposizione, all’Interno del Pns (piano nazionale di settore) per le misure di distillazione e vendemmia verde: non più di 30 milioni di euro per una richiesta che si stima superi già gli 80 solo per la distillazione. Il ministero guidato da Teresa Bellanova ha calcolato la possibilità di ricavare risorse aggiuntive dall’introduzione di meccanismi di flessibilità nell’applicazione delle altre misure ocm come promozione e restyling, ma serve la collaborazione delle Regioni.
Alleanza tra Paesi produttori
Un piano d’intervento che potrebbe essere di ben maggiore portata se si potesse disporre di risorse supplementari da Bruxelles. L’ipotesi della distillazione straordinaria trova infatti ampio consenso non solo in Italia, ma anche negli altri Paesi viticoli come Francia e Spagna, con l’obiettivo di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vino.
Teresa Bellanova ha quindi preso, questa mattina, carta e penna per sollecitare il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski a stanziare risorse per fare fronte a queste ed altre misure di emergenza.
E Wojciechowski cambia idea
Il commissario polacco ha però finora rigettato ogni richiesta di finanziamento di misure di
stoccaggio di crisi a causa delle ristrettezze imposte dal periodo di transizione tra vecchia e nuova Pac. «Le misure di mercato – ha affermato di recente Wojciechowski rispondendo alle sollecitazioni della Commissione agricoltura dell’EuroParlamento – dipendono dai fondi disponibili, ma attualmente non possiamo disporre sulle risorse di un bilancio pluriennale, né di quello del 2021».
L’unica disponibilità potrebbe derivare dai 467 milioni del fondo di crisi Pac. Un tesoretto mai attivato in precedenza, che però potrebbe risultare insufficiente a sostenere le richieste provenienti non solo dal vino, ma anche dagli altri settori come latte e carne.
La pressione di Bellanova e degli altri ministri agricoli comunitari potrebbe però presto
produrre i frutti desiderati. A Bruxelles è infatti stata annunciata una conferenza congiunta tra il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il commissario all’agricoltura. Sul tavolo potrebbe esserci la proposta di attivare fondi extra Pac per attivare le misure anti crisi destinate all’agricoltura. Una sorta di anticipazione del tesoretto dei mille miliardi promessi con le misure futuribili del New Green Deal.