La sostenibilità invade anche la tipicità

I nuovi pre-requisiti di tutela dell’ambiente previsti dalla nuova normativa sulle indicazioni geografiche si sommeranno ai vincoli su agrofarmaci, imballaggi, emissioni e carbon farming. Rigotti (Alleanza delle Cooperative) ribadisce al Vinitaly che la cooperazione è disponibile ad affrontare la sfida della sostenibilità, ma sollecita un confronto costruttivo sugli strumenti e sui tempi per realizzarla. La risposta di Joao Onofre, Capo Unità IG della DG Agri Commissione Europea…

Vinitaly, il miracolo del vino e… dell’acqua.

Sotto un cielo veronese finalmente vivacizzato dall’alternanza di sole e pioggia, il settore cooperativo europeo si interroga sul futuro del vino tra cambiamenti climatici, crisi geopolitica e transizione ecologica.

Un ingrediente di moda

Anche perché la sostenibilità è ormai diventata il prezzemolo o, se preferite, la curcuma della politica vitivinicola europea: si ritrova in tutte le salse.

Condiziona infatti tutte le strategie e le azioni comunitarie: dalla bozza del regolamento degli usi sostenibili degli agrofarmaci (con l’imposizione di obiettivi di riduzione che arrivano al 62% per l’Italia e addirittura zero per le cosiddette aree sensibili), alla proposta di regolamento sugli imballaggi (con l’intento di passare dal riciclo a un poco gestibile riuso del vetro), fino alla proposta di regolamento sulle indicazioni geografiche (che prevede anche il possibile inserimento di impegni di sostenibilità all’interno dei disciplinari di produzione di Dop e Igp).

E all’orizzonte si intravedono nuovi vincoli e paletti anche per la prossima applicazione della certificazione sulla rimozione del carbonio (Crcf) e sul quadro del sistema alimentare sostenibile (Fsfs).

Intese condivise tra la cooperazione di Italia, Spagna e Francia

Luca Rigotti, coordinatore settore vitivinicolo Alleanza delle Cooeprative

«Il mondo della cooperazione – ribadisce Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari – non ha paura della sostenibilità».

Il modello cooperativo, spesso costituito dall’aggregazione di tanti produttori anche di piccole dimensioni, si è infatti dimostrato il più efficace ad applicare azioni di sistema a livello territoriale, capaci di costruire e gestire filiere che funzionino non solo per i produttori e consumatori, ma anche per il clima e l’ambiente.

Un messaggio positivo condiviso da Anne Haller, Direttrice Generale dei Vignerons Coopérateurs de France, Fernando Ezquerro, Presidente del Consejo Sectorial de Vino de Cooperativas Agro-alimentarias de España nel corso dell’incontro organizzato dall’Alleanza presso la sala Rossini di Veronafiere e moderato da Edagricole.

«Il nostro impegno – ricorda Rigotti – per utilizzare meno pesticidi, ridurre le emissioni di gas serra, rispettare il suolo e l’ambiente è arrivato ben prima del Green deal e ha prodotto risultati significativi, ma impiegando il giusto lasso di tempo».

«Ora il climate change – commenta Ezquerro – impone di intensificare questi sforzi ed è questa la sfida che anche il settore vitivinicolo spagnolo ha davanti». «Occorre però che i temi della sostenibilità ambientale continuino ad essere coniugati con quelli della redditività e della coesione sociale dei territori».

«La sostenibilità – evidenzia Haller – si deve innanzitutto basare su obiettivi sostenibili, per lo meno nei tempi, altrimenti si creano solo delle illusioni». «Se vogliamo ridurre considerevolmente gli agrofarmaci, ad esempio, occorre poter applicare tutte le innovazioni tecnologiche che lo permettono, come gli Ngt, le nuove biotecnologie sostenibili».

Una cura da cavallo

«Condividiamo – afferma Ramon Armengol, presidente del Cogeca – l’ambizione di queste iniziative comunitarie, ma chiediamo anche di valutarne l’impatto sul tessuto produttivo vitivinicolo e agricolo europeo». «Siamo fortemente convinti che il futuro del nostro settore passi dalla sostenibilità, un obiettivo strettamente connesso ai valori, principi e modelli di sviluppo della cooperazione. Occorre però evitare che le misure proposte finiscano per compromettere un tessuto produttivo già messo in crisi dall’impatto della crisi climatica e di quella inflattiva».

Ovvero: se la sostenibilità è la medicina per contrastare il climate change, occorre però evitare sovradosaggi che finiscano per procurare la morte del paziente.

Per questo la cooperazione europea sollecita un confronto costruttivo, l’attivazione di un tavolo negoziale con le istituzioni comunitarie. Ad esempio per chiedere che i pre- requisiti di sostenibilità legati ai disciplinari delle denominazioni di origine rimangano volontari.

I dossier caldi su promozione e Ig

Joao Onofre

Un invito raccolto da Joao Onofre, Capo Unità IG della DG Agri Commissione Europea. Che a Verona ribadisce che «il percorso della Farm to Fork è ormai tracciato e fuori discussione, mentre nulla è ancora definitivo riguardo agli strumenti per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità (che quindi si possono ancora negoziare)».

«Il settore vitivinicolo – mette in allerta Onofre – dovrebbe però preoccuparsi dei segnali di contrazione delle vendite che arrivano dai mercati, con stili di consumo ormai condizionati dalle conseguenze dell’intreccio delle crisi in corso». Lo strumento giusto per affrontare queste crisi dovrebbe essere costituito da adeguate strategie di promozione, ma a questo riguardo Onofre non sa ancora dettare i tempi della riforma della disciplina europea sulla promozione e su possibili conseguenze come l’esclusione di altri settori oltre al tabacco (un rischio che preoccupa – e non poco – il mondo del vino).

E riguardo ai vincoli di sostenibilità all’interno della disciplina delle indicazioni geografiche Onofre rassicura ricordando che la politica europea sulla qualità delle produzioni agroalimentari è stata sempre basata sulla devoluzione e sulla sussidiarità. «Saranno i Consorzi a stabilire i vincoli di sostenibilità a livello territoriale, e a quel punto i produttori dovranno però osservarli».

Piccinini (Alleanza Coop): «Il vino sia inserito nel nuovo regolamento»

Carlo Piccinini, presidente di Alleanza cooperative

Eventuali vincoli ulteriori che non condizionano le valutazioni della cooperazione italiana riguardo al regolamento sulle indicazioni geografiche. «Siamo pienamente favorevoli – conclude Carlo Piccinini, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – all’inserimento del vino in questa disciplina, senza che rimanga isolato all’interno dell’Ocm». «E questo anche per ribadire che il valore di questo prodotto». «Che non è solo alimentare, ma soprattutto paesaggistico, sociale e culturale»

La sostenibilità invade anche la tipicità - Ultima modifica: 2023-04-03T21:40:58+02:00 da Lorenzo Tosi

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