Germoglierà il seme della robotica nella viticoltura italiana, sparso a Cervignano del Friuli (Udine) dagli organizzatori di “Enovitis in campo”? Per saperlo, siamo andati a curiosare tra i 171 stand degli espositori convenuti nell’azienda Cà Bolani che, con i suoi 570 ettari vitati, è l’azienda friulana più importante del Gruppo Zonin1821.
«In questa 16ma edizione dell’esposizione – spiega il brand manager di Enovitis, Giordano Chiesa – per la prima volta abbiamo aperto e presentato la sezione “Robotica&Innovazione”. Fino all’anno scorso i robot o “droni terrestri”, per lo più erano dei prototipi, ma ora la ricerca e la tecnologia hanno prodotto le prime macchine di questo tipo utilizzabili in vigneto (soprattutto a guida autonoma ed elettriche). Credo, ovviamente, che siamo solo agli inizi e che il settore, con gli adeguati strumenti normativi e regolatori messi a punto, avrà una notevole espansione – conclude Chiesa – poiché, tra l’altro, le aziende non solo sono più attente al lato green del loro lavoro, ma hanno anche sempre più difficoltà a reperire manodopera specializzata per determinate operazioni».
Articolo tratto da Terra e Vita 22
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Un mercato in crescita
La leadership italiana nel campo dell’enologia e della viticoltura si riflette anche nei suoi macchinari. Un comparto che negli ultimi due anni ha visto crescere di circa 1/3 il proprio mercato export, grazie anche a una fortissima accelerazione nell’ultimo anno (+25%).
Irroratrici, nebulizzatrici, motozappatrici, cimatrici ma soprattutto trattori di piccole dimensioni e bassa potenza “Made in Italy” (dove il fatturato del comparto della viticoltura incide per circa il 40%-50% del totale), hanno registrato lo scorso anno un autentico boom commerciale all’estero, a partire dai mercati Ue che rappresentano oltre il 70% delle vendite oltreconfine. La Francia, con una crescita tendenziale di ordini nel 2021 di oltre il 36% e un controvalore di 144 milioni di euro, si conferma il primo mercato al mondo della domanda di trattori italiani con potenza da 37Kw a 75 Kw, seguita dalla Germania (+24%), dalla Spagna (+55%) e dall’Austria (+49%). Tra gli incrementi top, la Slovenia (+111%) raddoppia i propri ordini mentre nell’extra-Ue si conferma la crescita del mercato in Sud Africa (+46%), in Cile (+84%) e in Israele (+63%). Stabile il trend della domanda statunitense.
A Ca’ Bolani, dunque, uno spazio è stato dedicato anche alla robotica (che parla ancora poco italiano, per quello che abbiamo visto) applicata alla viticoltura per presentare le nuove macchine e attrezzature in grado non solo di svolgere più operazioni contemporaneamente e di trasmettere da remoto i dati ottenuti, ma anche di relazionarsi direttamente con il vigneto. Macchine “autonome” che portano a termine i propri compiti con una limitata e più sicura presenza dell’operatore.
Ted rincalza scavallando
Il Ted, fabbricato in Francia dalla Naïo Technologies e commercializzato in Italia dalla milanese Agrico, è uno scavallatore autonomo utilizzabile per le lavorazioni del terreno, le operazioni di rincalzatura sui filari e di diserbo meccanico. Segue la mappatura del Gps, è 100% elettrico, con un’autonomia di 8-10 ore equivalente a 4-5 ha/giorno. È un “drone terrestre” che si muove tra i filari con una precisione operativa <2 centimetri. Lo sviluppo tecnologico della macchina prevede l’implementazione con defogliatrice, spollonatrice, irroratrice a tunnel e trinciatrice. Il costo d’acquisto si aggira attorno ai 100.000 euro.
Bakus multifunzione
Anche il Bakus è fabbricato in Francia, dalla VitiBot. Distribuito in Italia dalla trevigiana Rinaldin Group, è un trattore a guida autonoma, 100% elettrico. Esegue le lavorazioni del terreno, falcia l’erba e monta attrezzi per il diserbo meccanico. Prossimamente sarà pure disponibile il sistema di irrorazione con il pannello di recupero. Altri strumenti allo studio: potatrice, sfogliatrice e prepotatrice.
Governato dal Gps, offre una precisione millimetrica nelle operazioni e un’autonomia delle batterie di circa 10 ore di lavoro. Alcuni esemplari sono già stati venduti ad aziende viticole del NordEst italiano.
Slopenhalper, dalla Slovenia senza guidatore
Lo Slopenhalper, invece, è stato sviluppato in Slovenia dalla PeK automotive. Sostanzialmente, si tratta di un portattrezzi 100% elettrico, a guida completamente autonoma, in grado di coprire il 90% dell’intero ciclo agricolo dei vigneti (trattamenti esclusi) avendo la possibilità di montare un’ampia serie di attrezzi. Segue la mappatura del Gps e dispone di un’autonomia operativa di 14 ore. La macchina completa ha un costo d’acquisto prossimo ai 150.000 euro.
Robocut, il compatto cingolato
Più semplice è il Robocut dell’inglese McConnel, commercializzato in Italia dalla padovana Pratoverde. Una macchina compatta, telecomandata, cingolata, portattrezzi utilizzabile in viticoltura soprattutto per sfalciare gli interfilari e trinciare i sarmenti. Si dimostra particolarmente adatta per i lavori in terreni con forte pendenza (anche 55°). È autosterzante e monta motori convenzionali, alimentati a benzina, di varia potenza.
ARVAplant Mobile, l’assistente progettista
Il sistema ARVAplant Mobile della milanese ARVAtec, si presenta come un sistema semplice ed efficiente per tecnici esperti che possono così risolvere direttamente in campo il problema della “progettazione” dell’impianto di un vigneto. Il sistema permette l’esecuzione del tracciamento e il calcolo del materiale necessario da parte di un solo operatore e in qualsiasi condizione di terreno. Di particolare importanza è la possibilità di stabilire le necessità numeriche dei materiali in maniera precisa prima dell’impianto con una puntuale programmazione, evitando sprechi e perdite di tempo nonché disagi operativi. Lo strumento, particolarmente indicato per impianti manuali, offre una possibilità concreta di supporto e risparmio economico alla realizzazione di impianti anche in condizioni di terreno non adatte alla meccanizzazione. Ha ricevuto il riconoscimento “New Technology” della rassegna.
Abaco4Grapes: un po’ Dss, un po’ program manager
In termini di proposte software per lo smart farming, è interessante la soluzione proposta da Abaco4Grapes. Una piattaforma nata dalla collaborazione tra la friulana Perleuve e il mantovano Abaco Group, player impegnato nell’utilizzo delle risorse territoriali focalizzato sull’agricoltura 4.0.
La piattaforma unisce la profonda esperienza sul campo all’utilizzo dei modelli predittivi in grado di valutare il rendimento delle uve, con l’obiettivo di offrire agli operatori nuove strategie di gestione del vigneto, volte a migliorare la qualità e la resa della vendemmia nell’ottica della viticoltura di precisione e della digitalizzazione aziendale.
Abaco4Grapes consente di gestire la produzione viticola a 360 gradi: dai modelli previsionali delle ampelopatie (con una riduzione possibile del 30% dei fitosanitari) alla disponibilità idrica; dalla fertilità dei suoli all’andamento meteorologico; dalla programmazione delle operazioni colturali alla gestione dei vari costi. Tutta questa quantità di informazioni è fruibile dal vignaiolo in un unico punto, ovunque si trovi, grazie all’utilizzo di indici e dati e di un sofisticato sistema di allerta.
Trattamenti smart
L’atomizzatore Smart Synthesis Hybrid della veronese Caffini, trainato dal trattore, ha introdotto il controllo in tempo reale della portata d’aria del ventilatore in relazione alle caratteristiche della vegetazione. Ciò è reso possibile dall’azionamento elettrico del ventilatore. La regolazione del volume d’aria è fondamentale nel garantire l’efficacia del trattamento (+40% di deposito sulla vegetazione), limitare il deleterio fenomeno della deriva (-70%) e ridurre i consumi energetici della trattrice (-30%). L’impiego di ugelli PWM a gestione pulsata del getto, permette la formazione di una popolazione di gocce che non cambia in dimensione al variare della portata della miscela.
Riconoscimento “Technology Innovation Award” da parte di Enovitis.
L’e-Sprayer della Nobili di Bologna, “Technology Innovation Award” per la rassegna in campo, è un atomizzatore trainato che si caratterizza per l’elevata innovazione di sistema, non solo per quanto riguarda la macchina operatrice full electric, ma anche per aver messo a punto un cantiere interconnesso con l’evoluzione “E-source NewHolland”. Il sistema 100% elettrico, con pompa e ventola indipendenti, apre un nuovo scenario tecnologico nella viticoltura, in quanto consente le migliori tarature degli organi funzionali, un notevole risparmio energetico, una trasmissione pulita della potenza senza l’utilizzo del cardano e un cantiere operativo maneggevole e agile.
L’azienda francese UV Boosting, con la sua gamma di macchine Helios, propone un sistema di emissione di raggi UV-C, un metodo fisico innovativo per il controllo in vigneto di alcune malattie fungine (peronospora e oidio, in primis). L’attrezzo stimola i meccanismi di difesa naturali della pianta (attraverso una maggior produzione di acido salicilico) e risponde, quindi, alle esigenze di riduzione dell’utilizzo dei prodotti chimici (-30%/-50%) nelle vigne. Lavora con una trasmissione cardanica collegata alla trattrice che può lavorare a una velocità di 2-4 km/h. Ha ricevuto il riconoscimento “New Technology” da parte della rassegna.