Rame in vigneto, le evidenze emerse dalle prove sperimentali FEM

Daniele Prodorutti, Fondazione Edmund Mach
A colloquio con Daniele Prodorutti, responsabile dell’Unità Agricoltura Biologica e Qualità del Suolo in FEM

Sembra strano, ma dopo oltre 100 anni di impiego di rame e zolfo per la difesa del vigneto da peronospora e oidio, c’è ancora da sperimentare. Questo perché dopo tanti anni non si è ancora trovato un prodotto alternativo al rame che, assieme a molti aspetti positivi, presenta alcune criticità, che hanno fatto sì che a livelo europeo venisse imposto il limite dei 28 kg/ha nei 7 anni. Certo è che dopo molti anni vi sono ancora molte domande sull’ottimizzazione dell’impiego di questa sostanza attiva.

Il rame è ancora oggi il prodotto di riferimento per la difesa in viticoltura biologica. La Fondazione Mach da anni sta portando avanti prove sperimentali che riguardano specificatamente la difesa per la viticoltura biologica. Come da tradizione, la prima settimana di agosto di ogni anno ha luogo la presentazione dei risultati delle prove sperimentali.

Responsabile dell’Unità Agricoltura Biologica e Qualità del Suolo in FEM è Daniele Prodorutti. A lui abbiamo poste alcune domande.

Quali risultati avete ottenuto nelle prove sperimentali? Quale correlazione tra le dosi distribuite e la concentrazione rilevata sulla vegetazione?

"Le prove sperimentali di difesa 2025 hanno avuto come obiettivo il controllo di peronospora e oidio, mettendo a confronto strategie con rame, utilizzato da solo o in miscela con diversi formulati commerciali a base di zolfo. Similmente a quanto osservato nel 2024, l’aggiunta di zolfo ha permesso di incrementare significativamente l’efficacia del rame contro peronospora, sia su foglie che su grappoli, confermando che lo zolfo può avere un buon effetto sinergico con il rame. In un contesto di riduzione del dosaggio medio per ettaro, sono state avviate sperimentazioni mirate a valutare l’efficacia delle dosi di rame. Sono stati misurati gli apporti di rame sulla vegetazione a seguito di un trattamento a dosaggio noto ed è stato possibile misurare la variabilità all’interno della chioma. Questo ha permesso poi di misurare in laboratorio l’efficacia contro peronospora delle diverse concentrazioni di rame rilevate sulla vegetazione e in particolare di identificare qual è la dose minima efficace, che corrisponde circa a 5 mg di rame metallo/m2 di superficie fogliare".

Qual è l’impatto della bagnatura fogliare sulla sua efficacia?

"Nell’ambito di un progetto siamo andati a verificare se le bagnature fogliari (in assenza dilavamento) possono provocare una perdita di efficacia del rame. Dobbiamo considerare che la chioma è composta da vari strati fogliari e che quindi quelli interni possono essere soggetti a umidità più alta e bagnature non riscontrabili nella parte esterna della chioma. Lo studio voleva determinare l’efficacia antiperonosporica di trattamenti rameici a dose nota, a seguito di bagnature fogliari di durata diversa. Le bagnature sono state effettuate dopo il trattamento e prima della pioggia infettante. I sali di rame a basse dosi testati nella prova hanno evidenziato un calo di efficacia a seguito di bagnature di breve durata. Si ipotizza che questo calo sia dovuto a un cambiamento nella configurazione dei cristalli di rame sulla vegetazione in forme meno attive".

Qual è la resistenza al dilavamento di diversi formulati rameici e quale importanza ha la distribuzione?

"I sali rameici hanno avuto un costante miglioramento nella tecnologia di produzione e formulazione, che hanno consentito una maggiore persistenza sulla vegetazione e di conseguenza e una maggiore resistenza al dilavamento. Queste caratteristiche consentono di adeguare i dosaggi ai limiti attualmente in vigore e si adattano meglio alle condizioni climatiche attuali, caratterizzate talvolta da eventi meteorologici estremi. Le prove di distribuzione dimostrano che gli apporti di rame più bassi si verificano nella parte interna della vegetazione e questo comporta che il grappolo non abbia sempre un’adeguata protezione. Nella difesa da peronospora dobbiamo tenere in considerazione anche la qualità di distribuzione nelle pagine inferiori delle foglie. La copertura della vegetazione cambia in funzione della taratura delle attrezzature, delle loro condizioni di utilizzo e dello sviluppo della chioma, che varia con il procedere della stagione. È quindi importante trovare il corretto equilibro tra gestione della chioma e omogeneità di distribuzione. Un’adeguata manutenzione e regolazione delle attrezzature distributive sono importanti per garantire l’uniformità dei trattamenti, per incrementare l’efficacia e ridurre gli sprechi di miscela fitosanitaria".

Quali sono le indicazioni più rilevanti emerse dalla sperimentazione condotta in FEM?

"Il rame rimane al momento il principio attivo di riferimento per la difesa antiperonosporica in viticoltura biologica. Lo zolfo può rappresentare un buon coadiuvante al rame per migliorarne l’efficacia e costituisce comunque il principale strumento per la difesa antioidica biologica. Le direzioni più promettenti per la sperimentazione includono lo sviluppo di formulazioni rameiche innovative che ne migliorino la persistenza, la distribuzione e l’efficacia. La qualità del suolo rimane un elemento fondamentale per le produzioni agricole, sia biologiche che integrate. Uno studio condotto nei vigneti trentini ha mostrato che l’effetto delle caratteristiche del suolo e dell’attività viticola sulla biodiversità degli organismi viventi dipende dal tipo di suolo stesso. Capire i fattori naturali e le pratiche agricole che influenzano gli organismi del terreno ci aiuta a prevenire gli effetti negativi dei cambiamenti ambientali sulla vita e sulle funzioni del suolo".

Rame in vigneto, le evidenze emerse dalle prove sperimentali FEM - Ultima modifica: 2025-08-07T18:28:13+02:00 da Redazione

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