Mobrici: «Chiediamo la rimodulazione dei fondi Ocm»

Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d'Asti e vini del MOnferrato
Più flessibilità per la gestione della produzione in vigneto e cantina. Per questo obiettivo il presidente del Consorzio del Barbera d'Asti e Vini del Monferrato chiede l’attivazione di distillazione e vendemmia verde coordinata alla riduzione di resa. Ma anche misure specifiche per il territorio come l’aumento del taglio d’annata e incentivi allo stoccaggio

Un ventaglio di misure per sostenere il mondo del vino ai tempi del coronavirus.

Dallo snellimento della burocrazia per reperire la manodopera in campagna alla flessibilità dei contratti di lavoro, anche temporanei, fino all’accesso al credito anche a costo zero; una misura per sostenere le cantine, soprattutto le più piccole, che stanno pagando più di tutte la chiusura del canale Horeca.

Ne abbiamo parlato con Filippo Mobrici, il presidente del Consorzio del Barbera d'Asti e Vini del Monferrato. Un consorzio che in numeri conta: 11.586 ettari, il 26% dell'intera superficie vitata piemontese, 350 aziende associate e 13 denominazioni di origine. Tre sono Docg: Barbera d'Asti, Nizza e Ruchè di Castagnole Monferrato. Le altre 10 sono Doc: Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte, Terre Alfieri.

Vendemmia verde coordinata alla riduzione di resa

Presidente cominciamo dalla rimodulazione dei piani dell’Ocm.
Ne stiamo parlando a livello regionale all’interno di Piemonte Land per chiedere alla Regione una serie di misure, tra cui anche la rimodulazione dei fondi dell’Ocm.
Quali misure?
Una di queste sarebbe la distillazione, che potrebbe andar bene per alcuni vini freschi d’annata, ma che sicuramente non risolve il problema dei vini d’affinamento, per i quali riteniamo utili altri interventi, ad esempio una rimodulazione dell’attuale strumento della vendemmia verde, prevista dall’Ocm, legandola eventualmente a una riduzione della resa, a seconda delle Doc: in tal caso i fondi della vecchia vendemmia verde potrebbero andare a supporto della mancata resa. La distillazione si fa normalmente per il prodotto delle annate precedenti e per alcune tipologie, invece per la prossima vendemmia lo strumento più idoneo potrebbe essere una riduzione della resa/ettaro, supportata dal contributo che proviene dalla vendemmia verde o da eventuali fondi straordinari regionali o ministeriali.
Per come se ne sta parlando, la distillazione può andar bene per aree produttive dove per ogni ettaro si producono 400-500 quintali di uva, per noi invece non sarebbe sostenibile in quanto si ragiona su appena 0,30- 0,32 centesimi a litro. E’ evidente che per remunerare i nostri vini al giusto prezzo serve un intervento straordinario di Regione o Governo, visto che noi abbiamo una resa media di 90 quintali/ettaro.

Incentivare lo stoccaggio

Un altro tema delicato è lo stoccaggio. Che problematiche state riscontrando e quali soluzioni suggerite?
Abbiamo chiesto anche il contributo allo stoccaggio perché ci troviamo con grandi investimenti di vino in affinamento e invecchiamento. Così abbiamo un problema di spazio, ma questi vini non li vogliamo distillare perché sono longevi e di pregio e vorremmo poterli stoccare. Non avendo più spazio in cantina proponiamo due opzioni: l’acquisto di nuovi vasi vinari per chi ha la possibilità di poterli tenere in azienda e la possibilità di poterli affittare. Quindi un contributo per l’acquisto o per l’affitto verso terzi.

Un maggiore taglio d’annata

Altre richieste?
Premesso che dobbiamo capire se a livello europeo è fattibile, chiediamo l’aumento della percentuale del taglio d’annata, passando dall’attuale 15% al 25-30%. Nelle pratiche enologiche ammesse un vino del 2019 lo possiamo tagliare con un 15% del vino del 2018. Chiediamo che questa percentuale venga elevata al 25-30% per la vendemmia 2020. E’ solo una questione burocratica, una misura a costo zero.

Oggi la Gdo, domani il territorio

Invece riguardo alla promozione cosa pensate di fare?
In questo momento le attività sui mercati Horeca sono ferme, la ristorazione è chiusa e i buyer e gli importatori sono fermi. L’unico canale che non soffre è la GDO, quindi stiamo cercando di dare una mano alle aziende presenti sulla grande distribuzione. Guardando al futuro vedo però il rischio di un’inflazione comunicativa alla ripartenza perché tutti i consorzi si stanno attrezzando. Così penso che dobbiamo concentrarci inizialmente sul nostro territorio, dove dobbiamo essere più forti e lanciare il messaggio solidale di consumare i nostri prodotti.
Prevedete iniziative per potenziare il commercio online?
Si, ma non solo attraverso piattaforme già esistenti, piuttosto vogliamo realizzare una vetrina ad hoc con i nostri partner per promuovere i vini dei consorziati. E’ in corso d’opera, ma stiamo valutando collaborazioni anche con associazioni di categoria e altri soggetti per una vetrina allargata al territorio.

Problemi di liquidità


Possiamo fare un bilancio economico sulle vendite di vino delle aziende consorziate? Il calo è stato importante? E l’export?
I primi tre mesi è stato molto contenuto, ma ci aspettiamo grosse sorprese per il dato di aprile e maggio. La Gdo ci risulta per alcune aziende in leggero aumento, visto che il consumo si è spostato lì. L’Horeca invece è ferma e questo ha generato un problema di liquidità per le cantine, soprattutto le più piccole. Anche gli importatori fino ai primi di aprile hanno evaso gli ordini, poi una serie di lock down ha fermato altri Paesi, però la Gdo continua a essere un mercato preferenziale anche all’estero. 
Immaginiamo che in estate si possa andare in vacanza. Come sarà l’enoturismo ai tempi del coronavirus?

Ci immaginiamo tante persone mascherate. Scherzi a parte, dobbiamo reinventare il modo di approcciarci. Le tavolate non saranno più possibili per un po’, ma nulla vieta, seguendo le distanze e il rispetto delle prescrizioni, di fare un nuovo tipo di enoturismo più legato alla campagna. Spesso i nostri enoturisti vanno nelle vigne, quindi i grandi spazi all’aperto possono essere una soluzione per degustazioni e piccoli incontri, tornando alla natura.

Poca attenzione delle Istituzioni per il vino

Come giudica le misure fin qui adottate per il sostegno economico al mondo del vino?
Siamo molto delusi, il vino è finito per ora nel calderone dell’agricoltura. Il settore nel suo insieme è abbastanza tutelato ma per il vino bisognerebbe prevedere misure più mirate. Ci auguriamo un occhio di riguardo per un comparto che vale 13 miliardi di euro di valore aggiunto a livello nazionale, di cui la metà dovuto all’export. Una bottiglia di vino è normalmente condivisa da quattro persone, pensi quindi a quanto made in Italy riesce a veicolare nel mondo.


Un’ultima domanda. La manodopera in campagna è un problema. Cosa chiedete?
Ci auguriamo l’apertura di canali migratori idonei per far tornare manodopera qualificata. Certamente tanti italiani, anche con reddito di cittadinanza, potrebbero essere impiegati in campagna. Ben vengano, ma dobbiamo anche valutare le competenze e la formazione. La nostra non è l’agricoltura di quarant’anni fa, quando bastava una zappa. Oggi bisogna saper manovrare macchine e mezzi agricoli. Gli extracomunitari sono decenni che arrivano sulle nostre colline e li abbiamo formati, sono un patrimonio la cui assenza potrebbe metterci in difficoltà. Detto questo, sono favorevole al ritorno degli italiani verso i lavori della campagna, saremmo stracontenti ma non vorrei che fosse una soluzione per tamponare difficoltà temporanee. Ben vengano se c’è l’interesse a mantenere questi lavori perché noi li dovremmo formare e la formazione è un investimento per il futuro. Questa potrebbe essere un’occasione anche per i percettori del reddito di cittadinanza, che potrebbero trovare un lavoro stabile. Invece per la vendemmia, dove sono richieste competenze minime, non vedo alcun ostacolo per giovani e disoccupati italiani.

Mobrici: «Chiediamo la rimodulazione dei fondi Ocm» - Ultima modifica: 2020-04-30T00:07:15+02:00 da Lorenzo Tosi

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