Il Consorzio del Lugana Doc ha da poco compiuto i trent’anni di vita e attività.
Nato il 10 luglio del ’90 si appresta a celebrare i festeggiamenti con un’agenda di manifestazioni fino al 22 settembre, quando a Sirmione (Bs), dove fu fondato, si terrà l’evento finale dedicato alle vecchie annate. La denominazione d’origine controllata “Lugana” è infatti nata nel 1967 ed è stata la prima ad essere riconosciuta in quanto tale in Lombardia e una delle primissime in Italia.
Per promuoverla e difenderla è stato costituito per l’appunto nel 1990 il Consorzio per la Tutela del Lugana che si occupa di proteggere e valorizzare la denominazione e il suo vino.
Numerose le iniziative per la celebrazione del trentennale. Tra gli eventi in cui potremo degustare ampiamente questo bianco Doc di qualità, prodotto sul Garda tra le provincie di Verona e Brescia, in 5 tipologie (base, superiore, riserva, vendemmia tardiva e spumante), ricordiamo l’appuntamento del 18 settembre a Milano con “Armonie senza tempo”: in assaggio i vini di una cinquantina di cantine. Una trentina, invece, gli approfondimenti via social.
La prima doc interregionale
Con oltre 200 soci e 120 cantine nel 2019 il Lugana ha commercializzato 21,7 milioni di bottiglie. Di passato, presente e futuro di questa denominazione a cavallo tra 5 Comuni di Lombardia e Veneto abbiamo parlato col presidente del Consorzio di tutela del Lugana Doc, Ettore Nicoletto.
Tre vettori di crescita
Presidente possiamo fare un bilancio in termini di produzione, valore ed esportazione in questi 30 anni di vita del Consorzio?
Senza dubbio, è un bilancio estremamente positivo che ha visto il Lugana crescere
costantemente, in particolare nell’ultimo decennio sia sul mercato nazionale che internazionale. La produzione, rispetto agli anni ’90, quando si attestava poco sopra i 5 milioni di bottiglie, è praticamente quadruplicata, superando a fine 2019 i 21 milioni, più 27% sull’anno precedente e con una percentuale superiore al 70% destinata al mercato estero. Gli Usa in particolare, fino a un decennio fa poco esplorati, ci stanno dando una bella performance e c’è ancora molto potenziale. La crescita in volume, risultato di per sé già importante, colpisce ulteriormente se associata al prezzo medio a scaffale, che si è attestato negli ultimi anni sullo scalino più alto del podio dei bianchi italiani. Ultima, ma non meno importante, è la crescita tecnica, che ha visto numerose aziende affrontare percorsi di miglioramento agronomico ed enologico con importanti investimenti anche a livello di tecnologie di cantina.
Il valore della denominazione risiede proprio in questo fortunato e meritato connubio ed è quello che, grazie anche alla compattezza d’intenti dei produttori, ha portato il Consorzio in una direzione univoca, mai come oggi chiamato a tenere in equilibrio questi tre vettori di crescita.
Il cronoprogramma della ripartenza post Covid19
Dopo il programma di festeggiamenti previsto fino a settembre come sarà la ripartenza?
Con cauto ottimismo abbiamo voluto programmare una ripartenza intensa, con eventi nazionali e internazionali, integrando presenza dal vivo e occasioni di promozione digitale, che si dipaneranno lungo tre mesi: la Milano Wine Week, SommCon, eventi dal vivo in Austria, Germania e Svizzera e la promozione in Usa tramite vari canali media, più qualche progetto in fase di definizione. Abbiamo scelto di focalizzarci sul mercato interno e sul centro Europa non solo per gli evidenti limiti imposti agli spostamenti internazionali, ma per l’effettiva potenzialità che risiede nei mercati di prossimità, che hanno dimostrato, negli anni, di avere in alcuni casi grande fidelizzazione e in altri un potenziale ancora inesplorato a fondo.
Cosa ha provocato il coronavirus al vostro mercato in Italia e all’estero finora?
Il lungo congelamento del canale Horeca in Italia e, nella grande maggioranza dei casi, all’estero, è stato l’elemento che ha più pesato a livello economico sulle piccole e medie aziende, ma non solo. Anche tra le grandi realtà la presenza e il posizionamento nel canale moderno ha contribuito in parte a reggere i volumi, penalizzando però, per ovvie ragioni di economie nazionali, le fasce di prodotti posizionati a prezzi più elevati. Anche le mancate presenze turistiche in una fase importante come la primavera e l’inizio estate hanno limitato e stanno limitando la ripresa. Ma siamo fiduciosi che la seconda metà dell’anno riesca a vedere una lenta ma costante ripresa degli andamenti pre-covid.
Prevedete problemi di giacenze con la nuova vendemmia?
Commenteremo questi dati a seguito dell’assemblea dei soci che si svolgerà a breve.
Ritenete utili le misure fin qui adottate dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde?
La distillazione è risultata poco interessante per i vini a DO, soprattutto nella nostra fascia di prezzo, in quanto destinata esclusivamente a vini generici con un contributo limitato dal plafond messo a disposizione. Invece la vendemmia verde, soprattutto con i contributi ridiscussi e aumentati per le fasce produttive più virtuose nella recente conferenza Stato-Regioni, può rivelarsi uno strumento efficace, soprattutto perchè può essere facilmente integrato nelle misure di governo dell’offerta adottate da numerosi Consorzi per la prossima campagna vendemmiale.
Il lancio dell’osservatorio economico
Avete progetti in campo o nuove idee per il Lugana Doc?
Tra i tanti progetti, in primis c’è l’avviamento di un osservatorio economico per dettagliare in modo più puntuale mercati e strategie basate sui numeri, strumento dal quale non si può prescindere in un mondo competitivo.
Sul piano degli eventi, pur con i limiti di quest’anno particolare, vorremmo coinvolgere sempre di più le nostre aziende in progetti corali che vedano al loro interno uno spazio per ogni singola voce, capaci di dare al territorio la complessità che si merita. Ci sono nuove idee e contenuti in fase di progettazione che vedranno la luce nei primi mesi del 2021, ma dei quali non vogliamo anticipare troppo. Diciamo che questa fase di rallentamento, tornando al tema della nostra evoluzione nel tempo, è servita a riflettere su come eravamo, come siamo e come vorremmo diventare.