Le cantine, tra mille difficoltà, lavorano. Le vigne vanno gestite, le linee d’imbottigliamento riorganizzate su tempi e quantità, insomma c’è sempre tanto da fare.
Invece come si comportano quei soggetti del mondo del vino costretti a chiudere perché non possono accogliere gli enoturisti e fare promozione diretta? È il caso delle Enoteche Regionali.
Ne parliamo con Pierpaolo Guelfo, il presidente dell’Enoteca Regionale del Roero, che
dalla sede di Canale (Cuneo) gestisce la “vetrina” di un territorio di bianchi e rossi di qualità con mille ettari di vigne dedicate, 6 milioni di bottiglie l’anno - il 60% all’export - splendidi borghi medievali, un paesaggio di Rocche ineguagliabile, prodotti gastronomici – dai tartufi ai formaggi - ottimi ristoranti anche stellati e centinaia di occasioni di svago enoturistico che in questa strana primavera sono messi in “quarantena”.
Prepararsi alla riapertura
Presidente, l’Enoteca Regionale del Roero è chiusa, ma la promozione continua o vi state prendendo un periodo di riorganizzazione?
In questo momento, vista la situazione di necessaria chiusura, stiamo pianificando la strategia di comunicazione e immaginando di creare un piano condiviso con le istituzioni del territorio, in particole l’Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, e i nostri soci. A programma abbiamo attività che vedono il collegamento della Regione Piemonte e delle Enoteche di Grinzane, Barolo e Barbaresco. Operazione che stiamo portando avanti per essere pronti per la riapertura.
Una Pasqua entro le mura
Il crollo delle visite e degli introiti legati anche alla ristorazione interna, alle degustazioni, agli acquisti di bottiglie quanto incideranno sul bilancio?
In questo momento non siamo ancora in grado di quantificarlo, di certo più le restrizioni perdureranno nel tempo, più inciderà sul bilancio. Fino a prima di Pasqua non sono state particolarmente pesanti, ma ora il nostro territorio sta uscendo dal periodo di bassa stagione… da Pasqua il bel tempo apre le porte ai turisti, ma adesso devono rimanere a casa.
Quanto è mutato il “sentiment”
Quali sono le azioni che avete ancora in corso e per quali mercati. E quali sono le campagne di comunicazione che avevate in programma e che siete stati costretti a sospendere?
L’Enoteca del Roero per sua impostazione svolge attività prevalentemente legate al mercato interno o europeo. In questo momento le azioni che avevamo previsto da marzo fino a maggio sono state sospese. In attesa di comunicazioni dei provvedimenti governativi, stiamo rimodulando il programma. Tra le prime cose che vorremmo fare vi è una ricerca di mercato per interpretare il sentimento degli utenti e poter essere più efficaci nella comunicazione, nel marketing e con gli eventi.
Avete sfruttato le possibilità del commercio online per far arrivare i vostri vini ai consumatori in questa fase?
In questo momento l’Enoteca non ha un sistema di vendita online, è tra gli obiettivi che ci siamo posti a inizio anno. Un sistema efficace in grado di garantire una rapida gestione degli ordinativi implica tempo e professionalità. Per questo le tempistiche non sono immediate, certamente saremo operativi nei prossimi mesi.
Un’immagine da rilanciare
Avete una nuova idea per rilanciare il vostro territorio e in generale il made in Italy?
In questo momento tutti quanti chiediamo il rilancio dell’immagine dell’Italia, azione che deve fare l’Enit su input del Governo. Certamente l’Enoteca, l’Ente Turismo e la Regione devono fare la propria parte per garantire una comunicazione coordinata ed efficace. Questo significa che serve una regia di esperti della gestione delle criticità che ci indichi come poter comunicare, in che modo e in che tempi. Come Enoteca Regionale del Roero faremo tutto il possibile per rilanciare il territorio.