Enoturismo e dintorni sempre più a trazione green

La sostenibilità è sempre più tra i driver di scelta

Foto dal "Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano"
Il Rapporto sull'offerta del turismo enogastronomico, curato da Roberta Garibaldi, indica tendenze che riguardano anche i più giovani movimenti dell'oleoturismo e del turismo brassicolo; ruolo di hub per i musei del gusto e maggior coordinamento per le Strade del Vino, dell'Olio e dei Sapori

E' noto come vino e olio sono tra i prodotti più rappresentativi del patrimonio agroalimentare italiano, la cui consistenza produttiva non è stata intaccata dalla pandemia, conoscendo anzi una lieve crescita nel numero di aziende. 81.741 le imprese agricole che coltivavano uva a fine 2021: di queste la maggior parte risulta concentrata in Veneto (16,4%), Sicilia (15,9%) e Puglia (13,5%), regione che vanta anche il maggior numero di frantoi (819, pari al 18%).

L'enoturismo vale 2,65 miliardi di euro

Oltre al valore produttivo, vino ed olio costituiscono due grandi attrattori per il turismo, aspetto sul quale si sofferma l'attenzione del "Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano" che propone un quadro aggiornato sulla consistenza e il posizionamento dell’offerta eno-gastro-turistica nazionale.
Il lavoro, curato da Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, fotografa le diverse dinamiche. Il vino vanta una più lunga tradizione, consta di un'offerta più strutturata ed ha un maggior richiamo verso il pubblico, rappresentando un asset di grande rilevanza per i territori vocati alla produzione enologica. Basti dire che prima della pandemia l'enoturismo contava almeno 15 milioni di presenze turistiche e generava un fatturato di circa 2,65 miliardi di euro (dati "Città del vino"), mentre la valorizzazione dell'olio in chiave turistica, con la legge quadro approvata di recente, è decisamente ancora da sviluppare.

Viti e ulivi: in 10 anni raddoppiati gli ettari a biologico

Per entrambi i prodotti - si sottolinea nel Rapporto - emerge un forte orientamento al biologico. L'Italia ha visto aumentare costantemente le superfici biologiche a vite ed ulivo - rispettivamente +109% (2010-2019) e +95% (2010-2018). I terreni dedicati sono pari, rispettivamente, ad oltre 115 mila e 245 mila ettari nel 2020. La Toscana vanta il maggior numero di cantine: 592, pari al 28% del totale nazionale, mentre la Sicilia la più ampia superficie investita, oltre 30 mila ettari, il 26%. Per quanto riguarda l'olio, la Puglia vanta la più grande superficie biologica olivata (oltre 72 mila ettari), mentre la Calabria ha il primato del maggior numero di frantoi biologici.

La sostenibilità tra i driver di scelta turistica

"L'orientamento al biologico e, più in generale, alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dimostrata dalle aziende del settore - scrive Roberta Garibaldi - rappresenta un valore aggiunto in ottica turistica. I viaggiatori mostrano una crescente attenzione alla salubrità del cibo e al consumo responsabile anche in vacanza, tanto da considerarli tra i possibili driver di scelta".

Approccio green stimolo alle visite nelle aziende

Il Rapporto mostra come i differenti aspetti e declinazioni della sostenibilità, dall'approccio green alle produzioni biologiche, passando per l'attenzione verso il sociale, possono essere da stimolo alla visita di aziende di produzione. "Costruire esperienze che permettano al turista di sentirsi parte attiva, ossia vedere che in qualche modo la sua presenza genera direttamente benefici - si sottolinea - è una opzione da considerare in ottica futura".

Turismo brassicolo agli albori ma con alte potenzialità

La tradizione brassicola italiana è invece molto più recente e la collegata offerta turistica risulta agli albori. L'Italia contava 624 micro-birrifici al 2020, al quale si aggiungono 132 brew pub per un totale di 756 imprese (erano 814 l'anno prima). La Lombardia si conferma quella con il maggior numero (128, il 17%), seguita da Piemonte (72), Veneto e Toscana (65 ognuna). Il settore, che ha risentito molto di più della crisi pandemia, secondo il Rapporto, ha dal punto di vista turistico alte potenzialità inespresse.

Non solo visite e degustazioni: i turisti vogliono fare il mastro-birraio

"Le opportunità derivanti da questo connubio - è l'analisi che ne deriva - devono essere maggiormente comunicate, gli imprenditori sono da sensibilizzare sul potenziale valore aggiunto che il turismo brassicolo può generare, anche in termini economici, al fine di giustificare gli investimenti richiesti per sviluppare una vera offerta esperenziale". Nel Rapporto si fa notare infatti come da parte dei turisti vengano richieste proposte che vadano oltre le tradizionali visite e degustazioni. Il 65% dei turisti italiani gradirebbe vedere il processo produttivo, il 59% partecipare a tour tra birrifici e il 57% vivere una giornata come mastro-birraio.

Musei del gusto come hub enogastronomici

Fra gli altri attrattori turistici enogastronomici figurano i Musei del gusto e le Strade del Vino e dei Sapori. Sono 129 i primi (dati 2021), con Piemonte, Emilia Romagna e Veneto che ne vantano il maggior numero, rispettivamente con 20, 18 e 13 strutture. Il vino è il più diffuso e rappresentato (46 i musei a tema vino, pari al 36% del totale). Il Rapporto parla per lo più di piccole strutture e suggerisce la riconfigurazione di tali luoghi in hub enogastronomici, ossia spazi polifunzionali che possano favorire la scoperta del territorio e al contempo mettere in rete i produttori garantendo loro visibilità e facilitando l'arrivo dei turisti, soprattutto per quelle realtà presenti nelle aree rurali.

Bene le Strade del Vino e dei Sapori ma serve maggior coordinamento

Per quanto riguarda le Strade del Vino e dei Sapori, a novembre 2021 ne risultavano 103 in tutta Italia, con Toscana e Veneto che ne ospitano rispettivamente 20 e 16, il numero più alto. Stante il crescente intereresse turistico, il tema per Roberta Garibaldi è in questo caso "la necessità di un maggior coordinamento e quindi della capacità di organizzarsi e promuoversi in modo congiunto". Un obiettivo questo al quale sta dando un contributo la Federazione italiana delle Strade del Vino, dell'Olio e dei Sapori. La pandemia ha accresciuto l'interesse per la riscoperta di questi itinerari, con i turisti oggi più attenti ed esigenti alla qualità dei prodotti ma anche al paesaggio.

Enoturismo e dintorni sempre più a trazione green - Ultima modifica: 2022-05-05T23:00:12+02:00 da Gilberto Santucci

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