Dominga Cotarella: «Il vino è devozione al territorio»

    Le iniziative della Fondazione, la nascita del Distretto del Cibo dell'Orvietano e l'avvio del primo Master Universitario itinerante in Turismo Sostenibile con Intrecci e la Luiss Businnes School

    "Io e le mie cugine Enrica e Marta abbiamo capito quanto fosse importante da parte nostra ridare al territorio quello che il territorio ci ha dato in questi anni"

    "Portare il cognome Cotarella e non parlare di vino può essere difficile ma noi lo stiamo facendo". A parlare è Dominga Cotarella, figlia e nipote d'arte di quei Riccardo e Renzo, nomi tra i più celebri nel mondo del vino, alla guida dell'azienda di famiglia insieme alle cugine Enrica e Marta. Le sorelle Cotarella, con le loro nuove iniziative, dentro e fuori l'azienda vinicola Falesco, ribattezzata Famiglia Cotarella, si stanno imponendo all'attenzione generale. Con il vino, oltre il vino.

    Tre 'sorelle' e un progetto da reintretare

    "Dico spesso - ribadisce Dominga Cotarella - che qualsiasi progetto diventa proprio soltanto nel momento in cui si reinterpreta Io e le mie 'sorelle' abbiamo avuto la fortuna di ereditare dai nostri genitori un progetto straordinario, che è appunto quello della nostra azienda, che produce vino, ma abbiamo anche deciso di metterci del nostro, di reinterpretare questa grande ricchezza mettendoci l'attenzione per la formazione per i giovani e per lo sviluppo culturale e turistico del territorio, nei cui confronti siamo veramente devoti".

    Dominga Cotarella, una delle "Charlie's Angels" della terza generazione di famiglia

    Devozione al territorio che tanto ci ha dato

    Addirittura devozione? "Sì, utilizzo questa parola non a caso", risponde Dominga, intercettata ad un evento nella sua Orvieto. "Ad un certo punto della nostra vita, noi della terza generazione della famiglia Cotarella, ci siamo resi conto, ad esempio, di cosa significa avere qui, nella città della Rupe, il Duomo. Tanta arte, storia, cultura ci ha portato a riflettere. Abbiamo capito quanto fosse importante da parte nostra ridare al territorio quello che il territorio ci ha dato in questi anni".

    Fondazione Cotarella per il turismo e il sociale

    Come si fa, senza parlare di vino. "Innanzitutto abbiamo dato vita ad una Fondazione, che ha due obiettivi: da una parte lavorare sul territorio e per il territorio, dove siamo nati, certamente tutta la zona di Orvieto, ma anche nella parte della Tuscia, dove la nostra azienda è nata e in qualche modo si è sviluppata. Come? Con l'impegno a promuovere momenti importanti per raccontare la bellezza di questa terra. Poi, come Fondazione Cotarella abbiamo il sogno, muovendoci però in punta di piedi, di dare un contributo reale per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare".

    Il Distretto del Cibo dell'Orvietano una grande opportunità

    E' notizia di questi giorni della riconoscimento nell'Orvietano di un distretto del cibo, come la valuta? "Lo ritengo un grande passo in avanti. Noi siamo una delle aziende che hanno aderito e che darà per quanto possibile un contributo. Veniamo dall'inaugurazione del primo Master Universitario itinerante in Turismo Sostenibile, nato dalla collaborazione con la Luiss Business School e Intrecci - Accademia di Alta Formazione di Sala, che punta alla formazione dei professionisti del futuro, i Destination Manager di domani. Daremo ai giovani gli strumenti per formarsi all'interno del territorio, per conoscerlo e per poi andarlo a raccontare al mondo".

    Il vino resta il primo amore e non si scorda mai

    Del vino non diciamo nulla? "Con il vino ci siamo nati. All'età di quattro anni, mio zio, il fratello di mio nonno, contro ogni regola pediatrica, mi ha avviato segretamente all'enologia mettendomi qualche goccia di vino nell'acqua che bevevo, contro la volontà di mia madre. E' la mia prima passione, il mio primo amore. E come tale non si scorda mai. Era, è e resterà il cuore della nostra attività, ma è bello anche raccontare cosa c'è intorno, perchè il vino è territorio".

    Dominga Cotarella: «Il vino è devozione al territorio» - Ultima modifica: 2022-06-22T07:21:26+02:00 da Gilberto Santucci

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