Carbon farming in vigneto, i vantaggi del biochar e del CB Mix

Terreni con alto contenuto di sostanza organica dopo l'incorporazione di Biochar
L’agricoltura e la sfida del “Green Deal Europeo”. Un incontro moderato da Edagricole ha fatto il punto sulle pratiche virtuose in grado di valorizzare le biomasse di scarto come biochar e compost, incrementando la sostanza organica dei suoli e incidendo sulla mitigazione del climate change. Tra le esperienze presentate Il progetto Black to the future di Caviro punta su un nuovo ammendante ottenuto dalla miscela di compost e biochar da residui di potatura nel vigneto

L’agricoltura è al centro degli obiettivi del “Green Deal Europeo”, con l’impegno di ridurre le emissioni di gas serra e l’attuazione di strategie e tecniche volte a sequestrare e immobilizzare il carbonio.

L’agricoltura come serbatoio di stoccaggio della CO2 atmosferica – Da sinistra Diego Marazza, Rocco Carrillo (Edagricole) e Nicolas Greggio

Su questo argomento si è articolato il dibattito, lo scorso 12 novembre a Migliarino (FE), durante l’iniziativa dal titolo “L’agricoltura come serbatoio di stoccaggio della CO2 atmosferica”. Durante l’evento, promosso dal Comune di Fiscaglia (FE), nell’ambito del Festival della Cultura tecnica 2021 (Regione Emilia Romagna), con la collaborazione di CIFLA e del Tecnopolo di Ravenna, sono stati presentati numerosi progetti, dai quali è stato chiarito che è possibile ridurre in maniera consistente l’emissione di gas serra attraverso la promozione di azioni molteplici e differenziate in ambito agricolo.

Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, infatti, si deve puntare ad un uso sostenibile della biomassa di scarto, alla rotazione delle colture, all’applicazione di biochar e compost nei suoli; evitando di lasciare le superfici coltivabili prive di copertura vegetale per lunghi periodi durante l’anno, riducendo l’uso di fertilizzanti, agrofarmaci ed antibiotici, promuovendo l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e biocarburanti.

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A tale proposito sono intervenuti Diego Marazza, Professore Università di Bologna, e Nicolas Greggio, entrambi del Tecnopolo di Ravenna, i quali hanno spiegato come una buona agricoltura può contribuire al contenimento delle emissioni di gas serra in atmosfera, coerentemente agli obiettivi posti dal “Green Deal Europeo”. Nel caso dell’agricoltura la strada è duplice, infatti, se da un lato le moderne tecnologie consentono sempre più di ridurre le emissioni, dall’altro una corretta gestione del suolo consente di stoccare la CO2 atmosferica in maniera efficiente.

Mantenere un buon tenore di sostanza organica, oltre ad avere un evidente effetto positivo sul suolo e sulle coltivazioni, contribuisce in maniera attiva al sequestro di CO2 dall’atmosfera. Quest’ultimo aspetto può essere coniugato al raggiungimento dell’obiettivo posto dall’Unione Europea, che ritiene necessario valorizzare almeno il 50% della biomassa residuale agricola; come farlo? Anche attraverso la produzione e l’utilizzo di biochar!

Carbone vegetale, cos’è e come si ottiene

Il biochar (o carbone vegetale) è ottenuto mediante valorizzazione termochimica (pirolisi o gassificazione) dei residui lignocellulosici, in pratica è il risultato della decomposizione termochimica in assenza di ossigeno di biomasse vegetali. Attraverso la gassificazione dei residui di potatura si ottengono principalmente due prodotti, il syngas da un lato e il biochar, composto dal 40 all’80 % di carbonio, dall’altro.

Produzione di biochar, biogas, bioolio ed energia mediante reattore di pirolisi convenzionale o a microonde. Schema illustrato con le fasi del processo. Mezzi di sequestro del carbonio e mitigazione dei cambiamenti climatici.

In questo modo il carbonio della CO2 atmosferica, che viene sottratto dalle piante durante il periodo di accrescimento e fissato attraverso la fotosintesi nel legname prodotto, rimane intrappolato nel biochar ottenuto dalle potature che, una volta somministrato al terreno, rimarrà inalterato per centinaia di anni. Gli effetti benefici dell’apporto di carbone vegetale al terreno non si esauriscono nei benefici appena descritti, infatti, le caratteristiche intrinseche di questo prodotto lo rendono un eccellente ammendante con un’alta capacità di ritenzione idrica, buona capacita di scambio cationico, ideale per contrastare la lisciviazione e la perdita dei nutrienti, fornisce un habitat ideale per la proliferazione dei microrganismi attivi del suolo, inoltre, è stato utilizzato con successo nella bonifica dei suoli inquinati da metalli.

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Il progetto Black to the future di Caviro

Tra gli utilizzi innovativi del biochar Roberto Conti, R&D Specialist di Caviro Sca, ha presentato il progetto Black to The Future (BTF), recentemente finanziato dall’EIT Food per il biennio 2021-2022. Con il coordinamento di Caviro e la partecipazione del Gruppo di Ricerca EMRG – Università di Bologna (Prof. Marazza e Dott. Greggio), CRPV (Dott. Nigro), Enomondo, CSIC, CUT e Urban Crops.

Il progetto BTF ha come obiettivo quello di portare sul mercato un nuovo ammendante, nato dalla miscela del compost ACM di Enomondo con il biochar prodotto dai residui di potatura, denominato CB mix, in una miscela dei due prodotti nel rapporto di 4 a 1. I primi risultati di campo relativi alla somministrazione su vigneto in Puglia, indicano rese per pianta incrementate di oltre il 15%, se confrontate con le piante testimone non trattate.

Ma le prestazioni del CB mix mostrano, inoltre, un effetto sinergico, infatti, l’uso della miscela si dimostra maggiormente efficace anche nei confronti dei trattamenti effettuati utilizzando gli ammendanti ACM e biochar singolarmente. «Questi primi risultati – ha proseguito Conti - lasciano ben sperare anche per quanto concerne le somministrazioni fatte su olivo in Spagna, su melograno a Cipro e in altre aree del Mediterraneo fortemente a rischio di desertificazione, dove l’aumento della sostanza organica nei suoli e lo stoccaggio della CO2 promossa dal CB mix appaiono fondamentali per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici».

Gli ammendanti compostati migliorano la qualità dei vini

Tra i numerosi lavori di ricerca presentati durante l’incontro, in merito all’incremento della sostanza organica nei suoli, è intervenuto anche Giovanni Nigro, Responsabile della Filiera Vitivinicola ed Olivo-Oleicola CRPV, in merito al progetto “CAVIRO: compost per un vigneto circolare 2018-21”.

Il convegno moderato da Edagricole si è tenuto in parte in presenza e in parte in remoto

«L’elevato fabbisogno di sostanza organica – ha dichiarato Nigro - da parte dei terreni regionali, in particolare di quelli a forte vocazione viticola, è stato evidenziato in numerosi studi che hanno classificato come poveri di SO più del 50% dei terreni coltivati, che in alcune aree, soprattutto collinari, raggiungono valori al di sotto dell’1%».

«Recentemente si è assistito a un considerevole aumento dell’utilizzo di compost, sia per la necessità di accrescere la sostanza organica nei terreni coltivati, sia per l’incremento della disponibilità di tale ammendante. Rispetto al letame il compost presenta notevoli vantaggi, quali, ad esempio, la maggiore reperibilità, i minori costi di trasporto e spandimento, il minor volume, l’odore assente o poco percepibile».

Matrici da scarti della filiera vitivinicola

«La valorizzazione – ha proseguito Nigro - di matrici ottenute da scarti e sottoprodotti della filiera vitivinicola e il loro utilizzo razionale consente di minimizzare il costo ambientale delle materie prime a monte della filiera produttiva, ampliandone contemporaneamente la disponibilità e alimentando un processo virtuoso, in un’ottica di economia circolare».

«Nell’ambito del presente Progetto sono stati presi in esame, in tre annate consecutive (2018-2019-2020) 8 vigneti, ubicati nell’areale romagnolo e 5 varietà (Sangiovese, Merlot, Trebbiano, Chardonnay e Pinot Bianco)».

Riguardo agli aspetti agronomici analizzati sulla prova eseguita su vigneto di Sangiovese condotto secondo i disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna, valutati attraverso la comparazione di 3 tesi, due realizzate mediante l’utilizzo di due diversi tipi di ammendante compostato e una tesi di confronto con testimone non ammendato, si è potuto rilevare nelle tesi con utilizzo di ammendanti:

  • un buon livello di mineralizzazione del Compost e, quindi, una costante dotazione di sostanze nutritive per la vite, nonostante le dosi minime utilizzate;
  • una tendenza verso una più elevata biodiversità batterica;
  • un apprezzabile equilibrio vegeto-produttivo e qualità della produzione viticola ed enologica;
  • un’influenza positiva del Compost sui parametri relativi al colore e sulle note sensoriali dei vini ottenuti.

L’agricoltura e i crediti di carbonio, c’è ancora molto da fare

In questa visione di un’agricoltura impegnata a 360 gradi a inquinare sempre meno e a sottrare dall’ambiente gas serra e metalli pesanti, nello scenario delle Politiche Europee non è ancora stata stabilita ufficialmente la procedura per il calcolo del credito di carbonio per le aziende agricole virtuose. È indispensabile creare un meccanismo attraverso il quale distribuire ricchezza all’agricoltura che maggiormente è in grado di contribuire a mantenere una ambiente sano, al fine di incentivare queste pratiche agronomiche.

Rocco Carrillo

 

Carbon farming in vigneto, i vantaggi del biochar e del CB Mix - Ultima modifica: 2021-11-30T18:37:53+01:00 da Lorenzo Tosi

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