Aceto balsamico in smart working

Aceto Balsamico Igp di Modena
In mezzo all’emergenza coronavirus c’è un prodotto che sembra non soffrire, almeno sul mercato interno, nonostante l’esigenza di aumentare la sicurezza delle linee di produzione. Federico Desimoni (Aceto Balsamico di Modena IGP): «La filiera che va dall’uva fino all’acetaia è la più controllata e certificata, auspico che l’emergenza inneschi una maggiore attenzione verso le garanzie di origine, di qualità e di sicurezza alimentare»

Non solo vino, anche prodotti di “confine”, come l’Aceto Balsamico di Modena Igp. L’emergenza coronavirus che sta paralizzando il Paese al momento però non sembra provocare cali di vendite in Italia.

Anzi, ci dice il direttore del Consorzio, la sensazione è di un aumento. Ma è presto per fare la contabilità esatta del mercato nel suo insieme e quindi si naviga a vista, con le aziende che già si sono organizzate per lo smart working, il più possibile, mantenendo all’interno solo la forza lavoro necessaria.

L’illusione di una chiusura record nel 2019

E pensare che il 2019 si era chiuso con segni più che positivi per l’Aceto Balsamico di Modena Igp: un fatturato in crescita del 6% sull’anno precedente, una produzione passata a 95,8 milioni di litri (erano 90,7 l’anno prima), un fatturato alla produzione cresciuto a 390 milioni di euro (erano 370 nel 2018). Un miliardo di euro di fatturato al consumo e una crescita particolarmente significativa per la nicchia della tipologia “invecchiato” con 3,7 milioni di litri venduti (+22%).
E l’export? In oltre 120 Paesi, per circa il 92% del prodotto, grazie alla versatilità dell’aceto modenese con le cucine del mondo e agli sforzi commerciali e promozionali (da segnalare il progetto del Balsamic Vinegar of Modena, The Original, finanziato dalla Ue e destinato al mercato nord-americano).
Ne abbiamo parlato con Federico Desimoni, direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP.

Un mercato che tiene anzi cresce

Direttore le aziende sono tutte aperte?

Federico Desimoni_Direttore Consorzio Aceto Balsamico di Modena IGP


Sì, le aziende del comparto rimangono attive seppur con il massimo utilizzo possibile del sistema di smartworking.
Riscontrate problemi di manodopera?
Ad oggi nessuno.
Come stanno andando invece le vendite sul mercato italiano in questi giorni? Stabili? In calo? In crescita?
Per ora le vendite non calano, anzi, sembrano aumentare.
Parliamo di export. Quali sono i principali mercati in cui prevedete ricadute negative e in che misura?
Non crediamo che il nostro prodotto avrà particolari flessioni, proprio perché non solo il prodotto finale è controllato e certificato sia dal punto di vista della sicurezza alimentare che della salubrità, ma anche perché tutta la filiera, dall’uva fino alla bottiglia di Aceto Balsamico di Modena è allo stesso modo controllata e certificata. Inoltre, la forte componente acetica assicura al prodotto anche proprietà antisettiche e disinfettanti.
Le prime misure del governo, come la moratoria sui prestiti alle Pmi, o la cassa integrazione per le piccole aziende, pensa che saranno efficaci in questa fase?
Certamente saranno utili, ma probabilmente non sufficienti. Siamo certi che faranno seguito altre misure destinate soprattutto ai settori più colpiti.

L’ancora di salvezza del “Cura Italia”

Cassa integrazione salariale straordinaria in deroga fino a 1 solo dipendente. Che ricadute applicative può avere sul vostro territorio?
Per ora il nostro settore non pare avere la necessità di interrompere o diminuire la produzione.
Avete una stima della forza lavoro diretta? Quante sono le aziende di Aceto Balsamico di Modena che potenzialmente possono beneficiare della Cig?
No, non abbiamo dati.
Sperando che l’emergenza passi presto cosa pensate bisognerà fare per affrontare la ripresa dell’economia?
Ripeto, siamo ottimisti rispetto al fatto che il nostro settore non sarà toccato da una crisi neppure temporanea. In tutti i modi saranno necessari flessibilità, miglior accesso al credito, valorizzazione dei prodotti di qualità certificata e made in Italy.
Avete un’idea da suggerire per affrontare la ripresa e se sì quale?
Approfittare dell’infausta situazione per iniziare a promuovere seriamente una cultura dell’attenzione sullo stile di vita che comprende, tra le altre cose, la cultura alimentare. Diffidare dunque di prodotti non originali e non autentici, senza filiere trasparenti e tutelate in grado di fornire tutte le necessarie garanzie di sicurezza e salubrità alimentare.

Precauzioni nella produzione

Come si stanno organizzando le aziende per garantire i processi produttivi, dall’imbottigliamento ai trasporti?
Smart working per gli uffici e, per i reparti produttivi o ad essi connessi, una gestione che garantisce la massima sicurezza personale seguendo rigidi sistemi di controllo dei rischi. I sistemi automatizzati d’imbottigliamento e confezionamento permettono di gestire al meglio e senza nessun rischio anche questa fase. Stesse precauzioni e principi vengono applicati ai trasporti evitando contatti personali e ogni altra possibile fonte di rischio. Finora il sistema continua a funzionare regolarmente.
Avete riscontrato casi di richiesta di particolari certificazioni per l’export dei prodotti a garanzia della “immunità” dei prodotti e se sì da quali Paesi?
Nessuna richiesta anche perché il nostro prodotto, il sistema di controllo e certificazione dell’IGP e le particolari caratteristiche del prodotto stesso assicurano al 100% la salubrità alimentare e sanitaria delle nostre produzioni.

 

 

Aceto balsamico in smart working - Ultima modifica: 2020-03-18T15:12:20+01:00 da Lorenzo Tosi

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