Secondo il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, vino e parmigiano potrebbero essere colpiti dai dazi Usa. Lo ha detto l'esponente americano in un'intervista a SkyTg24 dopo la decisione di oggi del Wto «che è quella che ci aspettavamo».
Il responso da Ginevra
Stamattina infatti, dopo due giorni d’attesa è arrivata da Ginevra la decisione del Wto. L’organizzazione mondiale del commercio (che ha sede nella città elvetica) ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi ai prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari (equivalenti a 6,8 miliardi di euro) come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.
Una vicenda di portata aerospaziale
Nella fattispecie Washington (che pretendeva un risarcimento maggiore pari a 11,2 miliardi di dollari) – ha contestato la legittimità degli aiuti pubblici concessi da Bruxelles e ora potrebbe colpire una serie di prodotti tecnologici (aerei e componentistica realizzati nei quattro Paesi del consorzio Airbus: Regno Unito, Francia, Germania e Spagna) ma anche prodotti alimentari e beni di lusso. Un comparto, questo, che tocca anche esportazioni italiane, sebbene il nostro paese non faccia parte del consorzio.
Dazi “a carosello”
La minaccia statunitense riguarda la possibile applicazione di nuovi dazi “a carosello”, cioè per alcuni mesi al 100% a rotazione, una misura inaccettabile che rappresenta l'inizio di una vera guerra commerciale (l'Europa ha all'esame del Wto un contenzioso di ugual portata per gli aiuti americani alla Boeing).
«L’imposizione di un dazio al 100% - ha denunciato Ernesto Abbona presidente Uiv su questo sito (clicca qui) - metterebbe completamente fuori mercato i vini italiani, con conseguenze disastrose. Come Unione italiana Vini chiediamo un intervento del Premier Giuseppe Conte affinché venga avviata un’opportuna azione diplomatica per scongiurare conseguenze nefaste per il nostro Paese».