Frode sul vino, ancora nell’Oltrepò

Falsi vini doc e addirittura falsi vini. Il proseguimento dell’inchiesta Dioniso porta a sequestri per 700mila euro nei confronti di tre amministratori di una cantina sociale pavese. Le misure sono state eseguite da Carabinieri e Guardia di Finanza di Pavia e Cremona

Ennesima frode su vino Doc e Igt.

E ancora una volta è coinvolta l’area dell’Oltrepò pavese e della bassa lombarda.

La Guardia di Finanza e l'Arma dei Carabinieri di Pavia hanno infatti eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di immobili e di disponibilità finanziarie per complessivi 740mila euro nelle province di Pavia e Cremona, nei confronti di tre soggetti indagati in una recente indagine che ha fatto emergere un'articolata contraffazione e adulterazione dei prodotti vitivinicoli.

Un’indagine articolata

Secondo quanto riferito dagli inquirenti all’agenzia Ansa le misure cautelari, disposte dal Gip di Pavia Luigi Riganti, «rappresentano il risultato finale di una complessa attività d'indagine, avviata circa due anni fa, svolta dalla Compagnia Carabinieri di Stradella e dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Voghera, con il concorso del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dell'Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressioni Frodi».

«Un’indagine che ha consentito di eseguire un sequestro preventivo di 8 immobili e numerosi conti correnti e ulteriori disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a oltre 700mila euro, nei confronti di tre soggetti a vario titolo indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari».

Il proseguimento dell’operazione “Dioniso”

Sotto accusa risultano alcuni ex amministratori della “Cantina sociale di Canneto Pavese” coinvolta da quasi due anni nell’operazione Dioniso che aveva già portato agli arresti di 5 persone all’inizio del 2000.

In quella occasione Giorgio Reposo, procuratore capo di Pavia aveva commentato: «È doloroso constatare che a distanza di pochi anni dalla precedente indagine sui falsi vini Doc in Oltrepò Pavese, che aveva coinvolto circa 200 persone, quella lezione non sia servita».

L’inchiesta Dioniso, svolta anche attraverso intercettazioni telefoniche e videosorveglianza, avrebbe infatti  - secondo quanto si legge nel comunicato congiunto di Guardia di Finanza e Carabinieri -  «accertato che i vertici della cantina pavese, con il concorso di un mediatore del settore vitivinicolo, enologi e titolari di aziende agricole conferitrici, commercializzavano vini a denominazione di origine controllata e a indicazione geografica protetta, in realtà contraffatti per quantità, qualità e origine».

Zucchero, anidride carbonica e Mcr

Tali condotte erano state perpetrate attraverso il sistematico ricorso a conferimenti, durante i periodi di vendemmia, di uve diverse per tipologia varietale rispetto a quelle attestate nelle bollette di conferimento e nella relativa documentazione contabile, nonché attraverso acquisti in nero di ingenti quantità di sostanze vietate dalle norme di settore, quali zucchero invertito ed anidride carbonica, o soggette a specifici parametri di utilizzo, per esempio mosto concentrato rettificato.

«La disamina della copiosa documentazione contabile ed extracontabile - prosegue la nota -, svolta dalle Fiamme Gialle Pavesi, unitamente all'analisi del contenuto dei personal computer e dei telefoni cellulari degli indagati, ha consentito di accertare che la cantina produceva e commercializzava fraudolentemente, per assecondare le richieste del mercato, vini ottenuti da uve di tipologia diversa e prodotti non consentiti».

Indagini che hanno permesso di quantificare l'ammontare del profitto della frode in commercio ottenuto dai tre soggetti indagati e di stabilire l’entità del sequestro.

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Frode sul vino, ancora nell’Oltrepò - Ultima modifica: 2021-11-24T18:21:33+01:00 da Lorenzo Tosi

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