La biostimolazione della vite come valido supporto per sostenere il processo di maturazione dell'uva è stato il tema portante del webinar dal titolo “Favorire l’uniformità di maturazione dell’uva da vino in contesti climatici critici”, organizzato da Edagricole in collaborazione con ILSA e tenutosi il 23 luglio 2024.
Nonostante le annate viticole definibili “anomale” o quanto meno “difficili” siano sempre esistite, l’incremento della variabilità e dell’imprevedibilità che le caratterizza è un dato di fatto. Ciò comporta necessariamente un aggiornamento delle conoscenze del viticoltore e del tecnico in merito alla fisiologia della pianta, da un lato, e un adeguamento delle pratiche viticole, dall’altro, allo scopo di favorire una maturazione che, per tempistiche di svolgimento, uniformità di completamento e raggiungimento di specifici obiettivi enologici (e quindi di composizione delle uve alla raccolta) sia la migliore possibile. Il tutto calato negli specifici contesti produttivi.
“Una vera e propria rivoluzione chimica”
Con queste parole il prof. Stefano Poni (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) ha definito la maturazione. Essa, ha sottolineato, risulta caratterizzata da una complessità che va ben oltre i processi “leader” a essa generalmente associati (es. accumulo zuccherino e diminuzione dell’acidità).
Soprattutto, ha affermato il Professore, occorre avere ben chiaro che le variabilità da gestire sono tre: quella all’interno dell’appezzamento, quella fra grappoli che si sviluppano su germogli diversi della stessa pianta e infine quella fra acini dello stesso grappolo. “Anche in un grappolo raccolto perché considerato maturo, possono essere presenti acini caratterizzati da stadi diversi di maturità”.
All’origine di questa variabilità ci sono diversi fattori: mesoclima e microclima (che contano per almeno il 50% della variabilità totale), carico di uva, rapporto tra superficie fogliare e produzione, regolazione del vigore e infine stress biotici e abiotici.
La criticità dell’attuale contesto produttivo sta essenzialmente nella maggior frequenza, rispetto al passato, di composizioni delle uve non equilibrate al momento della raccolta. Come gestire la situazione? I fattori su cui agire sono molteplici e vanno - per fare solo alcuni esempi - dalla valorizzazione di genotipi naturalmente in grado di maturare meglio in annate complesse a nuovi concetti di gestione della chioma, per giungere a pratiche di campo mirate, tra cui la biostimolazione.
Biostimolare con l’idrolizzato enzimatico di Fabacee
Come ha spiegato Angelo Cifarelli, del Servizio Agronomico di ILSA, il 2013 ha rappresentato un anno importante per il mondo dei biostimolanti. Nel D.Lgs 10 luglio 2013 - che ha modificato il D.Lgs 75/2010, norma di riferimento per il settore dei fertilizzanti e dei biostimolanti in Italia - su iniziativa di ILSA è stato infatti inserito l’idrolizzato enzimatico di Fabacee. Si è trattato del punto di arrivo di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione compiuto da ILSA su questa matrice, iniziato oltre dieci anni prima, in collaborazione con università e centri di saggio.
La bibliografia sulle proprietà biostimolanti degli estratti di Fabacee era vasta e restituiva un lungo elenco di sostanze interessanti in essi contenute, ma mancava il passo finale per rendere queste proprietà sfruttabili nella pratica. Questo valeva in particolare per il triacontanolo, alcol a lunga catena dalle conclamate proprietà ormono-simili. Fino al 2013 si era tentato di utilizzare triacontanolo di sintesi ma senza risultati, non essendo esso solubile in acqua e quindi non disponibile per l’assorbimento da parte delle piante. ILSA, con un’esperienza pluridecennale nell’idrolisi enzimatica di diverse matrici, ha applicato questo processo ai tessuti di Fabacee (erba medica in particolare) riuscendo a estrarne le componenti ad azione biostimolante in forma altamente attiva, triacontanolo compreso, grazie all’azione di specifici pool di enzimi che lavorano a bassa temperatura e a pH neutro.
Ne è nato il biostimolante ILSAC-ON, il cui impiego per via fogliare è consigliato:
- con 3-4 applicazioni ogni 10-15 giorni dalla pre-fioritura in poi, per favorire lo sviluppo vegetativo, la fioritura e l’allegagione e prevenire i fenomeni di acinellatura;
- con 4 applicazioni ogni 10-15 giorni dalla post allegagione in poi, per favorire una maturazione ottimale e uniforme, soprattutto in annate meteorologicamente sfavorevoli.
Il prodotto agisce su diverse vie metaboliche, alcune delle quali ancora in fase di studio, svolgendo un’azione di attivazione enzimatica. Si è per esempio evidenziata, a seguito dei trattamenti con ILSAC-ON, una sovraespressione genica degli enzimi che agiscono sul metabolismo dell’azoto, favorendo la sua assimilazione e la trasformazione in aminoacidi, ma anche di quelli coinvolti nel ciclo di Krebs.
PRESENTAZIONE ANGELO CIFARELLI
I risultati delle prove su Glera e Ribolla gialla
Fabrizio Golinelli (Crea Viticoltura Enologia, sede di Gorizia) e Giovanni Mian (Alma Mater Studiorum, Università di Bologna) hanno illustrato i risultati di alcune prove eseguite in Friuli Venezia-Giulia con lo scopo di valutare gli effetti di ILSAC-ON sulla curva di maturazione delle uve, attraverso una serie di campionamenti a frequenza cadenzata, nonché sul microbiota della carposfera.
Le prove, di durata biennale su Ribolla gialla coltivata a Capriva del Friuli (GO) e triennale su Glera coltivata a Medea (GO), hanno confermato, su due varietà dalla maturazione spesso “difficile”, la capacità di ILSAC-ON di anticipare, regolarizzare e uniformare la maturazione dell’uva, con gradi Brix e APA sempre maggiori nei mosti del trattato rispetto a quelli del testimone non trattato e con concomitante mantenimento di valori di pH ottimali.
In entrambe le prove, inoltre, sono stati effettuati alcuni approfondimenti sul microbiota del mosto, notando effetti misurabili di ILSAC-ON sulle popolazioni microbiche della carposfera, con un aumento di lieviti Saccharomyces e non-Saccharomyces e batteri lattici.
Nel 2022 è stato eseguito su Glera uno studio di metabarcoding per analizzare dal punto di vista tassonomico le comunità microbiche presenti sulla pruina. Tra i risultati ottenuti, è interessante sottolineare la maggior presenza nel trattato di specie del genere Pedobacter, di interesse perché diverse tra esse esercitano un’azione di biocontrollo nei confronti di patogeni fungini. Calano invece nel trattato, rispetto al non trattato, le specie del genere Gluconobacter, produttrici d VOCs (composti organici volatili) e pertanto passibili di deteriorare il profilo sensoriale di mosti e vini. Per quanto riguarda infine funghi e lieviti, si è rilevata una maggiore abbondanza nel trattato di specie del genere Pithomyces, ad azione antibotritica, e Hanseniaspora, potenzialmente utili nelle fermentazioni spontanee.
PRESENTAZIONE FABRIZIO GOLINELLI
I benefici associati all’impiego di ILSAC-ON
- Stimola lo sviluppo vegetativo e la fotosintesi;
- uniforma la fioritura e aumenta la percentuale di allegagione;
- riduce gli stress fisiologici in fase di maturazione;
- aumenta la qualità dell’uva (gradi Brix, Polifenoli, APA);
- miscibile con qualsiasi formulato;
- aumenta il guadagno del produttore.