Scarsa quantità ma alta qualità: la vendemmia in Campania

Grappolo di Aglianico
La peronospora compromette fino al 40% dei raccolti, facendo lievitare i costi di produzione unitari fino a 85 centesimi al chilo. La conferma di Cia e Coldiretti. Intanto il Consorzio di Tutela del Sannio sottolinea le difficoltà delle imprese a rientrare negli investimenti «Gli aumenti sotto vendemmia non coprono gli aumenti dei costi di produzione»

Uve di ottima qualità ma in quantità sensibilmente ridotte.

Da cui, facendo bene i conti, derivano costi unitari che balzano fino a 85 centesimi al chilo. E le quotazioni delle uve, nonostante la leggera ripresa, non coprono questi costi. Anche sulla vendemmia in Campania pesa la diffusione della peronospora nei mesi di maggio e giugno, unitamente alle copiose piogge che si sono abbattute e che, hanno compromesso fino al 40% del raccolto (le riduzioni medie riportate dall’analisi Assoenologi-Uiv-Ismea sono del 30%).

Lo rivelano gli addetti ai lavori che in queste settimane sono impegnati in vigna per la vendemmia, ma anche le organizzazioni professionali di categoria.

Costi unitari in aumento

«Non c’è stata possibilità - dice il presidente di Cia Avellino Stefano Di Marzo -, di fare trattamenti in vigna e abbiamo subito forti danni da peronospora». Le viti, oltre all’impatto delle piogge, hanno però subito anche il caldo record e un’importante siccità, sono sotto stress e necessitano di cure per ripristinare le riserve.

«In particolare in Irpinia risulta compromesso l’Aglianico, mentre ha resistito meglio il Fiano». «Sicuramente le uve rosse - osserva Gennaro Masiello di Coldiretti - sono le più compromesse con cali che arrivano al 40%, mentre hanno retto meglio i bianchi, su cui registriamo una maggiore quantità e riduzioni medie che si fermano al 20%».

L’impatto della peronospora

Libero Rillo, presidente del Consorzio di tutela dei vini del Sanni

Poi c’è l’impresa e le dinamiche aziendali, che devono fare i conti con la riduzione della produzione e la necessità di recuperare gli investimenti. Il presidente del Consorzio di Tutela del Sannio Libero Rillo rimanda le previsioni. «Quest’anno – rivela- si raccoglierà un terzo dell’uva e, nonostante sia di altissima qualità, non basterà a ripagare gli sforzi dei produttori».

«La peronospora ha infatti compromesso al pianta in fase vegetativa e le aziende agricole lamentano una riduzione importante della produzione».

«In questo contesto i prezzi dovrebbero lievitare di molto, ma il mercato non potrebbe gestirli»..

Le turbolenze sul mercato

Ma sul prezzo finale sul mercato, che oggi si stima intorno agli 80 centesimi al chilo, potrebbero infatti  pesare presto altri fattori “distorsivi”. In Puglia i produttori del Primitivo di Manduria sono infatti già sul piede di guerra. Nel corso di una manifestazione Cia Puglia ha consegnato al prefetto di Taranto un documento di proposte contro le speculazioni dei mercati e i bassi indennizzi fissati dal Governo per i danni da peronospora.

Scarsa quantità ma alta qualità: la vendemmia in Campania - Ultima modifica: 2023-09-21T17:11:38+02:00 da Lorenzo Tosi

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