L’evento conclusivo del progetto Resilvine in Franciacorta

Il focus sull'andamento meteo dell'annata 2024, le tecniche di adattamento e incremento della resilienza testate nel progetto Resilvine e i risultati delle prove eseguite su forme di allevamento, gestione della chioma e uso di reti antigrandine a scopo ombreggiante

Si è tenuto presso la sede del Consorzio per la Tutela del Franciacorta Docg l'evento conclusivo del progetto di ricerca Resilvine, cofinanziato dall’operazione 1.2.01 “Gruppi Operativi PEI” del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Lombardia e che vede capofila l’Università di Milano.

Se nel precedente evento dedicato a questo progetto, svoltosi in Oltrepò Pavese, protagonisti erano stati i portinnesti quali strumento per la gestione del cambiamento climatico in vigneto e l'incremento della qualità dei vini, in quello franciacortino le relazioni si sono focalizzate sulla gestione della parte epigea della pianta, con particolare riguardo alle forme di allevamento, alla gestione della chioma e all'uso di reti antigrandine con effetto ombreggiante.

Meteo: l'annata 2024 in Franciacorta

Come ha sottolineato Gabriele Cola (Università di Milano), l'analisi agrometeorologica della stagione 2024 per l'areale franciacortino, sede delle attività sperimentali di Resilvine, mette in evidenza l'andamento particolare di questa annata.
Dal punto di vista termico, la stagione è iniziata con temperature al di sopra della media che hanno favorito un anticipo del germogliamento e una veloce ripresa vegetativa.
Segue un periodo, da metà aprile a inizio luglio, caratterizzato da temperature tendenzialmente sotto media. I mesi di Luglio e Agosto, che caratterizzano la maturazione delle uve nell'areale, vedono l'elevata frequenza di temperature elevate, con 48 giorni con massime superiori ai 32°C e 8 giorni con massime superiori a 35°C.
Per quanto riguarda gli apporti precipitativi, l'annata si caratterizza per le elevate precipitazioni del periodo primaverile e per i ridotti apporti idrici estivi, che contribuiscono a esacerbare gli effetti delle condizioni termiche in maturazione.
L'annata si è inoltre caratterizzata per locali gelate tardive nelle notti del 18/19 e 20/21 Aprile e per le grandinate del 1 Aprile, 9 Giugno, 26 Agosto.

PRESENTAZIONE GABRIELE COLA

Adattamento e resilienza per nuovi modelli viticoli

«Mi capita spesso di sentire dire dai viticoltori che vorrebbero di nuovo un'annata "normale", come quelle che si sperimentavano in passato, ma non possiamo più aspettarcele. E questo è un problema grave - ha affermato Lucio Brancadoro (Università di Milano), perché non siamo intellettualmente attrezzati per affrontare questi continui cambiamenti meteorologici. Per la ricerca la sfida sta dunque nel capire cosa fare per creare nuovi modelli di viticoltura, generando maggior resilienza e maggior capacità di adattamento. Resilvine è un mix tra teoria e pratica, nel quale abbiamo anche cercato di far confluire tutte le pratiche testate anche nell'assaggio del vino, per comprendere i risultati ottenuti sul prodotto finito. Parliamo spesso di territorio identificandolo sovente col suolo e dimenticando che in realtà è il clima il principale driver della qualità delle nostre produzioni. La maggior parte dei vini a denominazione di origine è caratterizzata da un mesoclima ben definito, per cui vederlo cambiare significa veder cambiare in modo importante la tipicità dei vini che vi produciamo. Dagli anni Ottanta a oggi in Franciacorta la data media di vendemmia è anticipata di 12-13 giorni: si vendemmia quindi in climi più caldi, con tutte le conseguenze che ne derivano. Che fare? Abbiamo a disposizione un numero crescente di tecniche e strategie, applicabili nel breve, medio e lungo periodo, in un'ottica di adattamento e resilienza».

PRESENTAZIONE LUCIO BRANCADORO

Forme di allevamento, gestione della chioma e uso di reti

L’intervento di Davide Modina (Università di Milano) si è focalizzato sui risultati di alcune delle prove realizzate nell’ambito del progetto Resilvine e in particolare di quelle che hanno riguardato la valutazione di forme d’allevamento, gestione della chioma e utilizzo di reti antigrandine con effetto ombreggiante.

Per quanto riguarda le forme d’allevamento, le attività del progetto hanno messo a confronto il GDC con il Guyot, il più diffuso nell’areale franciacortino. I tre vigneti sono coetanei e si trovano nelle immediate vicinanze l’uno dell’altro, con analoghe caratteristiche pedo-climatiche. I sesti d’impianto invece differiscono e sono quelli tipici delle diverse forme d’allevamento. Rispetto a Guyot, il GDC si caratterizza per una produzione per pianta più alta (+39%) e una resa ad ettaro superiore (+15%). Il peso del legno di potatura è invece analogo, con un indice di Ravaz nettamente più alto. In Sylvoz la resa ad ettaro è inferiore del 13% e, analogamente a GDC ha una produzione per pianta più alta (52%). Tuttavia, poiché anche il vigore è superiore rispetto al confronto, l’indice di Ravaz di Sylvoz e Guyot sono simili. Le differenze nella dinamica di maturazione potrebbero così derivare dal diverso equilibrio vegeto-produttivo indotto dalla forma d’allevamento. In GDC si registra così un ritardo nella maturazione tecnologica di circa una settimana, mentre Sylvoz e Guyot hanno un decorso molto simile, con valori di acidità e zuccheri analoghi alla vendemmia.

La prova sulla gestione della chioma ha messo a confronto invece tre tesi, all’interno dello stesso appezzamento: altezza della parete fogliare standard (1,10 m – cimato basso), altezza della parete fogliare maggiore (1,45 m – cimato alto) e accapannato. Quest’ultimo ha la stessa altezza della parete fogliare di cimato alto (1,45 m), ma in questo caso è stata effettuata solo una prima cimatura e poi si è provveduto ad accapannare la vegetazione. Le cimature sono state fatte in contemporanea. I risultati mostrano differenza nel legno di potatura e nella superfice fogliare, coerenti con la gestione adottata. Inoltre, l’accapannato ha indotto la formazione di un minore numero di femminelle. Analizzando poi i risultati alla vendemmia, il cimato basso si caratterizza per una maggiore produzione per pianta, dovuta ad un maggiore peso dei grappoli, mentre non si riscontrano differenze significative tra accapannato e cimato alto. Sono poi queste ultime due tesi a mantenere alla vendemmia maggiori acidità e un contenuto alcolemico minore nei vini.

Infine, è stato valutato l’utilizzo di reti antigrandine con diverso livello di ombreggiamento (8% - 30%) installate con la doppia funzione di proteggere dagli eventi grandinigeni e di ridurre gli impatti degli stress termici-radiativi. Tra i risultati più interessanti si segnala la netta riduzione delle temperature degli acini, ma anche la riduzione della traspirazione, con la promozione di un comportamento più conservativo della pianta, utile soprattutto in condizioni di deficit idrico. Si registra inoltre un minor accumulo zuccherino nei mosti alla vendemmia.

PRESENTAZIONE DAVIDE MODINA

I video

Durante lo svolgimento del progetto sono stati realizzati alcuni video, pubblicati sul canale Youtube "Viticoltura Unimi".

Qui sotto il video del convegno che ha avuto luogo lo scorso 17 gennaio a Erbusco (Bs). Buona visione.

L’evento conclusivo del progetto Resilvine in Franciacorta - Ultima modifica: 2025-01-24T19:52:13+01:00 da Redazione

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