Cicaline in forte aumento

Cicalina verde su vite (foto: Sumerano)
Non solo Scaphoideus titanus: al Centro-Sud segnalate, a causa del cambiamento climatico, pesanti infestazioni di Jacobiasca lybica, Empoasca vitis e Zygina rhamni. Come reagire

Sono diverse le specie di cicaline (emitteri della famiglia Cicadellide) che possono infestare i vigneti in Italia.

La maggior parte sono ritenute fitofagi secondari, ad esclusione di Scaphoideus titanus vettore del fitoplasma agente della flavescenza dorata.

In diverse regioni dell’Italia meridionale, però, da qualche anno le segnalazioni di danni ingenti (come in Sicilia nello scorso anno ed in Calabria nel 2019) sono in aumento, probabilmente per le condizioni climatiche e di conduzione agronomica dei vigneti più favorevoli ad alcune di questi insetti.
Le cicaline più importanti per la vite in Italia meridionale sono: Jacobiasca lybica, Empoasca vitis e Zygina rhamni.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Riconoscere Empoasca vitis

Facilmente distinguibile per il colore verdognolo e le dimensioni di 2,5-3,5 mm degli adulti. Si nutre succhiando linfa dal floema delle foglie; il primo sintomo di un attacco (oltre alla presenza degli insetti) quindi consiste in clorosi puntiformi attorno alla puntura di suzione, che spesso necrotizza. Successivamente le foglie colpite vanno incontro ad accartocciamenti e ispessimenti della lamina fogliare con precoci arrossamenti o ingiallimenti, a seconda che le varietà siano a bacca rossa o gialla. Le foglie spesso presentano disseccamenti a partire dal margine che poi si estendono all’intera lamina, con filloptosi anticipata.

Distinguere Zygina rhamni

In Z. rhamni, l’adulto è giallastro con macchie rosse su capo, pronoto e ali. Al contrario della E.vitis, questa cicalina si nutre succhiando il succo cellulare e non la linfa, per cui i danni sono meno gravi, limitandosi a picchiettature clorotiche senza deformazione della lamina delle foglie colpite che però possono precocemente andare incontro a fenomeni di senescenza. Le alterazioni fogliari indotte dall’attività trofica delle cicaline, interferendo con la corretta traslocazione della linfa elaborata e riducendo l’efficienza fotosintetica, incidono negativamente sul tenore zuccherino dei grappoli.
Spesso l’individuazione dell’infestazione è tardiva, in tarda estate, quando i sintomi sono più evidenti (come le spettacolari alterazioni cromatiche delle foglie di varietà a bacca rossa) ma è ormai tardi per attuare efficaci interventi di contenimento della popolazione di questi insetti.

Il momento migliore per intervenire

Le cicaline verdi svernano entrambe come adulti, favorite da inverni miti, su piante spontanee prevalentemente arbustive. In primavera si portano sulla vite dove le femmine ovidepongono dando origine ad un numero variabile di generazioni, che dipende dalla specie e dalle temperature ambientali.

Condizioni climatiche calde e umide sono favorevoli alle infestazioni. Il momento migliore per intervenire attivamente, pertanto, è in primavera sulla prima generazione, quando la maggior parte della popolazione è ancora in stadi preimmaginali, incapaci di volare e più esposti ai trattamenti. Per il controllo chimico o biologico si potranno utilizzare le stesse sostanze attive registrate contro lo scafoideo.
Pratiche agronomiche aiutano a contenere gli attacchi delle cicaline, come l’inerbimento che aumenta la biodiversità nel vigneto e crea un ambiente più favorevole ad antagonisti naturali. Anche le siepi di arbusti (rovo, rosa, nocciolo ecc.) e le bordure offrono nutrimento alle cicaline, che tendono a spostarsi meno sui vigneti, e consentono ai loro predatori e parassitoidi di tenerle sotto controllo.

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Cicaline in forte aumento - Ultima modifica: 2023-09-26T17:01:13+02:00 da Lorenzo Tosi

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