Le aziende vitivinicole che puntano a obiettivi qualitativi elevati vogliono mantenere un’ottimale sanità del vigneto il più a lungo possibile; per tale motivo il Mal dell’esca rappresenta una preoccupazione. Negli ultimi anni le malattie del legno si sono fatte più insistenti, sia in Italia che all’estero, e di conseguenza l’attività dei viticoltori sempre più difficile. Questa situazione ci ha indotto a impegnarci nella ricerca di soluzioni efficaci al problema. Da sei anni testiamo diverse tecniche per cercare di controllare, o meglio gestire, questa fitopatia. Nel 2010 abbiamo conosciuto Fraçois Dal, tecnico che lavora per il Sicavac a Sancerre, nella Valle della Loira, il quale ha condiviso con noi una serie di esperienze, osservazioni e numeri in merito al trattamento dell’esca tramite la tecnica da lui denominata curetage.
L’intervento prevede una diligente pulizia del legno effettuata con una piccola motosega, prestando particolare attenzione alla rimozione totale della carie formatasi all’interno del tronco, in modo da risanare la pianta.
Dapprima abbiamo collaudato l’operazione su un ridotto numero di piante, e poi testato la procedura utilizzando un protocollo scientifico in vigneto. In Italia, a oggi, non sono stati eseguiti lavori sperimentali di curetage e non sono stati divulgati numeri supportati da basi scientifiche. Per questo, a partire dall’anno 2013, abbiamo impostato prove sperimentali che tuttora sono in corso. Qui condividiamo i risultati delle prime 5 annate di osservazioni.
L’obiettivo finale del curetage è quello di ridurre al minimo il numero di piante malate da sostituire, poiché le giovani barbatelle devono crescere insieme alle piante adulte, una condizione che difficilmente porta a una uniformità di produzione e qualità delle uve in vigneto.
L'ARTICOLO COMPLETO A FIRMA DI LEONE BRAGGIO E ROBERTO MERLO (Uva Sapiens - Farra di Soligo, TV) E' PUBBLICATO A PAGINA 32 DEL NUMERO 7/2018 (OTTOBRE) DI VVQ.
GUARDA I VIDEO