Tenuta Masselina: accoglienza, tipicità, sostenibilità

Marisa Fontana tra i filari a rittochino de La Masselina
Vigneti green, bottaia evocativa e locali di degustazione realizzati seguendo criteri di edilizia sostenibile con zero emissioni di gas serra. Così la realtà vetrina di Terre Cevico lancia il “progetto enoturistico per la Romagna” con l’ambizione di valorizzare l’immagine dell’enologia romagnola attraverso il racconto e le esperienze.

C’è il sole di luglio su questi bricchi, ma le argille rossicce della Tenuta Masselina sono ancora ammantate dal verde intenso di vigneti rigogliosi.

Il cielo terso svela orizzonti sempre nuovi mentre Marisa Fontana, agronoma delle Tenute, salendo e scendendo l’erta dei filari a rittochino, spiega le differenze tra una foglia di Chardonnay e quella di Pignoletto, Sangiovese o Albana.

Il ritorno gradito degli enoturisti

È un privilegio esclusivo partecipare all’avvio del “progetto enoturistico per la Romagna” lanciato da Masselina: gli enoturisti, per colpa del Covid19, sono ancora pochi purtroppo (e si perdono molto!), ma stanno lentamente tornando.

L’azienda vitivinicola di proprietà di Terre Cevico si affaccia dalla terrazza della prima dorsale appenninica a sud di Castelbolognese, dominando un largo settore della valle padana tra Imola e Faenza. Una terra di mezzo tra Emilia e Romagna, tra pianura e collina, tra l’allegria della riviera e la quiete dell’entroterra.

Un po’ vetrina, un po’ laboratorio

Nel progetto di Terre Cevico è destinata a diventare una sorta di vetrina per la grande realtà cooperativa, ma anche il laboratorio dove sperimentare e realizzare vini rigorosamente territoriali, ma comunque innovativi e sempre al top. Occupa 22 ettari di cui 16 a vigneto e il resto a bosco. Il progetto di riqualificazione è partito poco più di sei anni fa. In questo breve arco di tempo è diventata una delle realtà di punta della sottozona Serra del Romagna Sangiovese doc, un esempio da seguire per qualità, tipicità e sostenibilità, con una forte impronta green sia negli ambienti di produzione e accoglienza (vedi oltre) che nei vigneti.

«La qualità e la tipicità hanno bisogno di racconto»

«Il vino di alta qualità - afferma Marco Nannetti, Presidente di Terre Cevico -, con

Marco Nannetti e Marisa Fontana

posizionamenti importanti, ha bisogno anche di essere raccontato, degustato e vissuto sul luogo di produzione».  È per questo motivo che l’ambizione di Tenuta Masselina è quella di sviluppare forti sinergie tra turismo, cultura e gastronomia. «Vogliamo dare il nostro contributo alla conoscenza dell’immagine della Romagna del vino, affinchè le venga riconosciuto il valore che merita».

Non solo attraverso i vitigni tipici, ma anche facendo riscoprire forme di allevamento tradizionali come la pergoletta romagnola, la soluzione ottimale per l’esuberanza dell’albana.

Il progetto di enoturismo è ben costruito e nasce sotto gli auspici di un’annata che in questo angolo di Romagna appare in pieno equilibrio, non toccata dagli effetti del climate change.

L’equilibrio della gestione bio

Sarà colpa del prolungato lockdown da covid19 e della natura che, secondo l’epica dei social media, ha riconquistato gli spazi che abbiamo abbandonato. Oppure sarà merito dell’equilibrio raggiunto grazie ad un’accorta gestione biologica dei vigneti. «L’uva è fresca, succosa e sa di frutto – assicura Fontana -».

L’intera azienda ha infatti superato il periodo di conversione e in primavera è stata imbottigliata la prima annata che esibisce in etichetta la fogliolina verde del marchio bio. «La corretta gestione di chioma e inerbimenti e il ricorso a soluzioni alternative come un mix di antagonisti e zeoliti ci sta consentendo di ridurre notevolmente l’utilizzo di rame e di zolfo».

Qualità a braccetto con l’ambiente

L’effetto non fa solo bene all’ambiente, ma anche alla qualità dei vini. La buccia non è inspessita dai trattamenti. Il 138 Sangiovese bio di Tenuta Masselina (il numero del nome corrisponde alla quota altimetrica del vigneto) si sta ancora affinando nella bottaia ad anfiteatro che costituisce il cuore del progetto di recupero architettonico di questo storico casale romagnolo. In bocca e al naso sviluppa però già un fruttato intenso mai sentito prima.

Argille rosse nei vigneti e nelle anfore

Nella sala accanto l’albana matura nelle anfore ricavate dalle stesse argille rosse che

Matteo Mazzotti

caratterizzano la sottozona Serra della Romagna Doc, microssigenandosi. L’enologo Matteo Mazzotti spiega che la genesi degli spumanti parte nella vicina cantina dell’Istituto agrario Scarabellli, gestita dai tecnici de La Masselina. La presa di spuma del Pignoletto 36 mesi sur lies, avviene però nel locale attiguo alla bottaia.

«Il nostro impegno maggiore è quello di rafforzare l’identità territoriale – spiega Elena Piva di Tenuta Masselina -. Vogliamo raccontare la nostra regione attraverso i vini, il cibo e il paesaggio, facendo un’esperienza con visite in cantina, percorsi trekking nel vigneto, degustazioni guidate ed eventi».

Un progetto che forse nasce nell’anno sbagliato, ma i primi

Elena Piva

enoturisti stranieri, provenienti da nazioni vicine come Svizzera, Austria e Germania, stanno risalendo tra queste valli, attratti da pacchetti turistici che collegano Masselina ai poli più attrattivi dell’Emilia-Romagna. Consentendo loro di scoprire un paradigma di accoglienza, qualità e sostenibilità.


Il Pantheon dell’enologia romagnola

La Masselina è di proprietà di Terre Cevico dal 2007 ma il progetto di riqualificazione è partito sei anni fa. L’obiettivo è stato quello di creare una realtà in grado di valorizzare il vino anche attraverso percorsi esperienziali e turistici. La ristrutturazione è stata realizzata seguendo criteri di edilizia sostenibile e la nuova struttura è stata inaugurata giusto un anno fa.

Dal recupero architettonico di un vecchio fienile romagnolo sono state realizzate strutture per l’accoglienza (una sala convegni e una per la degustazione) e locali a temperatura e umidità controllata per l’affinamento dei vini:

  • una bottaia interrata disposta ad anfiteatro, una sorta di Pantheon dell’enologia emiliano romagnola il cui soffitto culmina con una finestrella circolare che prende luce dall’aia,
  • una cantina dove lo spumante metodo classico riposa sui lieviti,
  • uno spazio dove sono allineate sette anfore in terracotta dove maturano gli orange wine ricavati soprattutto dal duttile vitigno Albana.

L’intera struttura è realizzata con gli standard di Casaclima ed è contornata da 16 ettari di vigneti interamente biologici e 6 di bosco. Per l’acqua calda e il riscaldamento viene utilizzato il calore captato da 14 pozzi geotermici e buona parte dell’energia elettrica è generata da pannelli fotovoltaici.

La bottaia "Pantheon"
Tenuta Masselina: accoglienza, tipicità, sostenibilità - Ultima modifica: 2020-07-08T00:36:46+02:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome