Presentato a Eataly Lingotto

InNno, il Vino Libero di Gianna Nannini

Il vino nato “in sei mesi”, dopo l’incontro con Oscar Farinetti

Il 23 settembre 2013 presso Eataly Lingotto Gianna Nannini ed Oscar Farinetti hanno presentato in anteprima InNno, il vino nato nella cantina di proprietà della rock star, la Certosa di Belriguardo, ora rappresentante della Toscana all’interno del Progetto Vino Libero. Una vera appassionata e conoscitrice del vino, Gianna, cresciuta fin da piccola tra botti e tini di cemento. Una passione che, nel 2008, l’ha portata ad acquistare i terreni intorno alla Certosa medievale in cui era cresciuta insieme ai mezzadri che coltivavano le vigne senesi, e a creare, con l’aiuto di enologi esperti e qualificati come Renzo Cotarella, una gamma di vini di qualità in grado di interpretare in maniera originale un territorio a cui la cantante si sente molto legata, senza però stravolgerne le caratteristiche. InNno, in particolare, è il vino nato “in sei mesi”, dopo l’incontro con Oscar Farinetti, oggi grande amico della cantante: 100 % sangiovese in purezza, ricavato da uve di due vigneti differenti, uno più vecchio dell’altro, impiantati su terreni la cui composizione è completamente differente. Le tre N del nome servono a sottolineare la forza interiore del perfetto connubio di due sangiovesi in purezza. E anche l’etichetta richiama il rigore e la semplicità del contenuto della bottiglia: solo il nome e le indicazioni legislative minime, con una N che riprende l’iniziale della parola Nonno così come il trisavolo della Nannini la scriveva in un manoscritto d’epoca. Ma InNno è anche e soprattutto un Vino Libero. Dice l’agronomo Manuel Pieri che “…coltiva le mie vigne come fossero un giardino”: “Alla Certosa di Belriguardo usiamo zero diserbanti e solo concimi naturali in campagna e molti meno solfiti rispetto ai limiti consentiti dalla legge in cantina”. Proprio la filosofia di Vino Libero ha attirato l’attenzione della cantante: “Mi piace la parola "libero" associata al vino. Porta avanti la tradizione, ma al passo con i tempi. Significa fare il vino come faccio la musica, curandone le radici, perché sia il mio vino che la mia musica vengono dalla mia terra. Non saprei fare diversamente". Due semplici parole, dal significato immenso, ricchissimo di contenuti. Un “Vino Libero” significa semplicemente privo di tutto quanto può negativamente interferire sulle sue enormi valenze qualitative intese in senso ampio, anche di qualità della vita, per riscoprirne i valori intrinseci e più autentici. Un progetto che mette al centro la naturalità del vino iniziando a liberarlo dai concimi cimici, dai diserbanti, dai troppi solfiti, ma anche da packaging inquinanti, dagli eccessi della burocrazia, dalle mode effimere e inutili. Una diversa filosofia imprenditoriale, che lascia le parole per concretizzarsi immediatamente nell’osservanza di norme precise e disciplinari necessariamente rigidi. Libero da un uso esasperato e sbagliato della chimica, per ritrovarsi in equilibrio con l’ambiente e di esprimere, al meglio, qualità e salubrità. Libero dalle campagne salutistiche e proibizionistiche, che lo denigrano come una minaccia per la salute, dalle diete ipocaloriche e dimagranti. Libero di esprimere il proprio carattere correlato semplicemente al vitigno e al territorio. Libero di scendere nel bicchiere a donarci tante emozioni. Dodici cantine di sette regioni: Fontanafredda, Mirafiore, Borgogno, Brandini, San Romano, Monterossa, Serafini & Vidotto, Le Vigne di Zamo', Fulvia Tombolini, Masseria San Magno, Calatrasi & Micciche' e da ieri anche la Certosa di Belriguardo. 180 ettari vitati, 350 addetti per un totale potenziale di 1 milioni di bottiglie: questi sono i numeri del progetto “Vino Libero”.  

InNno, il Vino Libero di Gianna Nannini - Ultima modifica: 2013-09-25T17:11:24+02:00 da Redazione

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