Quando la cooperazione funziona

Cantina Tollo, una storia di uomini e di vigne

920 soci, 3.500 ettari coltivati e oltre 12 milioni di bottiglie prodotte all'anno

L'Abruzzo è una regione dove la natura è assolutamente in primo piano, la sola in Europa ad aver destinato un terzo del proprio territorio a parchi e riserve naturali. La viticoltura ne fa parte integrante e il paese di Tollo è noto per la produzione delle Doc Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano, nonché di Pecorino e Passerina. Cantina Tollo è una società cooperativa agricola di primo livello con 920 soci, circa 3.500 ettari coltivati e una produzione di 12.300.000 bottiglie l’anno, con un fatturato in crescita che tocca i 35 milioni di euro. Le principali uve coltivate sono Montepulciano, Sangiovese, Merlot, Pecorino, Trebbiano e Chardonnay. L’esportazione rappresenta il 35% del fatturato e i principali mercati di sbocco sono Europa, Germania, Regno Unito, Paesi Scandinavi, USA, Canada, Giappone. Per arrivare a queste cifre la strada è stata lunga: la cooperativa è nata nel 1960 per rilanciare il territorio e recuperare i vigneti iniziando a produrre del vino capace di competere sul mercato. All’inizio i soci erano 19, oggi se ne contano più di 900. La cantina ha 8 linee di pigiatura, una bottaia con 193 grandi botti di rovere e più di 100 barrique per il vino in affinamento. Il messaggio vincente è stato ricordare ai soci che “In ogni bottiglia dei vini Tollo c’è un po’ del tuo vigneto” e i riconoscimenti sono arrivati puntuali: miglior vino rosato del mondo (Hedòs Cerasuolo d’Abruzzo Dop), premio assegnato dal Club de la Press di Bordeaux, Cantina dell’anno 2009 per Gambero Rosso, Decanter Red Regional Trophy. Interessante e innovativo il progetto “vigneto avanzato” iniziato nel 2000: i soci che vi aderiscono ricevono una retribuzione a ettaro, non a quintale di uva, ma devono farsi guidare in ogni scelta dagli agronomi di Cantina Tollo. Il risultato sono uve eccellenti che diventeranno vini di alta gamma. Un altro punto di forza sono i soci under 40, attualmente 180, che negli ultimi cinque anni hanno avuto un incremento del 30%. L’azienda sta riportando in vigneto i giovani, offrendo loro una opportunità più interessante di molti lavori impiegatizi, scongiurando così l’invecchiamento della viticoltura. Abbiamo rivolto alcune domande al direttore generale Giancarlo Di Ruscio in carica dal 1990. Quali sono stati il percorso e lo spirito che hanno portato Cantina Tollo a diventare tra le cooperative più importanti d’Italia? Cantina Tollo è legata intimamente al territorio dove opera. Infatti, è nata per affrontare i problemi economici del dopoguerra in cui l’unica via d’uscita pareva l’emigrazione dall’Abruzzo e dall’Italia. La vera svolta avvenne negli anni ’60, il vino sfuso non poteva più essere il prodotto dominante e Cantina Tollo capì che l’imbottigliamento e la produzione di vini di qualità dovevano diventare il proprio obiettivo. Per far ciò dovevamo lavorare soprattutto nel vigneto coinvolgendo i nostri soci; inoltre per distinguerci era necessario creare un marchio a valenza nazionale. Lo sviluppo della nostra realtà è stato il frutto di un impegno costante, fatto di scelte delicate e di investimenti per la crescita dell’azienda e il miglioramento della qualità. Cantina Tollo è stata la prima azienda abruzzese e una delle prime in Italia a ottenere la certificazione europea di qualità. I nostri sforzi si sono indirizzati anche al recupero dei vitigni autoctoni come il Pecorino e la Passerina che ci ha permesso di produrre il Pecorino Igt Terre di Chieti e la Passerina Igt, due vini bianchi che stanno conquistando i nostri clienti. Per quanto riguarda l’impatto ambientale e la viticoltura biologica, come vi state muovendo? Per la viticultura biologica, la nostra azienda ha attuato politiche di riconversione produttiva sin dai primi anni ‘90 e precisamente nel momento in cui l’Unione Europea licenziò il primo regolamento in materia (n. 2078). Da allora il processo delle colture bio è stato continuo e oggi interessa ben 237 ettari della nostra produzione con una potenzialità di uve rivendicabili pari a 45/50 mila quintali. In modo specifico, gli ettari riconvertiti a bio sono 123 di Montepulciano, 99 di Trebbiano, 6 di Merlot, 4 di Sangiovese, 3,25 di Cabernet. Possiamo quindi affermare di essere tra i maggiori produttori italiani di vini bio. Per quanto riguarda l’impatto ambientale, ci siamo mossi su tre assi: 1) riduzione dei rumori; 2) riduzione delle emissioni; 3) trattamento e depurazione delle acque. Per tutte e tre le problematiche siamo abbondantemente al di sotto dei limiti minimi previsti dalla legge. In particolare per quanto riguarda la depurazione delle acque, i notevoli investimenti effettuati oggi ci permettono di poter riutilizzare le acque depurate anche per l’irrigazione. La crisi economica in atto come è stata affrontata da Cantina Tollo? Difficile reagire a questo momento di crisi con una ricetta di sicuro effetto. Dal canto suo Cantina Tollo è da sempre attenta al mantenimento del rapporto qualità prezzo, offrendo una gamma di prodotti che incontra le esigenze di consumo più variegate. Negli ultimi tempi abbiamo ulteriormente sviluppato l’attività di differenziazione commerciale, riuscendo a mantenere la superiorità riconosciuta in ogni elemento del marketing mix e siamo costantemente impegnati nello sviluppo dei nuovi mercati, in particolare di quelli esteri, e nell’innovazione produttiva. In occasione del Natale 2012 abbiamo proposto una speciale bottiglia con etichetta personalizzata in ceramica firmata dall’artista Giuseppe Liberati. Una etichetta che ha trasformato le magnum di Montepulciano 2010 di Cantina Tollo in una vera e propria opera d’arte. Il tutto accompagnato dallo slogan “C’è crisi ma non è la fine del mondo”. Sullo sfondo la profezia Maya e la crisi economica incombente da prendere con un po’ di ironia. Come è organizzata la vostra struttura commerciale? La struttura commerciale di Cantina Tollo dispone di uno staff professionale che opera alle dipendenze di un responsabile commerciale. Due sono i responsabili vendite, uno per l’Italia e uno per l’estero. In Italia ci sono altrettanti responsabili per ciascun canale di vendita (Gdo, Horeca, vendite ai privati) mentre sull’estero le competenze sono suddivise per macroaree. Come è lo stato di salute delle esportazioni? Alla chiusura dell’esercizio corrente, al 31/8/2012, il trend delle esportazioni è risultato in lieve tendenza positiva, anche se negli ultimi tempi – evidentemente per effetto della crisi mondiale – si registra una maggiore difficoltà di penetrazione nei mercati esteri. In ogni caso, lo sviluppo dell’export rappresenta per la nostra azienda un’opportunità strategica, data la grave crisi dei consumi nazionali, per mantenere inalterato nel tempo l’assetto patrimoniale e finanziario della cooperativa. Cantina Tollo si sta impegnando molto anche nella valorizzazione culturale del suo territorio, quale è stata l’ultima iniziativa organizzata? Quest’anno è nata una nuova alleanza tra l’azienda e il PescaraJazz Festival, uno dei più importanti appuntamenti nazionali dedicati alla musica, conosciuto in tutto il mondo. Iniziato in aprile a Chicago ha chiuso in bellezza il 3 agosto a Pescara con la partecipazione di Paolo Conte, ma in autunno ha ripreso con un tour, nelle principali città italiane, del PescaraJazz Ensemble, formazione a organico variabile composta da musicisti legati al festival. Abbiamo creato anche un sito internet per celebrare questo matrimonio con una serie di suggerimenti per degustare ogni vino della Cantina Tollo con la giusta musica. Per ogni vino scelto è suggerita una playlist selezionata di brani famosi della storia del jazz. In occasione di questa unione Cantina Tollo ha presentato il suo nuovo vino Rosso 409, il primo rosso della recente DOP Abruzzo. Il vino e la musica hanno molto in comune e questo è solo il primo passo, la partnership proseguirà ancora.

L’imbottigliamento

Abbiamo rivolto alcune domande a Enrico Mucci enologo di staff Cantina Tollo che segue in particolare la fase di imbottigliamento. Quale tipologia di apparecchiature usate per l’imbottigliamento? Imbottigliamo circa 10milioni di bottiglie l’anno con formati variabili da 0,375-0,5-0,75-1-1,5-2litri con sistemi di tappatura che vanno dal tradizionale sughero al sintetico e ai tappi vite tradizionali ma anche screw cap. La linea di imbottigliamento è organizzata in questo modo: dopo il gruppo depalettizzatore è installata una sciacquatrice ad ozono Procomac che precede il cuore dell’impianto, una riempitrice isobarica Bertolaso 88 becchi con un microfiltro automatico Pall. Il gruppo tappatura per il tappo raso (sughero e sintetico) è Bertolaso con sistema vuoto gas vuoto, inertizzato con azoto così come la riempitrice e come gli altri sistemi di tappatura, mentre per i tappi a vite tradizionali e screw cap abbiamo una 6 teste Arol con vuoto in prechiusura (brevetto Arol system). Le bottiglie tappate passano in una lavasciugatrice della ditta Cames che le migliora a livello d’immagine e le sgrassa dalla cera protettiva usata in vetreria, in modo da ottimizzare l’etichettatura. Successivamente, per i formati ove previsto, le bottiglie vengono capsulate in termoretraibile, polilaminato o leghe metalliche da una capsulatrice Robino e Galandrino. Terminata la parte denominata “bagnata” della linea, troviamo un’etichettatrice Cavagnino e Gatti a colla ed è in fase di installazione anche un gruppo di etichettatura autoadesiva in linea (formato fino a ora lavorato successivamente all’imbottigliamento). Le bottiglie vestite sono confezionate e pallettizzate da un fine linea Berchi. A soprintendere le fasi di imbottigliamento ci sono 6 addetti. Dove imbottigliate? Avete una o più linee di imbottigliamento? Le operazioni di imbottigliamento si svolgono in azienda principalmente sulla linea bottiglie che ho appena descritto. Solo marginalmente, oltre alle bottiglie, lavoriamo una piccola quota di bag in box per i mercati regionale ed estero.

Articolo a firma di Nicoletta Morabito
Cantina Tollo, una storia di uomini e di vigne - Ultima modifica: 2013-02-12T19:26:35+01:00 da Redazione

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