Shelter in inglese significa “protezione, rifugio, ricovero”. In viticoltura e in arboricoltura con questo termine si indica la protezione tubolare, in genere in plastica, che si applica attorno alle giovani piante o barbatelle nella prima fase della loro crescita al fine di proteggerle da attacchi di animali, da agenti atmosferici, ma anche dalle lavorazioni meccaniche o dagli input chimici, quando vengono effettuate lavorazioni in vigna. Un rifugio, dunque, dove le piArrayccole pianticelle possono superare, protette, un periodo delicato della loro vita. Tradizionalmente queste strutture tubolari sono chiuse, non forate ma numerosi studi indicano che in questo modo può crearsi un microclima sfavorevole attorno alla giovane pianta, sottoponendola a stress termici. Da qui l’idea della azienda italiana OSO di produrre shelter innovativi forati.
In dialogo con Francesco Bottari, fondatore e proprietario di Oso Srl.
In cosa si differenziano i vostri shelter da quelli comunemente usati?
«I nostri shelter sono dotati di una speciale foratura che permette alla vite - o in generale alla piantina attorno a cui lo shelter viene usato - di respirare anche in caso di elevate temperature. Questo permette ai viticoltori di effettuare i trattamenti alle piante senza rimuovere gli shelter creando un microclima ventilato che aiuta la crescita delle giovani viti. Gli shelter Oso sono disponibili in diversi diametri (69 e 85 mm) e diverse altezze (cm 38 e cm 53)».
Cosa vi ha portato all’idea di fare shelter forati o semiforati? A quale necessità del mercato risponde il vostro shelter forato?
«Nel corso degli ultimi anni con sempre maggiore frequenza si sono verificati problemi di bruciature ed eccessive temperature aggravati dall'utilizzo di shelters classici completamente chiusi. La nostra esperienza nel settore dello stampaggio ad iniezione e la nostra officina meccanica interna ci hanno permesso di studiare e sviluppare dei prodotti brevettati con apposita foratura per evitare questo problema e garantire un’ottima aerazione alle giovani viti. Allo stesso tempo la tendenza sul mercato di andare verso un diserbo meccanico richiede delle protezioni più robuste in grado di sopportare le sollecitazioni dei macchinari e proteggere in maniera opportuna la pianta».
Come vengono messi a dimora gli shelter forati?
«L’utilizzo e la messa a dimora sono molto semplici in quanto gli shelter OSO sono dotati di ganci integrati che rendono agile l’apertura e la chiusura. In più, il prodotto non richiede montaggio, perché viene fornito pronto all’uso. I prodotti proposti da Oso inoltre possono essere colorati secondo esigenze e necessità aziendali. Spesso in queste fasi si deve cercare una soluzione che abbia il minor impatto visivo ed estetico possibile».
Per quali situazioni è più adatto il semiforato e per quali il forato?
«Tendenzialmente il modello completamente forato si rivolge ad aziende che non effettuano diserbo chimico; la foratura per tutta l’altezza garantisce un perfetto passaggio dell’aria ed anche di eventuali trattamenti alla pianta. La versione parzialmente forata garantisce una schermatura iniziale nella parte inferiore per un'eventuale diserbo chimico a terra, la parte superiore forata garantisce comunque una buona aerazione. Inoltre, la parte schermata a terra, disponibile anche con eventuale rinforzo, garantisce una protezione extra in caso di utilizzo di macchinari particolarmente aggressivi».
Rimane spazio per l’utilizzo di uno shelter non forato?
«In Italia praticamente noi non proponiamo più modelli completamente chiusi. Il modello completamente chiuso è ancora utilizzato in alcune zone di paesi come gli USA (dove abbiamo una sede produttiva) dove è ancora fortemente presente l’utilizzo di diserbanti chimici».
In termini di costi come si posizionano gli shelter forati rispetto ai tradizionali chiusi?
«Grazie alla nostra produzione 100% interna e made in Italy riusciamo a proporre i nostri shelters a prezzi competitivi sul mercato. Inoltre, i nostri shelters brevettati hanno il grande vantaggio di poter essere riutilizzati per diversi anni. Il costo viene quindi ammortizzato su più stagioni; questo, insieme alla facilità di utilizzo e conseguente risparmio in termini di manodopera, porta un notevole risparmio ai nostri clienti».
Quali sono i vantaggi che concretamente hanno riscontrato i vostri clienti per gli shelter forati rispetto a quelli non forati?
«Uno dei grandi vantaggi è la perfetta aerazione alle giovani piante che permette di evitare rischi di temperature eccessive e scottature. Un altro importante vantaggio rispetto agli altri shelters presenti sul mercato è la robustezza e possibilità di utilizzo per più anni e impianti».
In plastica ma riciclabili e riutilizzabili?
«Esatto. I nostri shelter sono in plastica ma essi sono anche riutilizzabili e riciclabili al 100%. Per ovvi motivi non sono biodegradabili. Il nostro shelter nasce proprio specificamente per aziende che necessitano di un prodotto robusto e riutilizzabile per la protezione dal diserbo meccanico. Questo richiede caratteristiche specifiche del design brevettato del nostro prodotto e del materiale utilizzato che deve garantire determinate proprietà meccaniche e possibilità di durata nel tempo. Per questo la scelta del materiale è molto importante, perché deve garantire una determinata robustezza e una buona durata nel tempo. Queste caratteristiche non sono al momento raggiungibili con le cosiddette bioplastiche o materiali alternativi che, non essendo riutilizzabili e sufficientemente robusti, finiscono per avere un maggior impatto a livello di sostenibilità (inoltre come dimostrato da molti studi le bioplastiche hanno su LCA impatti ambientali non favorevoli rispetto alle plastiche tradizionali). Ovviamente la possibilità di utilizzare lo shelter per più anni è determinante nella valutazione della sostenibilità del prodotto rispetto a prodotti con durata di vita nettamente inferiore. Infine, i nostri materiali sono riciclabili e conformi a tutte le normative REACH, una normativa integrata per la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche, che mira ad assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente, aspirando al contempo a mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea». .
E a livello di processi produttivi come vivete la sostenibilità?
«La nostra azienda è molto attenta ai temi della sostenibilità. Negli ultimi anni abbiamo investito in nuovi macchinari 100% elettrici per diminuire ulteriormente l’impatto ambientale della nostra produzione. Inoltre, la produzione di plastica ha un livello di emissioni (emissione CO2, utilizzo di acqua nella produzione ecc..) largamente inferiore rispetto ad altre filiere quali quella della carta o vetro ad esempio. Infine, tutti gli scarti della nostra produzione vengono riciclati internamente e riutilizzati nel nostro ciclo produttivo».