Nozze d’oro per la Doc del Cerasuolo di Vittoria

Il Consorzio conta 36 aziende e 252 ettari rivendicati per una produzione complessiva di 800 mila bottiglie: 4.724 ettolitri sono di Docg, l'unica riconosciuta a un vino siciliano

Nel 2023 compiono 50 anni anche l'Aleatico di Puglia, il Cesanese del Piglio, il Cesanese di Affile, il Cesanese di Olevano Romano, il Cinque Terre, il Grignolino d'Asti, il Montecompatri-Colonna

Nozze d'oro per la Doc "Cerasuolo di Vittoria" istituita nel 1973. Il Consorzio di tutela, che rappresenta circa l’85% dei produttori delle province di Ragusa, Catania e Caltanisetta, che sono le tre aree di produzione, vede 252 ettari di superficie vitata rivendicata con una produzione di 4.724 ettolitri di Cerasuolo di Vittoria Docg (riconoscimento ottenuto nel 2005, l'unico finora ad un vino siciliano) e di 5.593 ettolitri di Vittoria Doc.

Le origini risalgono alla fondazione di Vittoria (1606)

Il Cerasuolo di Vittoria è un vino che deve la sua unicità al clima e ai suoi vitigni, Nero d’Avola e Frappato, utilizzati in una percentuale che va, rispettivamente, dal 50 al 70% e dal 30 al 50%.
La tipologia affonda le radici al 1606, anno di nascita della città di Vittoria: la sua fondatrice, Vittoria Colonna Henriquez, vedova del conte di Modica, cugino del Re di Spagna, regalò a 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto, dando il via a un grande espansione della coltivazione.

Il Nero d'Avola, indigeno o proveniente dalla Grecia?

L’origine e la storia del Nero d’Avola detto anche Calabrese si confonde con quella dei Calabresi ma si hanno buone ragioni per ritenerlo indigeno del siracusano, di Avola in particolare.
Un’ipotesi fa derivare il nome Calavrisi dal nome di un’isola e di una città greca: Calauria, con il significato, quindi, di uva Calaurisi, cioè importata da quella zona durante la colonizzazione ellenica della Sicilia.

Il Frappato, vitigno autoctono coltivato dal XVII secolo

Il Frappato è un vitigno autoctono, con molta probabilità originario della zona di Vittoria.
Il celebre ampelografo barone Antonio Mendola fu il primo che a descrivere il vitigno riferendo che la varietà poteva essere originaria del comune di Vittoria dove era coltivata sin dal XVII secolo.
Matura verso la fine di settembre, quindi 7-10 giorni dopo del tradizionale periodo di vendemmia del Nero d'Avola.

Una quarantina di aziende per 800 mila bottiglie

I vigneti si trovano a diverse altitudini, in una varietà di paesaggi che spaziano dal mare alla collina.
I terreni passano dal sabbioso all'argilloso, con la zona delimitata a nord dal complesso dei monti Erei, a sud dal mar Mediterraneo, ad est dai rilievi dei monti Iblei e ad ovest dalle colline centro-meridionali della provincia di Caltanissetta.
Del Consorzio, tra gli ammessi a finanziamento ministeriale per azioni di promozione, fanno parte 36 aziende con una produzione totale di 800 mila bottiglie. Il 70% è ormai in regime biologico.

Altre sette Doc festeggiano le "nozze d'oro"

Nel 2023 compiono il mezzo secolo di Doc, oltre al Cerasuolo di Vittoria, i seguenti vini: Aleatico di Puglia, Cesanese del Piglio o Piglio, Cesanese di affile o affile, Cesanese di Olevano Romano, Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, Grignolino d'Asti, Montecompatri-Colonna o Montecompatri o Colonna.
Ricorrono anche i sessant'anni dall’approvazione della prima regolamentazione giuridica di tutela delle Denominazioni di Origine dei Vini (D.P.R. 930/1963).

Nozze d’oro per la Doc del Cerasuolo di Vittoria - Ultima modifica: 2023-01-17T20:36:27+01:00 da Gilberto Santucci

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