Mezzacorona cresce anche durante il lockdown

Cantina Mezzacorona dall'esterno
Crescono fatturato, patrimonio netto e remunerazioni dei conferimenti grazie ad una politica commerciale che ha consentito di raccogliere soddisfazioni in Usa, Canada, Cina e Russia. Luca Rigotti: «La sostenibilità è il nostro biglietto da visita che ci distingue sui mercati di mezzo mondo»

Nonostante i sei mesi di lockdown il gruppo Mezzacorona, società cooperativa con 1.600 soci fra Trentino e Alto Adige, ha concluso un bilancio in netto aumento sul precedente.

L’assemblea da remoto

La 116a assemblea dei soci - convocata con modalità da remoto a causa della pandemia- , ha approvato all’unanimità un bilancio che registra un fatturato complessivo di 193,6 milioni di euro con un aumento del 3,7% sul precedente esercizio. Anche l’utile netto del gruppo è di oltre 2,4 milioni. L’indebitamento in 10 anni si è ridotto del 38% mentre il fatturato è aumentato di oltre il 30%. Alla presidenza è stato confermato all’unanimità per la quarta volta Luca Rigotti.

L'assemblea con i soci in collegamento da remoto

Remunerazioni extra per i conferimenti

Ma la cosa che più conta per i soci è la resa dell’uva conferita, pari a 350mila quintali comprendendo anche le produzioni dell’Alto Garda. Ebbene, il valore della produzione ad ettaro è stata in media di 18.518 euro, mentre il valore a quintale è stato di 133 euro. Nel complesso per l’esercizio chiuso al 31 luglio 2020 sono stati liquidati ai soci oltre 63 milioni e 500 mila euro.

Solidità e tutela dell’occupazione

Molto solido anche il patrimonio netto che ha raggiunto i 101 milioni con un ulteriore

Luca Rigotti

rafforzamento sull’ultimo esercizio a dimostrazione della grande solidità del gruppo, come ha ribadito il presidente Rigotti. Ma l’azienda è anche un’ottima fonte di occupazione: i collaboratori sono aumentati di 7 unità raggiungendo la cifra di 496 alla chiusura del bilancio «e nessuno – ha sottolineato il presidente - è stato messo in cassa integrazione durante la prima ondata della pandemia». Rigotti non ha mancato di rilevare il forte spirito di gruppo e la grande disciplina del personale anche nell’affrontare l’emergenza Covid19.

Le commerciali sugli scudi

Com’è noto le attività commerciali e di marketing sono delegate alla Nosio SpA, controllata direttamente dal gruppo. A sua volta Nosio controlla la Prestige Wine Imports Corp. dedicata al mercato Usa, (il più importante e strategico per il gruppo), la Bavaria GmbH per il mercato tedesco oltre alle società per la gestione delle 2 aziende siciliane Solsicano e Villa Albius del gruppo Mezzacorona, che gestiscono gli oltre 1000 ettari di vigne del brand Feudo Arancio.

«Se il bilancio si è salvato - ha ricordato il direttore generale Francesco Giovannini - lo si deve alla grande diversificazione dei mercati ed alla presenza di proprie società negli Usa e in Germania».

Francesco Giovannini

Exploit nel mercato russo e cinese

L’export copre oltre l’80% delle vendite e raggiunge ben 65 paesi. Oltre al mercato Usa che rimane il primo, seguito da quello tedesco dove si è avuto un forte aumento delle vendite nella Gdo durante il lockdown, molto bene in Canada come anche nel mercato russo ed in quello cinese. Questo ha fatto sì che, pur in presenza della pandemia, con le difficoltà sul segmento horeca, gli sforzi fatti a livello internazionale dai manager di Nosio SpA, sono stati premiati. A fronte dell’aumento netto del primo semestre dell’esercizio del 10%, anche il secondo ha tenuto in quanto a fronte di un crollo della vendite nel settore ristoranti bar enoteche, si è assistito ad una netta ripresa nella grande distribuzione. Il tutto ci ha permesso di chiudere l’esercizio con un più 3,7%, hanno affermato il presidente e il direttore generale.

La carta della sostenibilità

«Il tema della sostenibilità è sempre stato al centro della politica della nostra azienda-  ha affermato il presidente Rigotti- ,  sostenibilità che deve essere innanzi tutto economica ma anche ambientale e sociale».

«Ricerca e consulenza tecnica in campagna - ha ricordato il direttore Giovannini -  hanno portato l’azienda ad una sostenibilità ambientale molto spinta, tutta la produzione dell’uva del 2020, è stata certificata con il sistema SQNP, premessa per la certificazione anche dei vini. Cosa questa molto apprezzata sui mercati del nord Europa che ha permesso un lancio internazionale di questi vini con il marchio dell’ape maia, questo sta diventando un prerequisito per reggere sul mercato internazionale sempre più competitivo». In quest’ottica va vista anche la presentazione del terzo “bilancio di sostenibilità”, nel quale sono state indicate tutte le pratiche più avanzate per la produzione integrata della quale Mezzacorona è antesignana.

Mezzacorona cresce anche durante il lockdown - Ultima modifica: 2020-12-22T12:19:56+01:00 da Lorenzo Tosi

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