Il Montepulciano è al centro di una disputa tra l'Abruzzo e il "resto del mondo". Tutto parte dalle nuove norme sull'etichettatura dei vini definita dal nuovo decreto ministeriale che viene constestata dal presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi.
Fuori dall'Abruzzo utilizzare il sinonimo "Cordisco"
Il decreto prevede che, per aumentare la consapevolezza del consumatore, nell’etichetta dei vini venga riportata la denominazione del vitigno e le rispettive quantità.
A riguardo Nicodemi si sta battendo perché possa essere utilizzato il nome Montepulciano solo per i vini abruzzesi, mentre nelle altre etichette venga usato il sinonimo ‘Cordisco’.
Marche, Umbria, Lazio e Toscana non ci stanno
La sua proposta, riferisce "Il Resto del Carlino, oltre a non trovare al momento alcun appoggio politico né dal governo della Regione Abruzzo, né dall’opposizione, ha scatenato reazioni negative dalle aziende delle regioni limitrofe quali Marche, Umbria e Lazio che fanno del Montepulciano il loro vitigno principe. In Toscana invece il problema, in passato, era stato determinato dall'omonimia con la denominazione del Vino Nobile di Montepulciano, in provincia di Siena, a base però di Sangiovese.
Il "precedente" della Sicilia e del Nero d'Avola
"In Sicilia si sono battuti perché la denominazione Nero d’Avola fosse limitata ai vini siciliani, mentre gli altri pur utilizzando lo stesso vitigno devono usare la denominazione ‘Calabrese’ e parliamo di altre cinque regioni. Perché la stessa cosa non si può fare per il Montepulciano d’Abruzzo?", è la posizione di Nicodemi.
I consorzi marchigiani respingono al mittente
A contestare il presidente del Consorzio vini d’Abruzzo sono stati dapprima i due consorzi marchigiani e poi un po’ tutto il mondo vitivinicolo italiano che naturalmente vive proprio della forza data dall’uso dei vitigni più famosi come il Montepulciano appunto, il Sangiovese o il Verdicchio.
Il sinonimo "Cordisco"? Un mortificante palliativo
Tra coloro che hanno subito controbattuto il presidente del Consorzio di tutela dei vini piceni Giorgio Savini: "La norma ammetterebbe solo una descrizione generica, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere e non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione. Quindi la possibilità di ravvisare concorrenze o confusione è praticamente azzerata ed il tentativo dell’utilizzo del sinonimo "Cordisco", di cui non si rileva traccia nei nostri disciplinari, alimentando in questo caso solo confusione, appare solo un mortificante palliativo".
Il problema con la Toscana non riguarda il vitigno, ma l’omonimia tra vitigno e Denominazione d’Origine Vino Nobile di Montepulciano dove Montepulciano è riferito alla città in provincia di Siena, non al vitigno utilizzato che come tutti sanno è Sangiovese.
Che io sappia, la questione dell’omonimia tra vitigno e città è stato risolto dalla Toscana con l’obbligo di menzionare Toscana nella Denominazione Vino Nobile di Montepulciano, a partire dalle annate a seguire, non ricordo se dalla 2023 o 2024 o successive.
grazie mille