Quadro a tinte sempre più fosche per la prossima vendemmia in Italia.
Il problema sta tutto nell'attacco della peronospera, malattia che ha arrecato danni significativi in molte delle aree viti-vinicole del Paese.
L'ultima conferma arriva dall'Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, ISMEA e Unione italiana vini sulla base della ricognizione avviata nelle vigne delle diverse regioni.
In almeno nove regioni la situazione è difficile
Il fenomeno patogeno - si legge in una nota - sta interessando in particolare le aree della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono con cali previsti nell’ordine del 25-30%.
Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana.
Vigneti in biologico in gran parte compromessi
In sofferenza maggiore sono i vigneti biologici che rappresentano quasi il 20% della viticoltura italiana e che risulta in diverse aree del Paese in gran parte compromesso.
La presentazione delle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, ISMEA, e Uiv è in programma a Roma martedì 12 settembre.
Ismea: quadro più certo a metà settembre
Alle dichiarazioni del presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, si aggiungono le valutazioni di Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale ISMEA.
“Pur nella consapevolezza delle difficoltà in atto, il nostro invito è alla cautela. ISMEA si riserverà di monitorare con attenzione le condizioni dei vigneti nelle prossime settimane e fornire un quadro più accurato nella prima metà di settembre quando la situazione sarà più delineata”.
La peronospera rimedio alle giacenze?
C'è chi, in considerazione delle giacenze presenti nelle cantine, ha parlato di un male minore, posizione assolutamente avversata da Lamberto Frescobaldi, presidente dell'Unione italiana vini.
“La peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema".
Produzione forse sotto i 50 milioni di ettolitri
"Se quest’anno – e sottolineo se – dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri - ha dichiarato Frescobaldi - sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone. Il problema della sovrapproduzione è invece un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione: le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto".
La posizione UIV: razionalizzare l'offerta
La convinzione di Uiv è che, per controbilanciare un trend, che a fine luglio porterà probabilmente ad avere il maggior carico di stock in cantina degli ultimi 10 anni, serva una maggior razionalizzazione dell’offerta, basata su tassi consoni di vino rivendicato/imbottigliato, regole più stringenti su riclassificazioni e declassamenti, specializzazione dei distretti per vocazionalità.
Valutare l'efficacia della promozione all'estero
"Oggi – ha concluso Frescobaldi – non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome, quelli generici, e di avere un terzo delle Dop-Igp che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale. Una complessità del sistema che necessita di scelte radicali anche in chiave promozione, con il potenziamento delle azioni atte a valutare la reale efficacia delle attività svolte all’estero”.