L’Orvieto si fa in quattro

Terroir vulcanico, sabbioso, argilloso e alluvionale. Vincenzo Cecci, presidente del Consorzio tutela Vini di Orvieto, ci spiega le iniziative messe a punto assieme al Comitato scientifico presieduto da Riccardo Cotarella per valorizzare la storica doc umbra. Dalla manifestazione Orvieto Città del Gusto e dell’Arte l’occasione per una ripartenza che fa leva sul patrimonio storico artistico e sull’export

Orvieto Città del Gusto e dell’Arte.

Comincia con un nuovo evento la ripartenza enoturistica di Orvieto e del suo vino Doc, una manifestazione (27 settembre-3 ottobre) che prevede visite guidate alle bellezze della cittadina umbra in provincia di Terni, cene gourmet in una rete di ristoranti locali, contaminazioni con la cucina stellata di alcuni chef di caratura nazionale e naturalmente tante degustazioni e la possibilità di visite nelle 27 cantine aderenti al progetto; che mette attorno al tavolo istituzioni locali, organizzazioni di categoria e produttori privati, come il Comune, il Consorzio di tutela Vini Orvieto, il Gal Trasimeno-Orvietano e Famiglia Cotarella, tra le più importanti aziende dell’Italia centrale.

Le sinergie territoriali di Dominga Cotarella

La nuova manifestazione punta ad arrivare in grande stile al 2023 per il cinquecentenario di Luca Signorelli e de Il Perugino. Fu proprio quest’ultimo artista a convincere Signorelli ad affrescare la Cappella Nova del Duomo di Orvieto, dove appunto realizzò il pregiatissimo Giudizio Universale da cui prese ispirazione Michelangelo per la Cappella Sistina (www.orvietogustoearte.it).

Dominga Cotarella

Durante la serata inaugurale di “Città del Gusto e dell’Arte” il presidente del Gal Trasimeno/Orvietano, Gionni Moscetti, ha evidenziato l’interesse che si è manifestato attorno al progetto dei distretti del cibo, anche nei territori limitrofi. Mentre Dominga Cotarella del gruppo Famiglia Cotarella ha sottolineato l’obiettivo di un traguardo che guarda lontano con questa iniziativa che andrà a toccare anche i Comuni del Trasimeno, “un progetto che abbiamo voluto e che celebra la bellezza e la qualità - afferma Dominga Cotarella - e che coinvolgerà ogni mese fino al 2023 la ristorazione locale con un ristorante stellato, rendendo Orvieto protagonista di questa lunga stagione promozionale attraverso la tavola, luogo sacro di idee, accordi e incontri”.

Metà delle bottiglie prodotte in Umbria

Vincenzo Cecci, Presidente Consorzio Vini Orvieto

Durante l’inaugurazione di “Città del Gusto e dell’Arte” abbiamo intervistato il presidente del Consorzio tutela Vini di Orvieto, Vincenzo Cecci, per fare il punto della situazione su di una realtà che conta 2.200 ettari di superficie vitata e circa 100mila ettolitri di vino l’anno, che corrispondono a 12 milioni di bottiglie, un po’ meno della metà prodotta in Umbria. Sono 33 le cantine consorziate.

Presidente Cecci come e su cosa state organizzando la ripartenza?

Dopo questo lungo periodo di stop dovuto alla pandemia, in cui abbiamo fatto solo promozioni online, la manifestazione “Orvieto Città del Gusto e dell’Arte” è l’occasione giusta per riprendere un percorso di eventi che era partito nel 2019 con Benvenuto Orvieto di vino, importante progetto purtroppo sospeso a causa del lockdown. Ricominciamo con questa iniziativa ma abbiamo in programma altre attività a partire da gennaio 2022.

Ambasciatori a stelle e strisce

Quali sono i nuovi mercati che volete presidiare o conquistare dopo questa fase di pandemia?

Il mercato di riferimento dell’Orvieto Doc è il mercato degli Stati Uniti, dove è destinato circa il 30 per cento della nostra produzione. Il Consorzio sta cominciando una campagna di promozione proprio in quel Paese nominando alcuni “ambasciatori” del territorio e dei nostri vini, che verranno formati a Orvieto con un percorso di studi che comincerà a gennaio 2022. Otto ambasciatori saranno ospiti una settimana nella nostra zona di produzione, visiteranno la città, conosceranno le tradizioni, la nostra cultura, ma soprattutto visiteranno le aziende, scoprendo chi c’è dietro la bottiglie, la storia del produttore e la sua idea enologica.

Che impatto ha avuto il Covid sull’Orvieto Doc. Lo possiamo quantificare?

Inizialmente c’è stato un calo di mercato dovuto alla chiusura del canale Horeca, questo ha comportato una significativa riduzione. Devo dire che comunque la grande distribuzione ha parzialmente compensato questa flessione.

Differenziazione territoriale

Parliamo di ricerca scientifica. Su cosa state lavorando?

Il Consorzio è dotato di un comitato scientifico presieduto dal dottor Riccardo Cotarella. Ai recente abbiamo fatto alcune sperimentazioni sui quattro terroir dell’Orvieto: la zona vulcanica, la zona sabbiosa, la zona argillosa e quella alluvionale. Sono stati vinificati vini provenienti dai quattro terroir e abbiamo ottenuto prodotti diversi. C’è un lavoro dietro che porterà a delle conclusioni e indicazioni importanti per i produttori. E’ una sperimentazione che durerà almeno due-tre anni, in collaborazione con l’Università della Tuscia.

Un’ultima domanda, come sta andando la vendemmia?

Siamo agli inizi, sono stati raccolti solamente gli chardonnay e i grechetti, uve che hanno subito più delle altre il problema della gelata. Ora cominceremo con le altre dell’Orvieto e devo dire che la stagione si presenta molto buona, le uve sono sane, senza particolari problemi, specialmente nelle zone meno aride. Si concluderà entro la prima decade di ottobre.

L’Orvieto si fa in quattro - Ultima modifica: 2021-09-27T19:47:20+02:00 da Lorenzo Tosi

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