Lo sguardo al futuro della cooperazione

Il Focus Nomisma-Alleanza delle Cooperative Agroalimentare mette in luce il grado di resilienza della cooperazione ma anche gli obiettivi di lungo periodo. Quali strumenti per guardare oltre la pandemia

Nonostante le difficoltà ed il crollo del canale Ho.Re.Ca. le cooperative vitivinicole hanno resistito e, in alcuni casi, hanno registrato numeri in crescita.

Stefano Sequino è Responsabile settore vitivinicolo Fedagripesca Confcooperative

È quanto emerso dall’indagine Nomisma Wine Monitor durante Vivite Talk del vino cooperativo, iniziativa online organizzata da Alleanza delle Cooperative Italiane che si è svolta il 15 aprile 2021.

Segnali di resilienza del modello cooperativo che tuttavia devono considerare alcune variabili – in particolare gli stock di cantina e il segmento dei vini sfusi – e non dimenticare un approccio di lungo periodo.

Ecco le strategie per affrontare il futuro e cogliere gli obiettivi nel periodo post-Covid.

Multicanalità e differenziazione

La capacità di rimodulare l’offerta si è rivelata senza dubbio una strategia vincente che ha consentito alla cooperazione di mantenere la posizione nonostante le difficoltà e gli effetti della pandemia. Il periodo Covid-19 ha infatti generato canali distributivi a due velocità: da una parte il canale Ho.Re.Ca, drammaticamente fermo e indebolito dallo stato di incertezza dei mercati, d’altra parte i numeri della Grande distribuzione Organizzata, che in molti casi ha mitigato le perdite complessive.

In questo contesto la multicanalità, così come una certa flessibilità organizzativa, ha consentito alle cantine cooperative di compensare parzialmente la battuta d’arresto del canale on-trade e di poter raggiungere comunque gli scaffali, spesso anche quelli virtuali. E infatti oltre la metà delle cantine cooperative, tra gli obiettivi di lungo periodo, puntano su una differenziazione dei mercati esteri e, oltre alla maggiore presenza in più canali di vendita, sul rafforzamento del canale e-commerce.

Scommessa digitale

Guardando al futuro, il digitale sarà infatti una leva importante per la ripresa. L’analisi di Denis Pantini, Responsabile di Nomisma Wine Monitor, ha messo in mostra che le cooperative puntano sulla presenza su siti di e-commerce e sui canali social per avviare oppure consolidare la vendita e la promozione commerciale.

Un orientamento, quello della transizione digitale, che tra le cantine cooperative già conta il 20% di adesione ma che è destinato a registrare una crescente partecipazione: nel prossimo triennio infatti il 62% delle cooperative intervistate adotterà processi digitali, agricoltura e industria 4.0.

Driver sostenibilità

Si tratta di un tema assolutamente strategico per il futuro del settore, in grado di creare valore e riconoscibilità dei vini cooperativi. Già oggi è forte l’impegno delle cantine cooperative sul fronte della sostenibilità: oltre il 50% delle cantine intervistate ha già adottato azioni concrete per ridurre l’uso di input chimici e azioni per la valorizzazione dei sottoprodotti, la riduzione e il riciclo degli scarti di lavorazione.

E accanto al netto incremento del vigneto biologico – il 51% delle cooperative del panel ha incrementato le produzioni bio – si attende la definizione dello standard unico di sostenibilità nazionale, strumento previsto dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cd. DL Rilancio, che potrà fornire un valore aggiunto sui mercati.

Un approccio ormai forte e consolidato a livello europeo oltreché nazionale, considerando i lavori di riforma della Pac post-2020 e la comunicazione della Commissione UE Farm to Fork che mettono al centro la scommessa green. E anche in questo spazio di lavoro il ruolo aggregante delle cooperative, che mettono insieme tante piccole e medie imprese agricole, può fare la differenza perché permette, mediante azioni sistemiche, di raggiungere standard di sostenibilità più elevati.

Quali prospettive

La struttura organizzativa e la territorialità del modello cooperativo hanno consentito di affrontare le difficoltà e la crisi con un maggiore grado di resilienza.

I risultati sono buoni e si guarda al futuro con fiducia, anche per quanto riguarda il canale Ho.Re.Ca., considerando che il 56% delle cooperative ritiene che le vendite di vino nel segmento on-trade torneranno ai livelli del 2019 entro il 2022 e nel 2023 per il 21% degli intervistati.

Ma lo sguardo al futuro incrocia tuttavia alcune variabili che devono essere considerate per affrontare i prossimi mesi, e soprattutto il periodo post-Covid, con strumenti adatti ed maggiore consapevolezza: nel breve-medio termine sarà intanto necessario fare i conti con gli stock giacenti in cantina, complessivamente pari a 56 milioni di ettolitri al 31 marzo 2021 (+3,6% su base annua), situazione che, anche in vista della prossima vendemmia, deve far riflettere – tenendo conto anche delle esperienze fallite lo scorso anno – rispetto alle più adeguate ed efficaci misure utili per gestire l’offerta e mantenere il giusto livello di valore.

Poi la prospettiva di una graduale riapertura e la leva dell’enoturismo, essenziale per capitalizzare finalmente l’effetto-traino generato dal valore simbolico associato ai vini, ai paesaggi viticoli ed ai luoghi della produzione, in grado di creare reputazione e attrattività nei territori.

Stefano Sequino

Responsabile settore vitivinicolo

Fedagripesca Confcooperative

Lo sguardo al futuro della cooperazione - Ultima modifica: 2021-04-19T10:08:49+02:00 da Lorenzo Tosi

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