Aumentano del +168% i consumi di vino in Corea del Sud e del +200% le importazioni negli ultimi cinque anni facendo risultare il Paese dell'estremo Oriente mercato emergente. Il Giappone, relativamente alla zona del Far East, si conferma invece mercato consolidato visto il consumo, da anni pressoché stabile, di 3 milioni di ettolitri e un lieve calo nei numeri d'importazione (-3%) supportato però da un aumento medio del valore delle etichette del +47%.
Uno sguardo volto a Est
È quanto emerge dall' appuntamento di fine anno, svolto oggi a Roma, che Istituto Grandi Marchi (Igm) dedica, in maniera consueta, all'approfondimento della situazione fine wines sui mercati internazionali. Nel report 2023, dopo le ricerche dedicate alla Germania, al mercato Uk dopo la Brexit e alla situazione globale nel post pandemia, i Paesi protagonisti sono stati, appunto, Giappone e Corea del Sud. L'analisi, curata dall'Osservatorio di Nomisma Wine Monitor, ha avuto l'obiettivo - sottolinea una nota - "di mettere a confronto due dei più interessanti mercati del Far East" per comprenderne, nella fascia dei fine wines, i comportamenti di acquisto e di consumo, la percezione, il ruolo che giocano la notorietà.
Un mercato importante per i fine wines
L'indagine è stata sviluppata su un campione di 1.600 consumatori di vino, residenti in alcune delle grandi città giapponesi e coreane (Tokyo, Osaka, Seul e Busan) nel periodo ottobre-novembre 2023. "Continua la nostra collaborazione con Nomisma Wine Monitor - commenta Piero Mastroberardino, presidente Igm - volta a indagare le dinamiche del segmento fine wines sui mercati internazionali. La scelta di Giappone e Corea del Sud non è casuale, visto che questi Paesi saranno teatro della nostra missione in calendario per il prossimo novembre. L'indagine ha rivelato un quadro più che promettente, dimostrando il crescente appeal che il vino italiano di qualità gode anche nel Far East".