Intervista a tutto campo al Presidente dell’Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, che VVQ ha incontrato nella sua cantina davanti al castello di Barolo.
Abbona tocca aspetti e temi delicati e strategici per il futuro del vino italiano, dalla sostenibilità economica, sociale e ambientale, fino alle misure anticrisi messe in campo dal governo per fronteggiare la prima fase dell’emergenza Covid.
Su queste, ad esempio, «c’è bisogno di fare autocritica - sottolinea - perchè o gli strumenti non erano necessari oppure sono stati male utilizzati».
L'ossessione per le alte rese
Il riferimento è ai risultati non pienamente soddisfacenti delle misure di sostegno per le distillazioni di crisi, la vendemmia verde e le giacenze in cantina.
La UIV ha sollevato critiche sull’esclusione dalla distillazione dei vini a denominazioni d'origine, lasciandola solo a vantaggio dei vini generici, riguardo ai quali per Abbona è «inammissibile che in alcune aree dell’Italia siano tollerate rese incredibili, anche di 500 quintali/ettaro. Temi da affrontare con decisione», sferza il Presidente UIV.
Vaccinazione e promozione a tappeto
Sull’emergenza Covid, invece, è giunta l’ora di impostare una seria “campagna di vaccinazione e di mettere a disposizione fondi per la promozione", attingendo a risorse Ocm e ministeriali anche per far fronte alla perdita di valore aggiunto che ha colpito soprattutto le piccole imprese. Bene anche gli strumenti come il pegno rotativo, adottati dai consorzi del Chianti Classico, del Barolo e del Barbaresco, ma c’è bisogno - sottolinea Abbona - di una diversa visione politica a livello regionale:
«C’è stato in questi anni un aumento sconsiderato delle denominazioni d’origine, non per necessità di espansione ma per preservare o accrescere il consenso politico. In Italia - puntualizza il presidente UIV - le d.o. che funzionano sono da anni le stesse, cioè poche rispetto alle 500 esistenti. Questa situazione comporta grande complessità e dispersione di risorse».
Sostenibilità, accelerare sullo standard
Ultimo tema affrontato nell’intervista a cura di Massimiliano Rella è quello della sostenibilità, ambientale, sociale e di governance.
«Siamo in attesa di un decreto nazionale che crei un quadro di certezze sulla sostenibilità, un tema su cui dovremo essere chiari e trasparenti, senza raccontare favole sui risultati raggiunti. C’è anche una grande questione sulla digitalizzazione dei territori, sulla creazione di infrastrutture efficienti e sulle scuole di formazione professionale. Bisogna popolare stabilmente i nostri territori con figure qualificate - conclude Abbona -. D’altro canto, come possiamo continuare a fare una viticoltura di precisione con personale saltuario?».