«Le nuove Tecniche di Evoluzione assistita, recentemente premiate col Nobel per la chimica, sono la vera frontiera per una viticoltura più resistente e sostenibile».
Ad affermarlo Michele Morgante, dell’Università di Udine e della Società Italiana di Genetica Agraria, nel corso di un webinar organizzato dai Giovani di Confagricoltura (Anga).
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«La Cisgenesi - ha spiegato Morgante - ovvero il trasferimento di geni, preservando il
genotipo/varietà di partenza, tra varietà della stessa specie e il Genome editing (come Crispr-cas9), ossia la modifica del genoma della pianta senza apportare materiale genetico esterno e con la possibilità di annullare le modificazioni indesiderate, sono due diverse modalità di intervento che riproducono quello che avviene in natura quando si ha una mutazione genetica».
Tecniche precise quindi e dall’innegabile valore che permetterebbero di ottenere una viticoltura più sostenibile. Nella viticoltura europea l’impatto ambientale dei fungicidi è estremamente alto. Secondo dati Eurostat 2017, su 3,5 milioni di ha di vigneti in Eu vengono impiegate 60 mila tonnellate di pesticidi. La soluzione secondo Morgante è puntare sulla produzione di nuove varietà per un vino libero da fungicidi attraverso le Tea.
«Ad oggi in viticoltura utilizziamo le stesse varietà che esistevano mille anni fa, tutte estremamente sensibili ai patogeni come l’Oidio e la Peronospora. Se al problema patogeni non diamo soluzioni genetiche, resta solamente la chimica per la difesa. Nel 2000 – spiega Morgante – insieme all’Università di Udine e all’Istituto di Genomica applicata e ai Vivai Cooperativi Rauscedo abbiamo realizzato dieci varietà di vite da vino tutte resistenti alla Peronospora e alcune all’Oidio. Non possiamo più permetterci di non investire nelle innovazioni tecnologiche in agricoltura».
I vantaggi delle Tea
«Si tratta di tecniche non Ogm che consentono di avere varietà qualitativamente uguali alle varietà originali ma più forti. Partendo dai “genitori nobili” – ha specificato Yuri Zambon dei Vivai Cooperativi Rauscedo – si ottengono infatti vitigni resistenti a mutamenti climatici e ad agenti patogeni che permettono di ridurre fino al 70% l’uso di fitofarmaci».
Nbt, serve un corpus normativo adeguato anche per convincere il consumatore
Per portare l’innovazione in campo ha spiegato Morgante, abbiamo bisogno di una ricerca di eccellenza, di un corpus normativo adeguato e dell’accettazione da parte del consumatore. Quanto al nodo legislativo che le equipara agli Ogm bloccandone, di fatto, la diffusione, la Commissione starebbe pensando non a una vera e propria riforma normativa ma a una diversa interpretazione della precedente che però non garantirebbe, secondo Morgante, il superamento della sentenza della Corte di Giustizia Ue e che soprattutto, secondo lui, non basterebbe per convincere il consumatore.
Tea, al centro di una nuova rivoluzione del settore primario
Per cambiare la percezione dell’innovazione in agricoltura «abbiamo bisogno di una nuova narrativa e visione - conclude Morgante -. Dobbiamo mettere le nuove Tecniche di Evoluzione Assistita e le tecniche di agricoltura di precisione al centro della nuova agricoltura. L’innovazione è utile alleata della tradizione, non è in contrapposizione ad essa.
«Puntiamo a vitigni resistenti, ma molto spesso ci troviamo davanti a resistenza ideologica perché – ha chiosato Bernardo Giannozzi, delegato Anga presso la FNP Vitivinicola di Confagricoltura - fino ad oggi non si è fatta chiarezza dal punto di vista scientifico e normativo. Ci auguriamo che il Programma nazionale di ricerca 2021 – 2027 dia risposte puntuali alle necessità della sperimentazione su tali tematiche, come anche auspichiamo risposte positive dal Recovery Plan nel favorire investimenti che permettano all’agricoltura italiana di progredire avvalendosi anche della ricerca genetica».