Gli attuali prezzi di realizzazione di un ettaro di vigneto - dire attuali è ancora d’obbligo visto che non sono affatto stabili e tantomeno lasciano sperare in un decremento - comportano un rincaro della spesa complessiva, manodopera compresa, prossima al 25% rispetto ai costi dello stesso periodo dello scorso anno.
Addirittura se si considera la sola incidenza dei materiali questo incremento raggiunge il 35% e incrementi simili potrebbero presto riguardare l’utilizzo delle macchine in considerazione dell’aumento del costo dei carburanti. L’unica variabile al momento stabile è quella relativa alla manodopera.
I pali innanzitutto
Il fatto che la struttura di un vigneto sia oggi prevalentemente costituita di materiali in acciaio anche per quanto riguarda la palificazione ha inciso in modo determinante sulla crescita dei costi complessivi che, in un periodo inferiore a dodici mesi, hanno comportato un aumento degli oneri di realizzazione di un ettaro di vigneto pari a 5.825 euro, passando da 23.482 a 29.308 (+25% appunto, v. Tab.1). Solo i pali hanno conosciuto un aumento di prezzo superiore al 68% e questo non solo per i materiali in Cor-ten, il più diffuso e affermato in questo periodo, ma anche per quelli in acciaio zincato o inox.
Nella realizzazione di un nuovo vigneto si è costretti a convivere con un incremento dei costi determinato dalla generalizzata impennata dei prezzi che, in questi ultimi mesi, hanno conosciuto un po’ tutti i materiali, in particolar modo i metalli.
Un aspetto che inevitabilmente porterà a un deciso incremento della quota annua di ammortamento di una nuova struttura
Gli effetti di questa situazione economica sono molteplici:
- se in passato la principale voce di costo nella realizzazione di un vigneto era la manodopera complessiva per l’esecuzione di tutti i montaggi e la messa a dimora delle barbatelle, oggi la più pesante voce di spesa è quella dei pali che da soli incidono per un 30%;
- la percentuale di incremento dei materiali metallici è variabile in funzione della quantità di manodopera che la loro produzione comporta: maggiore è la necessità del fattore umano minore sarà l’incremento di costo di quel materiale che subisce il rincaro solo sulla materia prima ma non nel costo di lavorazione;
- la manodopera non ha subito incrementi ed è l’unica voce di costo del tutto analoga fra i due periodi considerati. Eventuali aumenti che si potranno verificare in relazione all’aumento dei carburanti e delle componenti energetiche saranno comunque poco rilevanti rispetto al costo di esecuzione di una determinata operazione. Se a titolo di esempio considerassimo il trapianto meccanico delle barbatelle, evidenzieremmo un maggior costo di carburante per ettaro pari a massimo 2/2.5 euro che è un valore del tutto irrilevante. Cosa differente invece sarebbe la rivisitazione dei tariffari in relazione all’aumento dei costi di ammortamento delle macchine che, come minimo, è stato del 20-25%;
- i materiali metallici sono quelli che hanno subito l’incremento maggiore mentre quelli plastici, come nel caso dei tubi di protezione che costituiscono la pacciamatura verticale, evidenziano rincari dell’ordine del 10%;
- l’incremento del costo delle barbatelle - 3,57% - deriva prevalentemente dall’incremento dei costi energetici per il confezionamento e soprattutto per la conservazione in celle frigo oltre che di trasporto.
L’incremento dei materiali plastici
Anche i materiali plastici, seppure in termini più ragionevoli, hanno subito decisi incrementi di prezzo, tanto che anche la realizzazione di un sistema fisso di irrigazione a goccia, per esempio, ha subito un incremento di costo complessivo del quasi 9,5%. Anche in questo caso se si considerasse il solo incremento dei materiali si evidenzierebbe un maggior costo prossimo al 22%. Realizzare un impianto fisso di irrigazione a goccia su di un ettaro di vigneto oggi costa quindi 596 euro in più di un anno fa e, anche in questo caso, l’unica voce di costo che resta invariata, per le stesse logiche, è la manodopera.
Difficile provare a risparmiare
Per chi ha programmato i propri investimenti aziendali nella quasi totalità dei casi non esistono alternative a questi aumenti. Un caro prezzi che oltretutto non lascia prevedere come si evolverà nei prossimi mesi e tantomeno se sarà possibile un’inversione di tendenza e in quali termini. Come palliativo è possibile sicuramente rimandare l’acquisto e la posa dei fili rampicanti che dal punto di vista agronomico può essere procrastinata addirittura di un anno e dal punto di vista dell’incidenza complessiva sui costi non è di certo rilevante (stiamo parlando di un 3,5% sul totale). Molto più difficile fare una scelta analoga rispetto a pali e tutori, e quindi al filo portante, che è sempre bene che siano in campo fin dall’inizio della vegetazione. Questo anche in considerazione della non sempre facile e immediata reperibilità dei materiali. Di fatto, quindi, è evidente che l’incremento dei prezzi non sta interferendo sulle scelte dei viticoltori che danno ugualmente corso alle scelte effettuate senza nemmeno modificare le scelte tecniche nei materiali (e tantomeno nei sesti adottati: si osservi per esempio che una palificazione con sesto lungo la fila di 4 metri rispetto a una a 5 metri costa circa il 7% in più).
Costi di ammortamento da rivedere
Ovviamente il rincaro dei materiali va a gravare sui costi di ammortamento che subiscono la stessa percentuale di incremento del costo dei materiali e vanno a incidere sui costi di produzione. Confrontando per esempio i costi di ammortamento dei vigneti realizzati con differenti costi, riferendosi a un periodo di 25 anni e adottando un tasso del 3% emergerà un incremento di costo pari a 369 euro l’ettaro l’anno.
Un valore che, sommato agli altri costi di produzione, molto variabili in funzione delle scelte aziendali - si pensi per esempio alle differenze fra vendemmia manuale e vendemmia meccanica - avrà un’incidenza percentuale di incremento che sarà inversamente proporzionale ai costi complessivi di produzione. L’incremento dei costi colturali dovuti all’esclusivo incremento dei prezzi dei materiali per la realizzazione della struttura sarà pertanto compreso in una forbice che spazia fra il 3 e il 5%.