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Dare nuovi contenuti alla vocazione viticola

Se la trasformazione della natura operata dall’uomo in un territorio viticolo è il tentativo, destinato a fallire, di risolvere l’enigma che ogni vino nasconde, in futuro la parola vocazione sarà affidata alla possibilità di produrre vino con il minor impiego di risorse esogene al vigneto, attraverso i progressi della genetica e della viticoltura digitale.

Roba da boomer

Fra detrattori che gridano allo scandalo in nome della tradizione, spinose questioni legate alla sostenibilità dei processi necessari per sottrarre alcol e divieti discendenti dal Testo Unico, la strada del vino dealcolato in Italia appare lastricata di difficoltà.

Autoctoni rarefatti

Le iscrizioni al registro nazionale sono sempre più difficili a causa di criteri selettivi soggettivi e antiquati. Una maggiore apertura ai marker molecolari assicurerebbe ai viticoltori e agli enologi risorse importanti per superare il momento di crisi

Bollicine che marcano il territorio

Altro che evanescenza: il metodo classico ha complessità aromatica e una forte attitudine a mettere in evidenza origine e tipicità. Così l’esempio del Trentodoc alza l’asticella per tutti i territori che mirano a produrre spumanti

Vini ribelli

Guerra all’alcol e ricorso sempre più spinto alla dealcolazione. Questi sforzi di addomesticamento dello spirito eversivo del vino finiranno, per reazione, per dare nuove chance al movimento dissidente dei "naturali"?

I lavori green rimangono “al verde”

La sostenibilità a scatola chiusa della Farm to Fork non fa crescere la domanda di professionalità. Allontana invece, con il suo carico di burocrazia, i tecnici dai vigneti e dalle cantine

Radici che affogano nell’indifferenza

La tragica doppia alluvione in Romagna coglie la ricerca viticola di sorpresa. Tra tanti dati sperimentali sulla resistenza alla siccità dei portinnesti, mancano invece quelli sui ristagni idrici primaverili.

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I consigli di Terra e Vita agli agricoltori

Bottone #1

Rettangolo piede

Ocm già logora

Dopo le pressioni per salvare misure strutturali come le promozioni, la filiera invoca interventi congiunturali come le distillazioni di crisi. E Bruxelles, comprensibilimente, nicchia. Ma qualsiasi misura sarà vana se non punta ad un preciso obiettivo strategico

La forma del vino

Passare dal riciclo al riuso del vetro rischia di provocare un vero scossone commerciale sul vino italiano. I contenitori alternativi saranno in grado di offrire nuove opportunità?

Brinderemo alla cultura

Filiera del vino divisa sulla prossima riforma delle indicazioni geografiche. Pesa il timore di perdere parte dei fondi per la promozione, ma rimanere isolati all’interno dell’attuale Ocm potrebbe rendere più facile il tiro al bersaglio della crociata salutista

La voce del vino

La parola scritta può essere la più valida alleata per il comparto vitivinicolo. Una simbiosi che diventa un tallone d’Achille quando prevalgono tentazioni di censura

Vitigni resistenti nelle Doc, è opportuno un chiarimento

La legge annuale europea offre l’occasione per adeguare il Testo Unico del vino alla nuova Pac

Il futuro tra cloni e vitigni ibridi resistenti

L’abrogazione della norma 2001/18 che assimila agli Ogm le accessioni di vite ottenute con le tecnologie di evoluzione assistita (Tea) sarebbe di particolare importanza per l’Italia. Ma i nodi da sciogliere su questo tema sono ancora molti

Sovranità vitivinicola

I nodi che frenano l’innovazione genetica in viticoltura viaggiano su un doppio binario: l’Europa sblocca i vitigni resistenti nelle Doc, ma l’Italia tarda a recepire questa opportunità. All’Italia piacerebbero i cloni Tea, ma Bruxelles accumula ritardi su questo fronte. Da dove potrebbe partire un Ministero che reclama la necessità di decidere in proprio sulle sorti del comparto primario sin dal nome?

Il vino si fa con l’acqua

Non è un invito alla sofisticazione enologica, ma l’insegnamento che deriva dall’annata più siccitosa del secolo e dagli effetti sorprendenti che ha determinato sulla qualità delle uve e dei vini

La luna storta

Vendemmia condizionata da un'annata "lunatica". Il rapporto tra terroir e clima è già entrato nella fase più critica. Inutile sperare nell'influsso degli astri: per salvare i nostri migliori cru serve maggiore flessibilità nei disciplinari di doc e Igt

L’insostenibile normalità della sostenibilità

Sqnpi- Bio: scatta il derby green per il vino italiano. Ma la cattiva usanza di rendere obbligatori tutti gli sforzi delle aziende viticole in favore dell’ambiente e della sostenibilità rischia di comprometterne la valorizzazione economica
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