È stato costituito il 27 ottobre il Consorzio di tutela Suvereto e Val di Cornia. A tenere a battesimo la nuova iniziativa dei produttori di questo particolare territorio vitivinicolo ed enoturistico in provincia di Livorno è Nico Rossi, il primo presidente della neonata organizzazione e che fu tra i fondatori della Doc Val di Cornia.
Vigne Vini & Qualità lo ha intervistato per fare il punto della situazione e capire l’indirizzo che si vuole dare al comparto produttivo in materia di progetti, ricerca, promozione e accoglienza.
Il vecchio consorzio abbracciava 5 Comuni con interessi economici molto diversi, l’unico in cui l’agricoltura e il vino sono prevalenti è proprio Suvereto, Comune che vanta anche un’interessante Docg (in 4 tipologie). Hanno in progetto una segnaletica, un ufficio di coordinamento delle visite enoturistiche, una comunicazione condivisa. E tutto questo si incrocia con l’offerta di sentieri trekking, ippovie e percorsi bici presenti sul territorio.
Presidente Rossi, perché soltanto adesso è stato costituito il Consorzio?
In realtà c’era già un consorzio per l’intera Val di Cornia, fondato molto tempo fa, ma ormai esistente solo sulla carta. Nel frattempo con il passare degli anni la situazione sul territorio è molto cambiata, sono arrivate nuove aziende, è stato fatto un percorso di crescita, insomma le condizioni sono diventate mature per riprendere in mano la questione e caratterizzarla meglio. Circa l’80% delle vigne oggi ricadono nel Comune di Suvereto.
Due anni fa avevate costituito Suvereto Wine. E’ stata una sorta di “incubatore” per il nuovo Consorzio?
Suvereto Wine è nata per sviluppare in particolare l’enoturismo, ma ha smosso tutto e attivato un nuovo spirito di collaborazione tra le cantine, quindi in un certo senso sì, ha fatto da incubatore.
Quante sono le cantine consorziate? E c’è ancora spazio per altre?
Al momento sono 27 cantine, di cui 24 di Suvereto, ma puntiamo ad aggregarne altre, sei-sette aziende, che potrebbero entrare.
Quali sono i principali progetti che intendete perseguire?
Come primo obiettivo intendiamo ricompattare tutte le aziende per promuovere e tutelare al meglio la denominazione e il territorio. In tal senso la nascita del Consorzio è già un passo molto importante. Ci prendiamo un anno di tempo per impostare il lavoro e la programmazione di lungo periodo, ma in linea di massima posso anticipare che vorremmo rilanciare un vecchio progetto di zonazione che era cominciato negli anni ‘90. Di certo vogliamo ricreare un forte gruppo e promuovere il territorio della Val di Cornia, che ha sue caratteristiche che lo rendono diverso da altre zone della Toscana e della Maremma. Siamo interamente esposti a sud, abbiamo terreni ricchi di minerali, già importanti in epoca etrusca per l’estrazione, inoltre sono terre dove c’è influenza di boro, dovuto alla geotermia. Questa è un’area caratterizzata dalla presenza di acque calde nel sottosuolo.
E sul turismo? Vi eravate associati in origine per questo.
Il turismo del vino sta andando molto bene, la scorsa estate ha mostrato segni di ottima ripresa. Non siamo tornati alle presenze del 2018 e 2019, ma le distanze si stanno accorciando. Allora però l’accoglienza sul territorio partiva già da marzo. Il 2021 a causa della pandemia è stato penalizzante, confidiamo nel 2022. Di sicuro è un filone che vogliamo continuare a sviluppare.