Un gruppo di ricercatori coordinato dalla University of California ha decodificato e catalogato la diversità genetica di nove specie di viti selvatiche americane.
Pubblicata sulla rivista Genome Biology, la ricerca porta alla luce delle specificità che potrebbero accelerare gli sforzi nell'allevamento della vite davanti a sfide come il cambiamento climatico, gli ambienti salini e la siccità.
Resistenza alle malattie e adattabilità
"Le viti nordamericane - viene segnalato sul sito di Federvini - sono apprezzate e conosciute per la loro resistenza alle malattie e l'adattabilità, ma non per il gusto e la qualità del vino, al contrario delle viti europee come Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Queste ultime, come noto, sono meno resistenti alle malattie, ma sono famose per la produzione di vini di alta qualità".
Ampio spettro di diversità genetica
Le specie nordamericane, viene rimarcato, si sono evolute per resistere a diverse condizioni climatiche, del suolo e dei patogeni, includendo un ampio spettro di diversità genetica.
Attraverso tecnologie all'avanguardia i ricercatori hanno costruito un pangenoma completo delle specie selvatiche di vite, identificando somiglianze o differenze e individuando tratti specifici che potrebbero risultare interessante incorporare.
Futuri progressi nell'allevamento della vite
Dario Cantù, professore del Dipartimento di Viticoltura ed Enologia, ha spiegato a Federvini che "questa ricerca è un passo significativo nella comprensione della genetica delle viti. Lavora alla base di futuri progressi nell'allevamento della vite, identificando geni chiave responsabili di tratti importanti".
Previste ulteriori esplorazioni genetiche
La costruzione di un pangenoma così completo potrà fornire un aiuto importante per il futuro: "Consentirà ulteriori esplorazioni genetiche di altri vitali tratti adattativi, essenziali per la resilienza del settore, come la tolleranza alla siccità, la resistenza al calore e la difesa contro la malattia di Pierce".