Gli americani scoprono i vini macerati del Collio e del Carso illuminati dal racconto dell’autorevole critico enoico del New York Times, Eric Asimov. Il giornalista, a fine dicembre 2021, ha dedicato il suo intervento agli orange wines, i vini macerati. Eric, nipote del grande scrittore di fantascienza Isaac Asimov (1920-1992), si occupa di vino dal 1999 e, dal 2004, lo fa scrivendo sull’influente NYT.
Gli arancioni
Dopo aver spiegato ai lettori del quotidiano le tecniche di preparazione dei vini macerati, Asimov fa i nomi di alcuni protagonisti che, nel Nordest dell’Italia, rappresentano un’avanguardia di questa particolare produzione vitivinicola seppure con numeri limitati.
«La manifestazione più recente (degli orange wines) è iniziata dove il Friuli-Venezia Giulia, nell’Italia nord-orientale, incontra il confine con la Slovenia» spiega il giornalista che invita i lettori a cercare «grandi produttori come Gravner, Radikon, Skerk, Vodopivec e Zidarich. Queste, insieme alle bottiglie dalla Georgia, possono sembrare impegnative in quanto possono essere decisamente tanniche e del tutto diverse dai vini bianchi convenzionali, ma spesso – aggiunge - sono deliziose».
Quelli che… i vini macerati
La vigna di Josko Gravner, a Oslavia di Gorizia (Collio), ha una superficie di 16 ettari che gli consente di confezionare 38mila bottiglie l’anno. Anche Sasa Radikon, ha la cantina a Oslavia, dove produce 35mila bottiglie l’anno che ricava dalle uve dei suoi 12 ettari di vigna.
Benjamin Zidarich, sul Carso, si dedica alla produzione solo di vini macerati (30mila bottiglie l’anno) dal 1988 che ricava dalle uve dei suoi 10 ettari di vigna (a Prepotto di Duino Aurisina). Nella stessa località carsica è situata la cantina di Sandi Skerk che, dai suoi 7 ettari vitati, confeziona 22 mila bottiglie l’anno.
I fratelli Paolo e Valter Vodopivec, a Colludrozza di Sgonico (Carso), dai loro 45 ettari vitati ricavano solo 12mila bottiglie l’anno.