Si è svolto oggi pomeriggio a Villa Margon, sulle colline che sovrastano Ravina di Trento il convegno dedicato al futuro del vino tra innovazione in campo e nuove tendenze di consumo. Organizzato dalla Fondazione Edmund Mach con il patrocinio del Consorzio Vini del Trentino e del Consorzio Vignaioli del Trentino, l'evento si inserisce nell’ambito del percorso di iniziative legate alle celebrazioni per i 150 anni della Fondazione Mach.
Attraverso un’esplorazione della storia delle bevande si è passati all’illustrazione delle strategie educative per l’autonomia individuale e la prevenzione delle dipendenze, per arrivare al contributo della FEM per l’innovazione della filiera vite-vino con le ricerche, sperimentazioni e applicazioni tecnologiche che definiscono le frontiere a cui guardare per una filiera sempre più sostenibile e orientata al futuro.
I saluti istituzionali
Il convegno, moderato dal giornalista Walter Nicoletti, è stato aperto con i saluti di Marcello Lunelli, Vicepresidente di Ferrari Trento, che ha evidenziato come Villa Margon sia il “racconto della splendida vocazione vitienologica trentina”, Goffredo Pasolli, Vicepresidente Consorzio di tutela Vini del Trentino e Consigliere di Amministrazione FEM, che ha sottolineato il ruolo di FEM a supporto e stimolo del mondo vitienologico trentino, e Luca Paolazzi del Consorzio Vignaioli del Trentino, che ha evidenziato il tema importante dell’incontro di oggi, il futuro del vino, di fronte alle nuove sfide che si trova ad affrontare il comparto, in primis i cambiamenti climatici e le nuove tecnologie in campagna.
“L’incontro di oggi, oltre che per l’alto valore simbolico di celebrazione dei 150 anni della Fondazione Mach, ben si inserisce nelle attività di quest’anno straordinario per la comunità scientifica mondiale della filiera vitivinicola", ha sottolineato Luigi Moio, Presidente dell’Oiv, impossibilitato a partecipare, con un messaggio rivolto al pubblico in sala.
Il prof. Attilio Scienza, presidente del Comitato delle celebrazioni per i 150 anni della FEM e Università di Milano, ha evidenziato che nella storia della civiltà europea tutti i fenomeni che hanno caratterizzato la produzione e il consumo del vino si sono ripetuti ciclicamente. Se in origine, però, la reazione ai cambiamenti era lenta, anche per trovare le soluzioni ai problemi, oggi gli strumenti della ricerca e conoscenza hanno permesso di accelerare e reagire in modo più veloce ed efficace, portando soluzioni con tempi più ridotti.
Le relazioni
Ugo Morelli, professore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha illustrato una recente indagine condotta sui giovani di alcune scuole trentine realizzata in collaborazione con le Cantine Ferrari.
Come sottolineato da Pietro Franceschi, l’attività di ricerca della Fondazione Mach si focalizza sullo sviluppo di approcci innovativi che, sfruttando la grande quantità di dati raccolti con sensori e satelliti, possano supportare la gestione dell’irrigazione del vigneto, il monitoraggio delle fitopatie - con particolare enfasi sulla flavescenza dorata - e, su scala più ampia, la programmazione territoriale.
Roberto Larcher ha spiegato che dalla nascita della Fondazione Mach la realtà vitienologica trentina è profondamente mutata. “Il Trentino vanta oggi produzioni vinicole di qualità, designate per ben il 99% con i marchi Igt e Doc, rispetto al 45% nazionale, destinate in quantità significative alla commercializzazione anche internazionale. Ha evidenziato che pur con una produzione regionale inferiore al 3% del nazionale, la provincia di Trento si colloca tra le prime 4 regioni italiane per valore di vino esportato”. Il contributo della Fondazione oggi risiede nello studio delle nuove patologie della vite, nella selezione di nuove varietà e cloni tolleranti, nello studio dell'instabilità climatica e dei possibili rimedi, nell'ottimizzazione dei processi di trasformazione enologica e nella valorizzazione dei sottoprodotti della trasformazione.
I contenuti del convegno saranno oggetto di approfondimento
nel numero 5/2024 di VVQ, in un articolo a cura di Sara Missaglia